Arriva in Liguria “la spesa sospesa del contadino”

verdure

Genova | Per aiutare a combattere le nuove povertà e affrontare la crescente emergenza alimentare, arriva l’iniziativa la “Spesa sospesa del contadino” dagli agricoltori di Campagna Amica Liguria: i ricavati ottenuti grazie al sostegno della cittadinanza saranno utilizzati per l’acquisto di pacchi alimentari da destinare alle oltre 500 persone bisognose della Comunità genovese di Sant’Egidio.

La prima consegna di pacchi alimentari avverrà mercoledì prossimo presso la sede della comunità. Coldiretti Liguria spiega in una nota che «i cittadini, i quali ricevono la spesa a casa tramite “spesa Amica” o che fanno i propri acquisti presso i punti aziendali di Campagna Amica rimasti aperti su tutto il territorio regionale o anche direttamente in azienda, potranno decidere di dare il proprio contributo per donare un pacco alimentare alle famiglie più bisognose, sul modello dell’usanza campana del “caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo. In questo caso si tratta però di verdura, carne biologica, pesto alla genovese e altri generi alimentari Made in Liguria, di qualità e a km zero che gli agricoltori di Campagna Amica Liguria andranno successivamente a consegnare alla comunità di Sant’Egidio, movimento internazionale attivo in più di 70 paesi che aiuta le persone in gravi difficoltà economiche.»

Secondo il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato confederale Bruno Rivarossa “Si tratta di un’azione di grande responsabilità della nostra agricoltura in una situazione in cui le misure restrittive per contenere il contagio e la perdita di opportunità di lavoro, anche occasionale, hanno aggravato la situazione, facendo aumentare il numero di persone che sono costrette a chiedere aiuto per il cibo attraverso la distribuzione di pacchi alimentari o nelle mense, persone che in Liguria hanno raggiunto il preoccupante numero di 66.580. A differenza di quanto si possa pensare il problema alimentare non riguarda solo il terzo mondo ma anche un Paese industrializzato come il nostro, dove le differenze sociali generano sacche di povertà ed emarginazione che si acuiscono in momenti di crisi come quello che stiamo vivendo. Le persone in difficoltà sono lo specchio di come va un Paese e non soltanto, in generale, bisognerebbe arrivare ad un azzeramento della fame, ma assicurare per tutti una dieta sana, equilibrata e sostenibile per l’ambiente, attenta alla salute dei consumatori, rispettosa della biodiversità presenti, riducendo inoltre drasticamente lo spreco alimentare”.

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