Agenti e rappresentanti di commercio, la denuncia dei sindacati: “Quota 100 difficile da raggiungere, nodi irrisolti”

Savona / Roma. Riflettori accesi sulle difficoltà operative di accesso anticipato al pensionamento con “quota 100” per migliaia di agenti e rappresentati di commercio. In una nuova nota – dopo la prima inviata a fine febbraio – trasmessa al ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio, ai sottosegretari del Ministero del Lavoro Claudio Durigon e Claudio Cominardi, al presidente dell’XI Commissione Lavoro della Camera Andrea Giaccone e al presidente dell’XI Commissione Lavoro del Senato Nunzia Catalfo, le organizzazioni sindacali di categoria degli agenti e dei rappresentanti di commercio Fnaarc, Fiarc, Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil, Ugl e Usarci tornano con forza a sollecitare il Governo e le competenti Commissioni parlamentari a fornire chiarimenti e soluzioni al vuoto legislativo.

«Ancora oggi sono molti gli agenti di commercio che si vedono penalizzati dal poter beneficiare del trattamento pensionistico introdotto quest’anno” e che attendono una risposta» recita il comunicato congiunto diffuso tra i lavoratori.  «La disciplina introdotta, infatti – prosegue la nota – non ha tenuto conto delle specifiche modalità di svolgimento e cessazione dell’attività di intermediazione commerciale previste dalle norme di Legge e dagli Accordi economici collettivi (Aec) che regolano il rapporto d’agenzia».

Le organizzazioni sindacali di categoria degli agenti e rappresentanti di commercio sottolineano le contraddizioni fra le nuove norme e quanto, invece, previsto dal Codice Civile e dagli Aec. «In particolare, nella fase di chiusura dei rapporti contrattuali con le aziende rappresentate dagli agenti – spiegano i sindacati – la prevista impossibilità di cumulare la pensione “quota 100” con i redditi derivanti dall’attività, pena la sospensione dell’erogazione della stessa pensione, impedisce all’agente di commercio di poter incassare quelle provvigioni, relative a ordini conclusi prima della conclusione del rapporto contrattuale e maturate a seguito del rapporto stesso, ma pagate successivamente a rapporto d’agenzia concluso». «Il chiarimento nuovamente richiesto a Governo e Parlamento – concludono – è urgente per avere una corretta interpretazione della normativa, al fine di evitare un’ingiusta disparità a danno di un’intera categoria».

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