DL Cura Italia e lavoro domestico, le richieste di sindacati e associazioni

Le Parti Sociali hanno anche richiesto al ministro Catalfo di calendarizzare un ulteriore incontro nel mese di maggio quando presumibilmente si avvierà la fase 2 per debellare la pandemia e scongiurare i disastrosi effetti sull’economia

giovane donna

Genova / Roma | Superare la discriminazione dettata dalle disposizioni del recente Decreto Cura Italia e includere i lavoratori domestici tra i destinatari dell’ammortizzatore sociale in deroga come anche prevedere con i prossimi provvedimenti normativi misure ad hoc di sostegno dei datori di lavoro del settore, per lo più famiglie con il bisogno crescente di cura e assistenza domestica. È la richiesta unanime delle Parti Sociali – le confederazioni Cgil Cisl Uil con le rispettive federazioni di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Federcolf e le associazioni datoriali Fidaldo e Domina –  convocato dal ministero del Lavoro in modalità videoconferenza, registrando un sostanziale accoglimento delle richieste da parte del ministro Catalfo.


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Le Parti Sociali hanno sottolineato «l’urgenza di rafforzare l’intervento normativo verso l’inclusione di intere platee di addetti che sono rimaste fuori dal provvedimento, tra cui i lavoratori domestici, La  categoria più fragile  e precaria del mercato del lavoro italiano rimasta esclusa dalla tutela del reddito e dalla sospensione dei licenziamenti».

Le Parti hanno auspicato che «con il prossimo Decreto annunciato dal Governo si possa procedere verso una direzione maggiormente inclusiva, soprattutto per i lavoratori sospesi per i quali è necessario prevedere l’accesso agli ammortizzatori dedicati con particolare riferimento alla Cigd». Per i sindacati e le associazioni datoriali è «necessario prorogare la scadenza almeno fino a dicembre,  dei permessi di soggiorno in scadenza a giugno» intervento che interessa i lavoratori domestici ed anche i lavoratori dell’agricoltura.

Le Parti hanno infine rivolto un invito al Governo con la espressa richiesta di «fornire alle famiglie datori di lavoro gli adeguati dispositivi di protezione individuale». Le Parti hanno sottolineato anche «la necessità di salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori del settore, che significa anche salvaguardare il nucleo familiare, soprattutto quei nuclei dove sono già presenti patologie preesistenti che necessitano di assistenza e cura». «La prossimità – hanno evidenziato – rappresenta un’ulteriore specifica caratteristica del comparto, perché non si può prestare cura e assistenza a più di un metro di distanza» come anche «è necessario tradurre le misure in lingua, considerato che oltre il 70% degli addetti del comparto è rappresentato da donne immigrate».

Le Parti Sociali hanno infine richiesto al ministro Catalfo di calendarizzare un ulteriore incontro nel mese di maggio quando presumibilmente si avvierà la fase 2 per debellare la pandemia e scongiurare i disastrosi effetti sull’economia. Tra i temi sul tavolo anche l’urgenza di mettere in campo misure  per contrastare il lavoro irregolare altamente presente nel comparto dei servizi, con 860mila lavoratori regolare a fronte di circa 2milioni di occupati, anche con una fiscalità per il settore.