La vicenda del viadotto Teiro di Varazze: “Sotto il ponte solo paura”

Varazze viadotto Teiro

LETTERE&INTERVENTI. Varazze – (di Angelo Verrando, portavoce comitato viadotti Teiro) «SOTTO IL PONTE SOLO PAURA. La paura. È l’unico sentimento che non ci ha mai abbandonati. Neppure quando non crollavano blocchi di cemento, neppure quando gli oggetti provenienti dall’autostrada erano “solo” segnali stradali, e non tondini in ferro da costruzione come ora. E neanche, da ragazzi, quando giocavamo sotto il ponte e i vecchi del quartiere – naturalmente inascoltati – ci dicevano “Guardate che lì è pericoloso”. Ma ora la paura sembra aver fatto una preoccupante carriera. Lo stiamo verificando sugli strati più profondi della nostra pelle, e ancor più dopo aver chiesto a gran voce, e alla luce dei fatti più recenti, di essere tutelati da barriere fonoassorbenti o comunque protettive nei casi di incidenti stradali, lavori in corso, eventi meteo o altro. La risposta è stata, sì, una barriera. Ma di segno opposto. Vediamola nel dettaglio.


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BARRIERE? NO. MURO DI GOMMA. La Società Autostrade di recente ha rassicurato preventivamente (prima di un’intervista televisiva) che le barriere rimosse saranno tutte sostituite. Ciò riguarderà il tratto Savona-Varazze e oltre, dove sono in corso questi – costosissimi – lavori imposti dalla magistratura. Ma non il viadotto Teiro direzione Genova e direzione Ventimiglia, dove le barriere non sono mai state installate per quasi tutto il tratto. Un lapsus clamoroso? Speriamo di no. Ma temiamo che tra sostituire e installare ex novo, ce ne passi. E intanto qualcuno degli abitanti ora spera che nel “mucchio” dei lavori in corso, vengano infilati anche i due viadotti Teiro. Vedremo.

E ancora sulle barriere, tema di scottante attualità per i viadotti che ne sono già dotati, è emerso anche un termine a noi sconosciuto: il co-finanziamento da parte del Comune. Non ne abbiamo mai saputo niente. Ma, intanto, chiediamo che i viadotti Teiro – nord e sud – possano avere lo stesso trattamento, normativo comunale e regionale, di legge dello Stato, di usi e consuetudini, del quale hanno giustamente già goduto – da decenni – gli abitanti sui diversi tracciati dei numerosi viadotti della A10 che attraversano Varazze. Come dire: anche noi pretendiamo il minimo sindacale. Sennò possiamo parlare solo di vergognosa e inspiegabile disparità di trattamento tra cittadini di uno stesso Comune. Quello di Varazze assicura di avere il Piano del rumore per tutto il territorio di competenza, e non solo per alcune porzioni di esso.

MINISTERO INFORMATO E ARENATO. Ma… c’è sempre un “ma”. Le barriere che si stanno sostituendo su un lungo tratto di autostrade liguri presenteranno rapidamente il conto. Milioni che dovrà sborsare per intero la Società Concessionaria. La quale ci ha già detto che sulla questione nuove barriere – ossia quelle che ci riguardano – ha bisogno dell’approvazione del ministero dei Trasporti. Oltre che di un contributo da parte del Comune, peraltro tutto da verificare. Allora abbiamo contattato direttamente il Mit, informandolo della situazione. A corredo è stato inviato il video dello scorso dicembre, ormai divenuto virale, del tondino di ferro piombato come una ghigliottina sulla cancellata di una residenza protetta. Sottosegretari, segretari dei sottosegretari, ministro. Tutto sembra essersi arenato sulle sponde del Tevere. Un intoppo non da poco, soprattutto per chi ci si vuole aggrappare per continuare a non affrontare il problema. Non vorremmo che l’assordante silenzio romano nascondesse, tra l’altro, l’imbarazzo di dover spiegare come mai su un viadotto costruito tra il 1956 e il 1958 (direzione Genova) non si è mai “pensato” di installare barriere lungo tutto il tracciato. O che su un ponte costruito ai primi Anni ’80 del Novecento (direzione Ventimiglia) ci si sia “dimenticati” sin da subito, di realizzare una installazione così comune su tutto il tragitto della A10, A12 e altre arterie autostradali. Oggi i viadotti Teiro nord e sud possono così vantare il poco invidiabile primato di unici nel loro genere sprovvisti di barriere. E, anche se la fono-assorbenza non è senz’altro la soluzione di tutti i mali, il segnale che si darebbe di fronte alle nostre pressanti richieste, sarebbe di ottimo impatto sugli abitanti dei diversi quartieri.

COSA DEVE SUCCEDERE ANCORA? Già, la paura. Ma dove sta? Raccontata così, la storia dei viadotti Teiro sembra soltanto un cumulo di mala-burocrazia, di dimenticanze, di dubbia amministrazione pubblica e privata, forse un rimpallo di responsabilità. Sicuramente di investimenti mancati, tuttalpiù di cattiva coscienza. Ma apparentemente niente che riconduca a un allarme generale. A dare una svolta decisiva – e senz’altro non rassicurante – alla situazione è una perizia indipendente. Da Autostrade, dal Comune, dal comitato che non l’ha commissionata e che si è trovata lì, senza volere. Una perizia di quelle tanto magnificate dai tecnici, ma solo quando sono a loro favorevoli. Questa, quando decideremo di renderla pubblica per intero, è destinata a deflagrare. Le osservazioni più significative riguardo al viadotto sud in direzione Genova sono testualmente “decidere se sia più conveniente un’immediata demolizione piuttosto che sottoporlo ad un accanimento terapeutico con ingiustificate e costosissime interventi di manutenzione straordinaria”. Ecco: il progetto di sistemazione complessiva rappresenta l’ultimo passaggio che la gente aspetta da Autostrade dall’ottobre scorso, termine annunciato per la consegna alla Società di un piano di risanamento conservativo. Mai reso noto. E ora questa perizia – lo ripetiamo assolutamente indipendente – da parte di un tecnico esperto e profondo conoscitore del viadotto Teiro sud, quello più vicino al centro di Varazze.

Cosa deve ancora succedere perché si metta finalmente mano a tutti i ritardi, noncuranze, leggerezze, sui viadotti che sovrastano il Teiro? Ci deve scappare il morto? La valle del Teiro, ricordiamolo, è attraversata dalla strada statale Varazze-Acqui Terme, presenta un quartiere popoloso nella parte sud e un importante insediamento artigiano su quello nord, con numerose strade comunali sempre affollate di persone e veicoli. Perché dunque questa scarsa considerazione in tutti questi decenni? A tutte queste domande ha voluto dare risposta un padre di famiglia che vive con moglie e figli lungo il viadotto sud: “Non ci resta che organizzare veglie di preghiera e invocare la benedizione del Vescovo diocesano”.»

Varazze | Angelo Verrando, portavoce comitato viadotti Teiro