Savona / Genova | I consiglieri regionali del Pd Mauro Righello e Giovanni Lunardon, intervengono su quanto dichiara la Giunta regionale in relazione al mantenimento dei servizi sanitari in Val Bormida, a seguito della paralisi viaria che, di fatto, ha isolato questa vallata.
“Siamo lieti che la Giunta ligure faccia proprie le istanze del territorio – dicono i due esponenti del Partito Democratico – e in particolare abbia accolto le richieste dei consiglieri comunali del gruppo Cairo Democratica e una nostra mozione analoga trasmessa al Consiglio regionale. Oltre agli annunci e alle tabelle economiche legate a questi servizi, però, vorremmo vedere gli atti con i quali sono state deliberate queste iniziative: atti che, al momento, non sono stati prodotti. Non c’era bisogno dell’emergenza per comprendere che i servizi sanitari in Val Bormida sono insufficienti, ma è certamente indispensabile, in questa fase, che almeno tali servizi vengano mantenuti. L’intervento che potrebbe risolvere realmente i problemi sanitari di questo territorio è l’ospedale pubblico di area disagiata, non la privatizzazione, che, tra l’altro, non è dato sapere quanto verrà avviata e che, al di là dei proclami di Toti, rischia di non garantire né il servizio, né i lavoratori che ancora aspettano un accordo”.
La richiesta che, sia i consiglieri comunali cairesi sia quelli regionali Righello e Lunardon hanno promosso, “nasce non solo dall’isolamento viario che si è creato con l’interruzione della A6 e della provinciale del colle di Cadibona, ma anche dal fatto che, dal settembre scorso, da mercoledì a domenica, non è più prevista la presenza di un medico anestesista all’interno dell’ospedale di Cairo e che tale mancanza incide anche sul funzionamento del Punto di Primo Intervento, oltre alle oggettive difficoltà che il medico anestesista reperibile potrebbe incontrare nel raggiungere il nosocomio valbormidese”. “È indispensabile – concludono Righello e Lunardon – che Asl 2 mantenga l’automedica aggiuntiva per la Val Bormida e l’accordo con gli ospedali di Mondovì e Cuneo, per eventuali ricoveri urgenti di pazienti”.