Regione Liguria, Pd e Linea Condivisa: “coronavirus, garantire i servizi territoriali di continutà assistenzale”

"Gli ospedali liguri sono allo stremo. Per alleviare il loro carico di lavoro è necessario arrivare rapidamente alle unità speciali sul territorio, attraverso la mobilitazione dei medici e egli infermieri necessari"

Il Palazzo di Regione Liguria in Piazza De Ferrari a Genova

Genova | “Attivare le attività territoriali attraverso unità speciali di continuità assistenziale come avviene in molte regioni italiane e come prescrive l’articolo 8 del Decreto governativo del 9 marzo e prevedere, come sta facendo l’Emilia Romagna, un sistema di cure domiciliari anche con assistenza farmacologica per i pazienti che presentano i primi sintomi della malattia”. È la richiesta alla Regione fatta dai Gruppi consiliari liguri del Pd e di Linea Condivisa, “accogliendo, da un parte, l’appello lanciato dalla Cgil alla Giunta regionale e ad Alisa e dall’altra proponendo di avviare anche in Liguria la sperimentazione iniziata a Bologna per combattere il Covid-19 in anticipo”.


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“Gli ospedali liguri sono allo stremo – sottolineano i consiglieri regionali del Partito Democratico e di Linea Condivisa – Per alleviare il loro carico di lavoro è necessario arrivare rapidamente alle unità speciali sul territorio, attraverso la mobilitazione dei medici e egli infermieri necessari. Lo dice il Decreto del Governo che fissa un’unità speciale ogni 50 mila abitanti (a Genova ne sono previste 14, ma al momento sono solo 2 quelle attive). La Lombardia si sta muovendo, l’Abruzzo ne ha già 16, a Piacenza stano partendo le prime 4, in Toscana ce ne sono già 26 ma a regime saranno 35 e il Veneto ne sta creando 73”.

“La Liguria è in ritardo e solo così si spiega il sempre più forte disagio sia di chi è in isolamento e vorrebbe farsi il tampone o almeno gli esami ematici, sia di chi è malato e solo nella propria abitazione con l’apprensione e impotenza dei familiari. L’Emilia Romagna sta andando addirittura oltre, sperimentando, a Bologna, anche una terapia farmacologica tesa a ridurre l’effetto del Covid-19. Oggi in Liguria – dove manca ancora un’adeguata fornitura di dpi, che addirittura varia da un’Asl all’altra – chi è affetto da Coronavirus può contare solo su un’assistenza telefonica e viene curato direttamente solo quando la situazione clinica si aggrava ed è necessario il ricovero ospedaliero Bisogna invece intervenire e curare per tempo e a domicilio. Le risorse per fare tutto questo ci sono, visto che si tratta di interventi espressamente previsti dai decreti del Governo” concludono i consiglieri regionali.