Liguria, propaganda e “markette sovraniste” pagate con i soldi della Regione?

Toti e Lunardon

Savona / Genova. Questa sera, a partire dalle 21.30, il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti sarà presente alla serata inaugurale della seconda edizione di Liguria d’Autore, a Montemarcello Magra (piazza XIII dicembre). Sulla rassegna è polemico il capogruppo Pd in Regione Liguria, Giovanni Lunardon: «Puntuale come il caldo appiccicaticcio di luglio ecco di nuovo il festival dei sovranisti pagato con i soldi dei contribuenti liguri. Per il secondo anno consecutivo, infatti, il presidente della Regione Giovanni Toti ha speso 50 mila euro di risorse pubbliche per la propria propaganda politica e per portare sul nostro territorio, all’evento intitolato Liguria D’Autore in programma questo fine settimana ad Ameglia, personaggi come l’eminenza grigia dell’ultradestra americana Steve Bannon, ex consigliere di Trump molto amato da neonazisti e Ku Klux Klan o Philippe Vardon del Rassemblement National di Marine Le Pen. Poi, già che c’era, Toti ha anche approfittato dell’occasione per invitare alla manifestazione la sua collega coordinatrice di Forza Italia Mara Carfagna, facendo pagare a tutti i liguri un anticipo del congresso del suo partito».

Il problema però, sostiene il consigliere Lunardon, «non sono i nomi in tabellone – alcuni dei quali francamente raccapriccianti -, ma che Liguria D’Autore sia a tutti gli effetti una kermesse politica finanziata con soldi pubblici, visto che è co-organizzata e sostenuta economicamente da due enti istituzionali come Regione Liguria e Comune di Ameglia. Se il presidente della Giunta ligure vuole organizzare il festival del sovranismo è liberissimo di farlo, ma non con i soldi dei liguri. Apra il portafoglio oppure chieda un contributo al suo amico Putin, che pare che nel recente passato non sia tirato indietro con i suoi alleati della Lega. Con i soldi della collettività, però, non si fa propaganda. Anche alle Feste de l’Unità abbiamo invitato esponenti di altri partiti – compresi alcuni nostri avversari – ma si trattava (e si tratta ancora) di manifestazioni politiche totalmente finanziate con il lavoro dei nostri volontari, con sottoscrizioni e sponsor. Non ci è mai venuto in mente di pagarle con i soldi dei contribuenti».

“Il Partito democratico, nonostante il nome, ha uno strano concetto di democrazia: secondo i suoi esponenti dovrebbe poter parlare solo chi la pensa come loro” ribatte il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti in replica al Pd sulla rassegna cultura Liguria d’Autore, in programma da stasera a domenica a Montemarcello e Fiumaretta.
“Si può non essere d’accordo con quanto sostiene Steve Bannon – prosegue Toti – e infatti questo rassegna è improntata alla pluralità delle idee e dei punti di vista. Inoltre nella scorsa edizione erano presenti esponenti nazionali del PD, come saranno presenti in quella di quest’anno. Evidentemente questi rappresentanti Democratici possiedono una visione più aperta e ampia rispetto ai loro omologhi locali. Poi, a scorrere il programma con onestà intellettuale, si dovrebbe parlare non solo di kermesse politica, visto che sono previsti diversi incontri e dibattiti su temi di stretta attualità che nulla hanno a che vedere con la politica”.

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“In ogni caso – aggiunge-, visti i numeri messi insieme dalla rassegna dello scorso anno e la visibilità che l’evento ha avuto, siamo certi di aver contribuito a diffondere nel mondo l’immagine della nostra regione e di aver collaborato allo sviluppo dell’economia turistica e culturale della Liguria”. L’edizione 2018 ha visto oltre un migliaio di spettatori delle quattro serate, a cui si aggiungono i 200 della rassegna stampa mattutina e i circa 500 che hanno assistito alle cinque presentazioni di libri e alla finale dei Mondiali, che si giocava proprio nella domenica che ha chiuso la rassegna. Inoltre “grazie ai canali social sono stati raggiunti 70mila utenti su Facebook, Twitter e Instagram. Nutrito anche il gruppo dei media che ha seguito la rassegna, con uscite su tutti i quotidiani nazionali, Rai, Mediaset e anche in Francia, con Le Figaro. Capisco che il PD – conclude il presidente Toti – fosse abituato a vedere non più di un paio di festival l’anno sul territorio ligure, durante gli anni della propria amministrazione, e che ora sia stupito della ricchezza e della varietà di proposte per residenti e turisti. Mi dispiace per loro, ma il modello che stiamo applicando alla Liguria sta dando risultati concreti e quotidiani, i numeri lo certificano”.