Cahier de doléances. Dal Sindaco “sospeso” di Alassio Melgrati una Lettera aperta al Presidente del Consiglio Conte

Marco Melgrati

LETTEREeINTERVENTI. Alassio / Roma | Una Lettera aperta di Marco Melgrati, Sindaco “sospeso” di Alassio, indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

«Preg.mo Presidente del Consiglio
Prof. Dott. Giuseppe Conte
Il mio nome è Marco Melgrati, Sindaco di Alassio “sospeso” per una legge incostituzionale quale la Severino, che come pena accessoria ad una condanna in primo grado prevede la sospensione per un anno e mezzo dall’incarico, nonostante la Legge preveda che un cittadino è innocente fino al terzo grado di giudizio. Condannato in primo grado per 3.800 euro per aver applicato una Legge Regionale legittimamente approvata, ma che i PM sostengono illegittima, condanna che il Consiglio di Stato, per altri casi analoghi di colleghi regionali, ha definito illegittima. Incostituzionale come molti dei provvedimenti contenuti nei Suoi decreti, al di là del fatto che anche un Giurista come l’ex membro della Corte Costituzionale Sabino Cassese Le contesta il fatto che si è arrogato un potere che non Le spettava, superando le prerogative del Presidente della Repubblica, del Parlamento e della Corte Costituzionale, invocando un “stato di guerra” che guerra non è, perché una pandemia è cosa grave ma non è certo una guerra.
Sono stato eletto per la terza volta Sindaco della mia città, a differenza Sua che non è stato mai eletto da nessuno.
Nella conferenza stampa di domenica sera Lei ha invocato la fase 2. Ma questa fase 2 non si dissocia molto dalla fase 1. E allora Le voglio dire che gli italiani non ne possono più di questa situazione. Sono allo stremo, e le categorie imprenditoriali, le partite iva, come comunemente vengono chiamate, sono in ginocchio, sull’orlo del fallimento. E dei tanto promessi aiuti dello Stato fino ad ora non se ne vede l’ombra! La cassa integrazione non è ancora arrivata a nessuno, e gli imprenditori, gli albergatori, i ristoratori e i proprietari di bar continuano a dover pagare i propri dipendenti, in attesa della “manna “ dello Stato che non arriva!
Che dire poi del finanziamento fino a 25.000 euro concesso a chi guadagna più di 100.000 euro l’anno, dimenticandosi che in Italia solo 1% della popolazione guadagna al netto più di quella cifra. E che molti sportelli bancari sono chiusi causa pandemia, e nelle piccole città come la mia non è quindi possibile istruire la pratica!
Oggi che la pandemia è sotto controllo, che le Terapie Intensive cominciano a svuotarsi, che reparti di Terapia Intensiva chiudono, o che ospedali come quello nuovo in Fiera a Milano sono quasi vuoti, è ora di affrontare questa pandemia a viso aperto, confortati dall’esperienza maturata in questi mesi.
Non si può pensare di tenere ancora chiuse tutte le piccole attività commerciali, la filiera dei bar e della ristorazione. Bisogna aprire e farlo da subito, prima che gli imprenditori non possano più aprire la serranda per sempre. E pensare che la panacea di tutti i mali sia il take-away per bar e ristoranti è offendere l’intelligenza e la professionalità di questi imprenditori.»

«Ormai ci siamo abituati TUTTI a convivere con il possibile contagio… mascherine, guanti, lavaggio delle mani sono ormai una prassi consolidata, come le distanze interpersonali. Bisogna fare un salto di qualità, stabilire delle norme, e consentire di aprire le attività, prima che l’Italia fallisca!
Incredibile che ci vogliano più di 400 esperti strapagati per stabilire norme confuse che non portano da nessuna parte. Come quella che dal 4 maggio si possono visitare i parenti anziani, mettendo a repentaglio la Loro incolumità e fragilità.
O come la proibizione di celebrare le messe per la Chiesa Cattolica! La Chiesa, nei suoi 2000 anni di esistenza ha affrontato eventi anche più tragici, come la peste… nemmeno durante epidemie più gravi di questa come la peste bubbonica o l’asiatica, qualcuno aveva mai impedito di celebrare le sacre funzioni. Eppure le chiese sono grandi, si può tranquillamente mantenere le distanze di sicurezza tra le persone, durante la messa e non privare le persone del conforto spirituale che la Chiesa può dare Loro, in un momento difficile psicologicamente ed economicamente come questo.
E se si riaprono le aziende, con le scuole chiuse, chi terrà a casa i bambini? O con quale soldi le famiglie pagheranno baby-sitter, che nessuno va in famiglie terze per paura del contagio?
Il 4 di maggio è l’ultimo giorno utile per consentire queste riaperture. Dopo potrebbe essere tardi, anzi è già tardi! E se alla fine di Gennaio, quando il Governo ha dichiarato l’emergenza sanitaria per il coronavirus si fosse corso a dotare tutti di presidi come mascherine e guanti e rifornire i reparti ospedalieri, i medici di base e le case di cura per anziani, implementando le Terapie Intensive, decimate da anni e anni di riduzioni con la scusa della spending-review, tagliando i bilanci della sanità alle Regioni, sottraendo risorse alla sanità pubblica, forse non si sarebbe arrivati a questo punto. E Lei si deve assumere la responsabilità di aver sottovalutato una situazione che, sapendo quello che stava succedendo in Cina, poteva esplodere come è esplosa. E la Cina è vicina, mai come oggi in un mondo globalizzato!
E stia tranquillo che gli italiani hanno fatto tesoro di questa esperienza, e nessuno ci tiene a morire… Siamo alle soglie della stagione estiva, quando la temperatura più alta dovrebbe aiutare alla minor diffusione del virus: se non si riaprono tutte le attività poi non ci sarà più nulla da riaprire. Ci pensi, Presidente… e sappia che Lei non rappresenta più la maggioranza del paese… se non ci pensa Lei saranno gli italiani a farLa pensare!
L’unica soluzione è fare i tamponi e i test sierologici a tappeto, isolando in quarantena sintomatici e asintomatici…Lo hanno fatto in Corea del Sud, in Israele, in Veneto, per rimanere in Italia…
E per cortesi non dica più, in conferenza stampa, “permettiamo agli italiani”… sono gli italiani che Le hanno permesso, in virtù di questa pandemia, di sospendere alcuni diritti costituzionali che sono sacri e inviolabili!
Non passi alla storia come il Presidente del Consiglio che ha definitivamente affossato l’economia del nostro Paese, questa bella Italia che tutti ci invidiano!

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Marco Melgrati
Sindaco “sospeso” di Alassio»