Floricoltura, Liguria dichiarato lo stato di calamità; 4mila aziende e 200 milioni di danno

Assessore Mai: "Oggi interveniamo anche sullo smaltimento dell’invenduto". I commenti delle associazioni di categoria

Stefano Mai
Nella foto: Stefano Mai

Genova | Dichiarato lo stato di calamità per il settore della floricoltura e individuate le modalità per smaltire l’invenduto senza costi per le aziende. “Abbiamo approvato lo stato di calamità per le aziende florovivaistiche e chiesto conseguentemente l’attivazione del Fondo di solidarietà nazionale, che per vie brevi avevo già chiesto al ministro Teresa Bellanova, in modo da fornire un ristoro immediato a un settore che è in ginocchio. Stiamo parlando di più di 4.000 aziende” spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Stefano Mai

“I floricoltori liguri hanno visto ridotti drasticamente gli ordini che in alcuni casi si sono azzerati. Oggi si trovano con l’intera produzione di un anno da buttare. I danni sono enormi. Per questo motivo inizieremo immediatamente a fare il calcolo per capire a quanto ammontano, ma da una prima stima delle associazioni si sta parlando di circa 200 milioni di euro. Ho anche chiesto al Ministro di attuare tutte le agevolazioni economiche possibili, compresa l’istituzione di un fondo straordinario con non meno di 1 miliardo di euro. Inoltre ho ribadito la necessità di chiedere all’Unione europea l’attivazione del Fondo di solidarietà europeo. Dobbiamo assolutamente salvare queste aziende”.

“Con oggi interveniamo anche sullo smaltimento dell’invenduto. Come detto, la quantità di piante, fiori e reciso invenduta è enorme. Non possiamo pensare che le aziende floricole subiscano un doppio danno: perdere la loro merce e pagare per smaltire l’invenduto. Per questo motivo ho previsto che tutto il materiale sia depositabile gratuitamente in apposite aree di stoccaggio pubbliche o private. Ogni passaggio sarà gestito nel rispetto delle norme ambientali”. “L’obiettivo principale è quello di trovare un possibile riutilizzo di piante e fiori. Costituiremo immediatamente un tavolo permanente tra i floricoltori, le aziende di trasformazione agroalimentare, erboristiche e di cosmesi per organizzare una linea di approvvigionamento a chilometro zero dei prodotti invenduti. Ciò che non sarà possibile recuperare, andrà smaltito”.

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“Saranno eventualmente previsti anche abbruciamenti di prodotto al fine di ottenere materiale concimante o ammendante. Per tutte le aziende che si troveranno costrette alla distruzione del loro invenduto, sarà necessario indicare nel dettaglio le fattispecie e il numero di piante. La comunicazione potrà avvenire attraverso un modulo che stiamo preparando, al quale andrà allegata un’adeguata documentazione fotografica”. “È stato inoltre approvato dalla Giunta regionale, in attesa di essere ratificato in Consiglio regionale, il provvedimento che istituisce un fondo da un milione di euro finalizzato alla concessione di contributi mirati al superamento del periodo di crisi e al riavvio e rilancio delle attività agricole e ittiche”.

I commenti delle associazioni di categoria

CONFAGRICOLTURA LIGURIA. «Il Presidente ligure di Confagricoltura, Luca De Michelis, plaude al lavoro dell’Assessore e dell’intera Giunta che “ha anche chiesto al Ministro di attuare tutte le agevolazioni economiche possibili, compresa l’istituzione di un fondo straordinario con non meno di 1 miliardo di euro, ribadendo la necessità di chiedere all’Unione europea l’attivazione del Fondo di solidarietà europeo”.» «Il presidente di Confagricoltura Liguria sottolinea anche la positività delle indicazioni emanate dalla Giunta in merito allo smaltimento dell’invenduto. Confagricoltura Liguria, da subito attiva per trovare una soluzione per lo smaltimento, che consenta anche ai produttori di “certificare” per i ristori economici futuri le quantità di invenduto, e conseguentemente, di fatturato “perso”, ha sottolineato con positività “che i nostri suggerimenti sono stati di aiuto per il lavoro degli uffici regionali, in un momento in cui la confusione operativa regna sovrana”. “Nei giorni scorsi – ha proseguito il presidente ligure di Confagricoltura – avevamo ricevuto lamentele da aziende che ci chiedevano come mai non dessimo ancora indicazioni precise. Ci stavamo lavorando, come sempre, al servizio di tutti ed in supporto alla Regione!”. Bene in ultimo sia il tavolo permanente indetto dall’Assessore Mai, che gli abbruciamenti di prodotto al fine di ottenere materiale concimante o ammendante.Per tutte le aziende che si troveranno costrette alla distruzione del loro invenduto, sarà necessario indicare nel dettaglio le fattispecie e il numero di piante. “La comunicazione potrà avvenire attraverso un modulo – che continua De Michelis – abbiamo suggerito a Regione e che siamo sicuri sarà assolutamente semplificato ed utile agli scopi di cui sopra”.»

