Finale Ligure, arte: “La linea analitica della linea”

A differenza di tante opere contemporanee che tendono allo shock e alla sorpresa, gli autori selezionati per questa occasione espositiva si sono occupati e si occupano della genesi di immagini sempre nuove, a partire dagli elementi fondamentali e fondanti l’immagine stessa

opera in mostra a Finale Ligure particolare

Finale Ligure | Il Complesso Monumentale di Santa Caterina, nelle suggestive sale dell’Oratorio dè Disciplinanti, prosegue il programma espositivo con una suggestiva mostra – a cura di Riccardo Zelatore – dal titolo La linea analitica della linea che si inaugura sabato 14 dicembre 2019 alle ore 18:00 nella sede di piazza Santa Caterina, in Finalborgo. La mostra, organizzata con il patrocinio del Comune di Finale Ligure, in collaborazione con l’associazione Traumfabrik, Casaperlarte fondazione Paolo Minoli e con il contributo critico di Marco Meneguzzo, sarà visitabile fino al 29 febbraio 2020 e propone un approfondimento linguistico sulla pittura aniconica contemporanea attraverso le opere di sette artisti che lavorano intorno ai fondamenti dell’immagine, alle radici dell’identità pittorica italiana e internazionale.


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A differenza di tante opere contemporanee che tendono allo shock e alla sorpresa, gli autori selezionati per questa occasione espositiva si sono occupati e si occupano della genesi di immagini sempre nuove, a partire dagli elementi fondamentali e fondanti l’immagine stessa; hanno inteso e considerano la pittura come riflessione sugli strumenti stessi di questa disciplina – linea e colore – e sull’impatto che questi hanno sulla percezione e, quindi, sulla mente di ciascuno di noi.

In mostra vengono presentate le opere di Piero Dorazio (Roma, 1927 – Perugia, 2005), Paolo Iacchetti (Milano, 1953), Sol LeWitt (Hartford, 1928 – New York, 2007), Paolo Minoli (Cantù, 1942 – Como, 2004), Mario Nigro (Pistoia, 1917 – Livorno, 1992), Lorenzo Taini (Sassocorvaro, 1977), David Tremlett (Dartford, 1945), autori afferenti a diverse generazioni e di diversa provenienza, i cui percorsi si sono a volte incrociati nella ricerca e nella vita, pur mantenendo una sostanziale autonomia espressiva. Alcuni di loro hanno condiviso presupposti poetico-ideologici, l’impegno nella teorizzazione del loro pensiero, tutti hanno interpretato e interpretano un modo rigoroso e coraggioso di fare arte nella costante ricerca di procedimenti inediti di comunicazione. Ognuno ha un rapporto particolare con il fare pittura, con la sperimentazione di risorse espressive originali e sovente inusuali, in cui superficie e tridimensionalità convivono, dimensione tattile e piacere visivo si armonizzano nelle differenti declinazioni.

In questa rassegna, anticipa il curatore della mostra, “in ordine alfabetico: Piero Dorazio, che con gli accenni alla prospettiva e alla struttura prospettica che nega, realizza giochi e spaesamenti per la mente. Paolo Iacchetti riprende un segno che è anche disegno, che diventa esso stesso colore costruttivo, architettura di pittura. Sol LeWitt espande il segno del colore in ambito spaziale con soluzioni ora più concettuali ora più plastiche. Paolo Minoli parte da assunti ridotti della linea di ascendenza husserliana a costruire sequenze singoniche. Mario Nigro è stato uno dei protagonisti delle ricerche astratte internazionali. Forme elementari e colori primari, linee e intrecci di sagome sono articolati alla ricerca di uno spazio e tempo totali, anticipando le riflessioni sul segno e colore rispetto alle tendenze minimali e radicali. Lorenzo Taini, con un’accezione più ironica dei segni, consegue ritmi che si aprono sullo spazio con concreta poesia. David Tremlett sposta superfici di parete fatte di linea e colore in altre superfici a creare slittamenti che rimodificano lo spazio”.

“La mostra intende pertanto seguire, senza eccessivi vincoli storicistici e all’interno di un percorso inevitabilmente soggettivo, alcune traiettorie della ricerca espressiva a partire dal secondo novecento, attraverso l’incontro-confronto con differenti identità creative che rivelano, tra l’altro, un notevole senso di continuità con la tradizione delle avanguardie storiche” conclude Zelatore. Sabato 18 gennaio 2020 sarà presentato il catalogo della mostra con i testi del curatore e di Marco Meneguzzo e la riproduzione a colori di tutte le opere. La mostra sarà visitabile sino al 29 febbraio 2020 (orari: dalle ore 15:00 alle ore 20:00; lunedì chiuso. Ingresso libero).