Cannabis made in Liguria, Coldiretti: filiera dalle grandi potenzialità ma occorre chiarezza per le aziende

Nella foto: Gianluca Boeri, Presidente Regionale di Coldiretti Liguria

Savona / Genova. “Serve un intervento definitivo del legislatore per tutelare i cittadini senza compromettere le opportunità di sviluppo del settore della Cannabis Sativa che in Liguria ha preso piede soprattutto nelle zone a più alta vocazione floricola, le quali stanno sperimentando le grandissime potenzialità di questa coltura, coltivata nel pieno rispetto delle regole” commenta Coldiretti Liguria in merito alle motivazioni della sentenza emessa a fine maggio dalle Sezioni Unite della Cassazione sui limiti della legge 242 del 2016. La sentenza rischia di frenare un settore in grande sviluppo in tutto il mondo,  che ha visto in Italia nel giro di cinque anni aumentare di dieci volte i terreni ad essa dedicati, dai 400 ettari del 2013 ai quasi 4000 stimati per il 2018, per un totale di circa cento aziende impegnate.

Per questo si osserva che “resta ovviamente salva la possibilità per il legislatore di intervenire nuovamente sulla materia, nell’esercizio della propria discrezionalità e compiendo mirate scelte valoriali di politica legislativa, così da delineare una diversa regolamentazione del settore che coinvolge la commercializzazione dei derivati della cannabis sativa nel rispetto dei principi costituzionali e convenzionali”. “Resta fermo il fatto che la legge specifica che per coltivarla bisogna essere agricoltori con un fascicolo aperto nel portale SIAN e seminare esclusivamente sementi certificate o piantine derivanti da semi certificati di varietà autorizzate dall’Unione Europea. Queste varietà come previsto dalle norme nazionali devono rispettare il limite massimo dello 0,2% di  thc. Produzioni che non rispettano questo parametro o che provengono da sementi non autorizzate dall’Unione Europea sono da considerarsi non a norma”. 

“Anche nella nostra regione – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa –  sono sempre di più le aziende che hanno investito nella coltivazione della cannabis, per contribuire a rispondere alla domanda del mercato nazionale con un prodotto 100% Made in Liguria. La Canapa Sativa e il progetto di filiera italiana, può rappresentare un grande passo avanti per l’economia agricola sia locale sia nazionale, ma occorre fare immediata chiarezza per quanto riguarda la commercializzane dei prodotti che da essa derivano: per la Liguria riteniamo possa contribuire al radicamento di una nuova opportunità di sviluppo per il nostro territorio e per facilitare quella modernizzazione che si richiede al comparto, riducendone notevolmente la dipendenza dall’estero. La cannabis coltivata in Liguria è un prodotto che punta sulla qualità delle infiorescenze, dalle quelli si producono principalmente estratti, oli aromatici, prodotti cosmetici, alimentari, che sfruttano tutte le caratteristiche positive contenute nei cannabinoidi, componenti nobili della pianta, che, al contrario del thc, possiedono proprietà che possono rispondere a diversi utilizzi. Come per tutti i settori produttivi del mondo agroalimentare Italiano, anche per il settore della canapa, deve valere il concetto di legalità e origine del prodotto: solo con questi principi si possono tutelare i produttori e i consumatori”.

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