Olocausto, percorsi della memoria

Savona / Cracovia. De Vincenzi: “il ricordo di quanto è accaduto nei lager e nel ghetto non va dimenticato né cancellato”. Il Ghetto vecchio e il Ghetto Nuovo di Cracovia sono state, ieri, due tappe del percorso di memoria della delegazione del Consiglio regionale: gli studenti hanno visitato l’antico quartiere Kazimierz, che per secoli, fino alla fine della Seconda Guerra mondiale, ha ospitato la antica e numerosa comunità ebraica della città, che prima della Seconda Guerra Mondiale contava 68 mila persone rispetto ad un totale di 260 mila abitanti.


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I ragazzi, che erano accompagnati dal presidente dell’Assemblea legislativa Alessandro Piana, dal vicepresidente Luigi De Vincenzi, dal consigliere regionale Giovanni Boitano e dai rappresentanti della comunità ebraica, dell’Aned e dell’università di Genova, hanno visitato anche il “ghetto nuovo” di Podgorze  in cui, nel 1941, i 15 mila componenti rimasti della comunità ebraica di Cracovia furono concentrati dai nazisti, sopravvivendo in condizioni drammatiche a causa del sovraffollamento. L’area fu isolata dal resto della città con un muro: due anni dopo, i pochi residenti rimasti vennero deportati nei lager. Alle fine della guerra la comunità contava solo 3 mila persone: la maggior parte di loro decise di trasferirsi nello stato di Israele.

Ultima tappa della giornata è stata la visita dell’ex Fabbrica di Schindler, trasformata in un museo sulla Shoah e sull’occupazione nazista della città: il titolare dello stabilimento, un imprenditore tedesco, riuscì a salvare dalla morte oltre un migliaio di ebrei deportati nel lager facendoli lavorare, in condizioni più umane, nella sua industria che produceva pentole e oggetti smaltati per l’esercito tedesco.

Luigi De Vincenzi lancia un appello: «Il ricordo di quanto è accaduto nei lager nazisti di Auschwitz-Birkenau e nel ghetto ebraico di Cracovia non può e non deve essere né dimenticato né cancellato. La visita di questi luoghi di sofferenza è importante e la lezione che dobbiamo trarne va conosciuta, diffusa e tramandata. L’uomo si deve rendere conto di cosa sono stati capaci di fare alcuni uomini ad altri uomini, di cosa sia stata la bestia umana – ha aggiunto – e deve servire da monito». Secondo il vicepresidente questi luoghi «sono la drammatica ma innegabile testimonianza di quali tragedie possa provocare la discriminazione e la convinzione di un popolo di essere diverso e superiore rispetto agli altri popoli».

Giovanni Boitano spiega: «L’attuazione della legge regionale, che istituisce il concorso dedicato al Giorno della memoria e questo viaggio, è l’occasione per ricordare ai giovani quanto sia importante non dimenticare. Oggi la società è concentrata su problemi sicuramente importanti, ma non contempla più in modo adeguato alcuni valori fondamentali. Questa esperienza sarà importante per i giovani per affinare la loro sensibilità affinché il passato non torni». Il consigliere ha auspicato che sia il “Giorno della memoria” che il “Giorno del ricordo” (dedicato alla persecuzione degli italiani in Istria e Dalmazia alla fine della Seconda Guerra Mondiale, ndr) «abbiano un maggior coinvolgimento di giovani e anziani».

Oggi ultima tappa del viaggio nella capitale Varsavia.