Liliana Segre alla commemorazione del villanovese Andrea Schivo

Sindaco Balestra: “È giusto che sia stato onorato con la pietra d’inciampo e ricordato con una cerimonia emozionante e colma di quella gratitudine sincera che Schivo merita. Siamo orgogliosi di lui e dei valori che rappresenta e di cui ci sentiamo partecipi"

Celebrazione Schivo a Milano

Villanova d’Albenga / Milano | “Un incontro intenso ed emozionante quello con Liliana Segre che ha voluto presenziare alla cerimonia in ricordo di Andrea Schivo che si è svolta ieri a Milano. È stato un onore conoscerla: sono stato molto colpito dalle parole che ha speso per descrivere il nostro concittadino. La senatrice a vita ha ricordato il grande valore e il coraggio di un uomo che fece un scelta di grande umanità in un periodo di grande terrore, ben sapendo di mettere a rischio la propria vita”. Così il Sindaco di Villanova d’Albenga, Pietro Balestra che ha guidato la delegazione di villanovesi invitati alla celebrazione ufficiale in ricordo di Andrea Schivo che si è svolta nel carcere di San Vittore davanti al quale è stata posta una pietra d’inciampo in ricordo della guardia carceraria ligure che aiutò gli ebrei rinchiusi nel carcere milanese.  Nel suo intervento il primo cittadino ha tracciato “il contesto socio economico della Villanova a cavallo tra 800 e 900 in cui Schivo è cresciuto e i sani principi  familiari e morali che lo hanno guidato sino da piccolo”.

 “È giusto che sia stato onorato con la pietra d’inciampo e ricordato con una cerimonia  emozionante e colma di quella gratitudine sincera che Schivo merita – ha aggiunto Balestra – Siamo orgogliosi di lui e dei valori che rappresenta e di cui ci sentiamo partecipi.  Fino al 27 gennaio, Giorno della Memoria, il nostro ponte d‘ingresso a Villanova d’Albenga sarà illuminato con il tricolore in suo onore e di tutte le vittime dello sterminio nazista. Ci saranno certamente altre occasioni per onorare Schivo perché il suo esempio sia portato alle giovani generazioni. Ringrazio il Presidente Anpi di Milano Roberto Cenati per la cortesia e la collaborazione, l’insegnante del ramo femminile del carcere di San Vittore, Cinzia Chinaglia che ha organizzato il tutto. Siamo lieti che la storia di Schivo e della sua Villanova d’Albenga sia stata portata all’attenzione dei quotidiani e delle televisioni nazionali e locali”.

Alla commemorazione dell’agente di custodia di San Vittore, ucciso il 29 gennaio del 1945 nel lager di Flossenburg c’erano, insieme al  primo cittadino di Villanova d’Albenga, il vice sindaco Paolo Cha, l’assessore Franco Scrigna, i consiglieri comunali Gaia Pellegrino e Filippo Morbelli e la direttrice della Biblioteca Maria Grazia Timo. All’evento, organizzato da Associazione CPIA 5 e da Costituzione Viva erano presenti oltre alla senatrice a vita Liliana Segre, il capo del Dipartimento per l’Amministrazione penitenziaria Francesco Basentini, il direttore di S. Vittore Giacinto Siciliano e il presidente del Comitato Pietre d’Inciampo di Milano Marco Steiner.

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Liliana Segre e Pietro Balestra

“L’agente di custodia Andrea Schivo ‘scelse di essere uomo’ a differenza di molti italiani ‘che si girarono dall’altra parte’ – ha detto  Liliana Segre per rendere omaggio alla memoria di Schivo. “Gli unici che dimostrarono umanità – ha aggiunto la senatrice a vita – furono i detenuti comuni, poi passarono altri due anni prima di rivedere degli uomini. Fino ad allora vidi solo mostri”. Assunta Borzacchiello, Direttore ufficio cerimoniale e relazioni esterne del DAP, da anni sta lavorando per raccogliere materiale da utilizzare per la pubblicazione di un libro dedicato alle storie di quegli agenti che hanno pagato con la vita il loro attaccamento al Corpo e la loro straordinaria umanità.  Ecco cosa scrive di Andrea Schivo: “Aveva quasi cinquanta anni dopo un paio di anni avrebbe potuto andare in pensione. Ogni giorno assiste agli stenti di quei prigionieri senza alcuna colpa, nella drammatica attesa di essere trasferiti, in un’alba qualsiasi, in un campo di concentramento. Anche per chi non è prigioniero la vita è difficile, i viveri scarseggiano, si lotta per arrivare la sera con un piatto caldo, ma ‘il secondino’ Andrea Schivo non rimane indifferente o inerte di fronte a quel dolore. Nonostante gli scarsi mezzi a disposizione, con i quali deve mantenere la moglie e la figlia, inizia a portare qualche cosa da mangiare a una famiglia ebrea detenuta al V raggio. Si improvvisa staffetta per recapitare biglietti, abilmente nascosti, tra chi è imprigionato e i familiari rimasti fuori”. 

Celebrazione Schivo a Milano

Sono state le figlie di Clara Cardosa, Giuliana, Marisa e Gabriella, a testimoniare del coraggio e del sacrificio di Andrea che consegnava loro i biglietti scritti dalla madre dopo l’arresto, mentre alla donna, Andrea faceva giungere indumenti e cibo da parte della famiglia. «Mia madre era stata arrestata, perché ebrea, la mattina del 12 maggio 1944 nella nostra abitazione di Gallarate da agenti di pubblica sicurezza per ordine della questura di Varese (…). Ogni settimana io incontravo Andrea Schivo a Milano, nella sua abitazione di Via Savona, per consegnargli dei pacchi con cibo ed indumenti per la mamma e per ricevere e inviarle nostre notizie». Gli incontri tra Giuliana, la figlia maggiore di Clara, avvenivano di sera, a casa di Andrea Schivo, che Giuliana raggiungeva in tram fino alla fermata di Porta Ticinese. La ragazza, che all’epoca aveva diciotto anni, consegnava il necessario per scrivere i biglietti e gli indumenti che Andrea avrebbe consegnato l’indomani a Clara. Nonostante la libertà di movimento all’interno del carcere di cui godeva Schivo, il pericolo è altissimo.  Ne è consapevole Clara che in un biglietto scrive: «La sorveglianza è aumentata e il pericolo è grande. Vi prego anzi di non abusare della cortesia del latore del presente, egli è soggetto a continui rischi».