Lettera dei sindaci del ponente ligure a Conte e Toti in difesa del settore florovivaistico in difficoltà

“Rischio occupazione e chiusura aziende. Serve un congruo indennizzo a fondo perduto da parte dello Stato e prestiti a tasso zero come in Veneto”

Piante e fiori del Ponente Ligure

Villanova d’Albenga | Una Lettera al Presidente del Consiglio Conte, al Ministro dell’agricoltura Bellanova, al Presidente Toti e all’Assessore regionale Mai, da parte di un nutrito gruppo di sindaci del Ponente di cui il primo cittadino di Villanova d’Albenga, Pietro Balestra,  si fa portavoce,insieme all’assessore all’Agricoltura del Comune di Albenga, Silvia Pelosi. L’obiettivo è quello di portare all’attenzione le preoccupazioni delle Associazioni agricole di categoria e del mondo agricolo e per riassumere le difficoltà in cui versa il settore Florovivaistico della Provincia di Savona a seguito della grave crisi di mercato causata dalle restrizioni al commercio sul  territorio nazionale ed europeo conseguenti ai provvedimenti governativi e regionali adottati per far fronte all’emergenza sanitaria COVID-19.  

Hanno sottoscritto la lettera  primi cittadini dei comuni di Villanova d’Albenga, Albenga, Alassio, Andora e Ceriale. Borghetto Santo Spirito, Cisano sul Neva, Vendone,Arnasco, Ortovero, Diano Marina, Vallecrosia hanno condiviso l’iniziativa ed altri si stanno aggiungendo. I sindaci sottolineano la mancanza di liquidità del settore per adempiere alle incombenze fiscali, la necessità di prestiti a tasso zero e la necessità di un congruo indennizzo, a fondo perduto, da parte dello Stato che riequilibri la situazione degli incassi perduti per i mesi primaverili e futuri.

“La situazione attuale che sta attraversando il Paese a causa dell’emergenza COVID-19 sta esponendo a forte rischio la sopravvivenza delle aziende del settore florovivaistico e degli stessi operatori- scrive Balestra –  Il prodotto floricolo (in vaso e reciso) è deperibile e la sua commercializzazione è stata fortemente penalizzata sia dai provvedimenti statali e/o regionali sia dalla generalizzata chiusura delle filiere professionali collegate alla ristorazione  all’alberghiero, allo svago ed al turismo che, da sempre, assorbivano, in primavera, una buona parte della produzione.”

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Nella lettera Balestra sottolinea che milioni di piante giacciono invendute nel periodo di primavera, da marzo a maggio, che permette alle aziende del settore di realizzare dal 70% fino anche il 100% del fatturato annuo. C’è un forte rischio occupazionale.  “Migliaia di dipendenti, sia a tempo indeterminato che stagionale, delle aziende dell’intera filiera vedono profilarsi  il rischio della perdita del posto di lavoro, una volta esauriti gli ammortizzatori sociali e con il rischio concreto del possibile fallimento delle aziende in caso di mancati, immediati ed efficaci aiuti da parte dello Stato. In caso di default delle aziende, lo Stato si troverà a gestire la grave situazione con aziende che falliscono e migliaia di disoccupati a cui non si riuscirà a dare una dignitosa risposta. Siccome lo sappiamo, vivendolo, da sempre – aggiunge Balestra –  noi Sindaci siamo il terminale a cui si rivolgono i Cittadini per i loro problemi quotidiani, economici e di conseguenza sociali e tale situazione finirà per gravare pesantemente sulle nostre spalle consapevoli di essere impotenti a dare le dovute risposte e il necessario aiuto alle migliaia di Cittadini che da noi si aspettano ed hanno il diritto di ricevere sostegno  e soluzioni ai problemi”.

Balestra e i sindaci firmatari sollecitano provvedimenti governativi certi. “Siamo consapevoli della gravità del momento ma, al contempo, è indispensabile che, da parte del Governo, vengano adottati provvedimenti economici di portata straordinaria per  aiutare un comparto che sta patendo perdite per centinaia di milioni di euro di danni _ dice Balestra – Si rammenta che il settore, nella sola Provincia di Savona, conta circa 4 mila addetti tra operatori del comparto e dell’indotto, rappresentando oltre il 70% della PLV agricola di produzione che vale circa 200 milioni di Euro e registra da anni, unico comparto agricolo provinciale, uno stabile andamento nell’export”.

Il comparto prevalentemente consiste di produzioni di piante in vaso con tipologie molto differenti tra loro; infatti vi sono aziende che producono piante fiorite stagionali (margherite, gerani, petunie, impatiens, dipladenie, begonie, ortensie ecc.) che, avendo un limitatissimo periodo di vendita e commercializzazione, registrano un danno molto vicino al 100 % non più recuperabile. Altre aziende producono piante aromatiche in vaso per le quali si stima una perdita media di fatturato del 60-70%. Le specie di aromatiche in vaso, in diverse forme di coltura, sono tra le eccellenze nazionali per le quali il comprensorio Albenganese è leader di mercato in Europa.

“Le dotazioni previste dall’art. 78 del DL. n. 18 “Cura Italia”, con il maxi emendamento approvato al Senato della Repubblica il 9/4 u.s., sono insufficienti e potranno aiutare solo molto marginalmente alcune aziende del settore, sia durante che nel post emergenza, ma saranno poco beneficiate dalle piccole imprese che, notoriamente, hanno grandi difficoltà ad accedere al credito attraverso gli Istituti bancari, con evidenti gravissime conseguenze – sottolinea Pietra Balestra – Per non parlare dell’impossibilità di ottemperare agli adempimenti fiscali visto che le risorse,  sono ormai state consumate per la sopravvivenza stessa dell’impresa in questi mesi e, di certo oltretutto, non risultano in alcun modo sufficienti”.

Balestra ricorda inoltre che “Liguria per la sua configurazione orografica, stretta tra i monti e il mare, è da sempre terra con una proprietà molto frazionata e appezzamenti di terreno molto piccoli che però “danno da mangiare” a tantissime piccole imprese individuali, che con il loro lavoro non soltanto ci vivono, ma rappresentano un irrinunciabile presidio per la salvaguardia del territorio dal sempre più frequente dissesto  idrogeologico e depauperamento dell’ambiente naturale”.