COLDIRETTI LIGURIA. «Primo importante risultato più volte sollecitato da Coldiretti Liguria per il sostegno delle oltre 4mila aziende florovivaistiche colpite dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria in atto: il riconoscimento dello stato di Calamità da parte della Regione e l’individuazione delle modalità per smaltire l’invenduto senza costi, potranno, ora, dare una prima risposta alle imprese e maggiori e una corretta attenzione per il settore di punta dell’economia agricola locale». «L’approvazione dello stato di calamità per le aziende florovivaistiche  la conseguentemente richiesta dell’attivazione del Fondo di solidarietà nazionale e la possibilità di accedere ai fondi europei, – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – potranno ora fornire un importante supporto al settore che sta pagando le conseguenze del Covid-19, nel momento dell’anno dove si concentra il massimo della produzione e vendita di piante in vaso, fiori recisi e aromatiche.  Oggi, per molte aziende l’intera produzione di un anno, infatti, è da buttare ed è quindi importante, anche, intervenire per non aggiungere al danno la beffa: lo smaltimento dell’invenduto, visti i quantitativi di piante destinate al macero ha costi insostenibili, quindi bene la decisione della Regione di intervenire per raccogliere il materiale in apposite aree di stoccaggio pubbliche o private. Ringraziamo l’Assessore Regionale all’agricoltura Stefano Mai e il Governatore Giovanni Toti per il lavoro svolto, ma ci preme ricordare che, oltre al settore florovivaistico, è bene non dimenticarsi di altri comparti in gravi  difficoltà quali, ad esempio l’agriturismo, la pesca e il settore vitivinicolo e tenendo conto che l’olivicoltura arriva già da un periodo molto difficile».

CIA LIGURIA. «La dichiarazione dello stato di calamità per la floricoltura e la richiesta al Ministero di attivare il Fondo di solidarietà nazionale -. sottolinea Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria – è un atto importante che in primo luogo ha il merito di “certificare” la situazione drammatica che abbiamo da subito denunciato e che rischia di compromettere il futuro stesso di tante imprese di un settore strategico delle nostra agricoltura. Trattandosi di una fase ricognitiva, ci spiace non sia stata presa in considerazione la verifica del “danno”in altri settori che, pur i maniera diversa ma non meno significativa, stanno soffrendo pesantemente come viticoltura e agriturismo, una parte della zootecnia, lo stesso basilico. Auspichiamo che a breve siano messe in atto procedure di accertamento anche per questi settori». Cia Liguria esprime soddisfazione anche per le semplificazioni messe in atto per la floricoltura, a partire dallo smaltimento dell’invenduto. «Siamo consapevoli – prosegue Aldo Alberto – che siamo all’inizio di un percorso e la strumentazione, nata per fronteggiare altre situazioni, potrebbe non rispondere alle esigenze chiaramente espresse dal settore, ma sicuramente ricognizione del danno, certificazione della situazione e quantificazione dei fabbisogni sono azioni indispensabili e propedeutiche a qualsiasi azione risarcitoria si vorrà avviare».

«Le risorse restano il vero nodo del problema, la quantità ed i tempi di erogazione, in questo senso il DL 102/2004 (il Fondo di solidarietà nazionale per le calamità in agricoltura) nei casi in cui applicato non ha mai dato le risposte migliori anche e soprattutto per la consapevolezza della straordinaria gravità della situazione.  Cia Liguria ritiene indispensabile “diversificare” le fonti di intervento. Per queste queste ragioni – prosegue Aldo Alberto – sulla scorta di quanto messo in atto da altre Regioni è necessario più che mai avviare un percorso di rimodulazione del PSR che riorienti la spesa in questa direzione. Lo abbiamo chiesto espressamente con una lettera al Presidente Toti e all’Assessore Mai, lo ribadiamo con forza consapevoli che attraverso questa strada si potrebbe sviluppare un’azione di ulteriore sostegno al settore mobilitando altre risorse. Crediamo che sia indispensabile ragionare con il concorso di tutti, invitiamo pertanto l’Assessore a impegnare i propri uffici su queste ipotesi di lavoro e a convocare le Organizzazioni Agricole per una concertazione sulle azioni da intraprendere e sulle procedure da attuare».