Genova | “La chiusura di due viadotti sull’A26 – gravissima – rende plastico ed evidente a tutti il problema delle infrastrutture in Liguria. Un problema che non è meramente ingegneristico ma che ha pesanti ed evidenti ricadute sull’ambiente, sull’economia e sulla vita delle persone” afferma il consigliere capogruppo regionale di Linea Condivisa, Gianni Pastorino.
“Autostrade per l’Italia ha svolto e svolge un ruolo sempre più pesante nel mettere in difficoltà il nostro territorio: possibile che dopo la tragedia del Ponte Morandi non si sia ancora imparato che la sicurezza delle persone viene prima di tutto? Infatti l’A26 chiude non su autonoma decisione di ASPI ma su imposizione della procura di Genova, che giustamente ritiene urgenti e imprescindibili le verifiche su due viadotti. Che tipo di intervento svolge e ha svolto Autostrade per l’Italia sulle infrastrutture della nostra regione e del nostro paese? Oltre un anno fa chiesi in consiglio regionale, agli assessori Giampedrone e Scajola, quali iniziative avesse intrapreso la Regione nei confronti di Autostrade affinché fosse garantita la sicurezza dei viadotti autostradali in Liguria. La risposta fu abbastanza vaga, oggi è davanti agli occhi di tutti”.
“Credo che sia il momento – prosegue Pastorino – di dirlo molto chiaramente: il modello delle privatizzazioni portato avanti da tutti i Governi appare completamente fallimentare, perché il Ministero delle Infrastrutture non è in grado di svolgere una idonea funzione di controllo e di direzione. Trovo del tutto condivisibili le dichiarazione di chi sostiene che la Liguria verrà isolata e che le attività economiche della nostra regione non potranno durare una sola settimana. Però vorrei chiedere a Toti e a Signorini, che hanno sostenuto questa tesi: chi, in questa regione, fa la regia? Perché mi sembra evidente che ogni tassello riguardante le infrastrutture in Liguria vada a sé stante, senza una progettazione coesa o una visione sul lungo periodo: Autostrade per l’Italia risulta inadeguata a svolgere i dovuti controlli e la necessaria manutenzione nel nostro territorio; RFI è incurante delle necessità della nostra regione e gli ammodernamenti necessari – seppur finanziati – sono ben lontani dall’essere completati; il Terzo Valico è una grande opera infinita che non è adeguatamente collegata col bacino del ponente genovese. A chi compete questa infrastrutturazione?”
“In questo paese, e in special modo in questa regione, non si riesce a fare regia, neanche con soggetti che sono a capitale pubblico; perché non soltanto ciascuno ragiona entro i propri perimetri ma addirittura ognuno assume decisioni spesso decisamente in contrasto con gli altri, a discapito del territorio e dei suoi abitanti. Se vogliamo uscire dalle parole ai fatti, l’unica soluzione è creare una cabina di regia che metta insieme inderogabilmente i soggetti pubblici e che sia in grado di coordinare quelli privati che svolgono attività essenziali alla nostra economia e al nostro territorio. Perché l’unica grande opera urgente e necessaria è la messa in sicurezza del nostro territorio” conclude il consigliere regionale di Linea Condivisa.