Federmanager/Asdai Liguria: Innovation Manager soluzione per le imprese liguri che non investono in tecnologia

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Savona / Genova. La Liguria non è una consumatrice di tecnologie ma ha competenze validissime – in aziende già consolidate e in start up crescenti – che “facendo sistema” sarebbero in grado di crescere e di farsi conoscere in tutto il mondo. Una via sicura per raggiungere tale risultato è di avvalersi di un consulente per la trasformazione digitale, l’Innovation Manager, da oggi più facilmente reperibile grazie al recente decreto del Governo che istituisce uno speciale albo nazionale e un finanziamento alle imprese fino a 80 mila euro per investire in tale figura professionale. Questi, in sintesi, i punti salienti trattati nel convegno dal titolo “L’Open Innovation per la Trasformazione Digitale delle Aziende e della Società” organizzato nei giorni scorsi da Federmanager/Asdai Liguria presso la sala convegni di Iren e di fronte ad una numerosa platea di dirigenti e quadri delle più importanti aziende liguri.


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Obiettivo dell’incontro è stato fare un bilancio dei tre anni appena trascorsi di Industria 4.0 in Italia e in Liguria. Nutrito e di prestigio il tavolo dei relatori composto da Paola Girdinio (Presidente Centro di Competenza START 4.0), Lorenzo Basso (MESA Founder & Partner) Flavio Tonelli (Membro OCG Cluster Fabbrica Intelligente), Guido Conforti (Direttore Digital Innovation Hub Liguria), Andrea Gatti (CEO OSTP Group) e gli Innovation Manager Mauro Periccioli e Alessandro Guidi.

Quali e quanti sono stati gli interventi in Italia e in Liguria che hanno interessato Industria 4.0 nel 2018? La Liguria, come detto, vende tecnologie abilitative (Software e Hardware) ma non compra hi-tech e i dati lo dimostrano visto che solo il 6,1% degli investimenti delle imprese liguri è indirizzato a questo comparto. Si tratta di un dato lontano dalla media nazionale (10%) e dal Piemonte leader di questa speciale classifica (12,9%). Tra tutte le voci di investimento tecnologico (robot collaborativi, stampanti 3d, realtà aumentata, simulazioni test virtuali, integrazione orizzontale delle informazioni, Internet of things, gestione di dati su cloud, big data/analytics, cyber security) solamente nei materiali intelligenti – l’IIt di Genova è un’eccellenza in tal senso – il dato ligure è tra i primi in Italia e superiore alla media nazionale (2.1% contro l’1,8%). (Fonte: MiSE)

Trasformarsi digitalmente e tecnologicamente paga. A livello nazionale i dati emersi parlano chiaro: in Italia le imprese che puntano al 4.0 sono quelle maggiormente in crescita sia a livello di fatturato che di occupazione. Qualche esempio: nell’ultimo triennio sono appena il 19,3% le imprese tradizionali con fatturato in crescita contro il 42,7% delle imprese 4.0; il delta occupazionale delle imprese tradizionali è del +2,8% (sono il 16,4% quelle che hanno assunto e il 13,6% quelle che hanno licenziato) mentre quello delle imprese tecnologicamente più all’avanguardia è del +18,4% (sono il 17,8% le aziende che hanno fatto tagli al personale ma ben il 36,2% quelle che hanno aumentato i dipendenti) – (Fonte: MiSE). Un dato che non deve stupire considerando che il quadro macro economico del Documento di economia e finanza 2018 del Mef rileva che le riforme strutturali dell’Ue determinano un incremento del Pil, rispetto allo scenario di base, del 2,9% dopo cinque anni. L’1,2% di questa crescita (pari al 41,4%) è generato solamente da Industria 4.0. (Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato).

Elenco nazionale degli Innovation Manager. Come voluto fortemente da Federmanager, il Governo ha emanato il provvedimento istitutivo dell’incentivo per le Pmi per le attività dell’Innovation Manager e il conseguente aggiornamento dell’Elenco degli esperti in innovazione i cui servizi saranno finanziabili con il “Voucher Innovation Manager”. Per le Piccole Imprese, quindi, è previsto un finanziamento annuale di 40 mila euro per il 2019 e 2020 rimborsabile a fondo perduto sino al 50% dei costi sostenuti per i professionisti specializzati nella messa in atto dei processi di trasformazione tecnologica e digitale che utilizzano le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0. Sono compresi anche i progetti di ammodernamento degli asset gestionali e organizzativi dell’impresa nonché gli interventi per l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali. Il voucher sarà ridotto a 25 mila euro per le Medie Imprese con aliquota del rimborso del 30% mentre sale a 80 mila euro con l’aliquota del rimborso al 50% per le aziende che si costituiscono Reti d’impresa con un aggravio delle procedure burocratiche autorizzative della spesa da sostenere.