Regione Liguria, Linea Condivisa “Riapertura dei tribunali, necessari nuovi protocolli per la sicurezza sanitaria”

Pastorino e Battistini: "Obiettivo prioritario: massima considerazione del profilo di sicurezza sanitaria. In mancanza di questa o in presenza di un qualche dubbio sarà necessario sospendere"

Pastorino e Battistini

Genova | Il Ministero ha stabilito la riapertura dei tribunali per il prossimo 12 maggio. Restano però molti nodi da sciogliere sul fronte della sicurezza sanitaria, come per altri numerosi ambiti lavorativi. «L’obiettivo è quello di avviare la Fase 2 in totale sicurezza. Ciò al fine di garantire la salute dei Magistrati, degli Avvocati, del personale di cancelleria, della Polizia Giudiziaria e degli imputati – dichiarano il consigliere regionale di Linea Condivisa Francesco Battistini e il capogruppo Gianni Pastorino – I Tribunali sono luoghi affollati per antonomasia. Molti processi richiedono la presenza non solo delle parti con i relativi legali, ma anche di numerosi testimoni. Inoltre nei Palazzi di Giustizia affluiscono persone provenienti da qualunque area del nostro Paese. Legali o imputati che, dal 12 maggio, si sposteranno, indipendentemente da eventuali zone rosse, su e giù per l’Italia compresa, appunto, la Liguria».

Se per i Processi civili esiste la possibilità di adottare un fascicolo digitale, e dunque il procedimento può svolgersi anche da remoto, per quelli penali la questione è ben più complessa sotto molti punti di vista. «Gli avvocati devono potersi recare spesso in cancelleria per depositare atti e consultare, materialmente, i fascicoli. Inoltre le sedute sono molto articolate ed è fondamentale il contatto ravvicinato tra cliente e avvocato. Assume, poi, un ruolo chiave anche poter vedere la mimica facciale di chi è chiamato a testimoniare. Cosa che da dietro una mascherina diventa evidentemente impossibile fare. Come del resto è difficile parlare, per ore, in aula indossando un dispositivo di protezione che copra naso e bocca – evidenziano Battistini e Pastorino -. Gli esiti del processo penale hanno conseguenze sostanziali sulla vita delle persone: dell’imputato ma anche della parte lesa che chiede giustizia. Magistrati e avvocati, dunque, devono poter lavorare nelle condizioni migliori per assicurare il corretto svolgimento del dibattimento. Cosa complessa da ottenere, se si trovassero a pensare costantemente alle distanze di sicurezza o dovessero essere in pena per la loro salute».

«L’ordinamento italiano prevede che il processo sia equo e giusto. Ma come può essere garantito se le regole o il clima in cui si svolge il dibattimento sono mutati radicalmente con l’emergenza sanitaria legata al COVID19? – si interrogano Battistini e Pastorino -. Sarà compito del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede trovare le soluzioni opportune. Lo sensibilizzeremo, con una lettera del nostro Gruppo consiliare, affinché dirami su tutto il territorio nazionale direttive chiare. Evidenzieremo la necessità di definire con precisione le tappe della ripartenza».

Advertisements

«Obiettivo prioritario: massima considerazione del profilo di sicurezza sanitaria. In mancanza di questa o in presenza di un qualche dubbio sarà necessario sospendere, valutare la situazione e contenere l’avvio dell’attività. Un punto fermo che sottolineeremo è la ferma contrarietà ai processi penali da remoto o con regolamenti e modalità stravolte a causa del nuovo Coronavirus – spiegano Battistini e Pastorino -. Alla Regione chiederemo, invece, di mettere in campo A.Li.Sa. e le ASL territoriali. In collaborazione con i Prefetti, i Procuratori e i Presidenti dei Tribunali liguri dovranno stilare appositi protocolli di sicurezza sanitaria. Dalla sanificazione dei locali, al corretto utilizzo degli impianti di areazione. Dall’uso dei dispositivi di protezione individuale più opportuni all’igienizzazione delle mani. A nostro avviso, le autorità sanitarie della nostra regione devono allestire presidi sanitari ove poter misurare la temperatura corporea di chi si reca in Tribunale. È fondamentale, inoltre, una campagna di formazione e informazione sui corretti comportamenti da seguire onde evitare contagi. C’è molto da fare. La Fase 2 non può coglierci impreparati e l’ambito della Giustizia non può essere trascurato».