Autonomia differenziata, Cgil Liguria: “rischia di aumentare le diseguaglianze tra le Regioni”

Savona / Genova. La Cgil Liguria si dice “fortemente preoccupata dal fatto che il percorso di autonomia differenziata possa aumentare, anziché ridurre, le diseguaglianze tra le Regioni mettendo a repentaglio l’unità del paese. La Cgil non è contraria a maggiori forme di autonomia, ma prima di avviare il confronto regione per regione si dovrebbe approvare una legge quadro a livello nazionale per definire i Livelli Essenziali delle Prestazioni e garantire a tutti senza eccezioni gli stessi diritti fondamentali. I temi trattati incidono in modo significativo sulla vita delle persone a partire da salute, istruzione e lavoro”.

“Lascia perplessi la scelta della Liguria di aderire al percorso dell’autonomia differenziata” dice il segretario generale Cgil Liguria, Federico Vesigna: “in parte perché quello dell’autonomia non é un tema particolarmente sentito a livello locale, ma soprattutto perché rispetto alle altre regioni del nord, che hanno fatto dell’autonomia una bandiera di rivendicazione politica, il nostro residuo fiscale è negativo, ovvero riceviamo in termini di trasferimenti dallo stato più di quello che diamo in termini di gettito fiscale. La Liguria non è il Veneto dove si può ipotizzare di spendere sul territorio i 9/10 delle tasse pagate allo Stato. E qui sta il principale elemento di incertezza rispetto alla proposta di autonomia differenziata presentato dalla Regione Liguria. Ancora prima di entrare nel merito della proposta, se autonomia vuol dire maggiori servizi e servizi più efficienti, la domanda deve essere con quali soldi si pensa di farlo. Anche perché l’unica misura che avrebbe garantito maggiori risorse era quella di trattenere una quota aggiuntiva dell’iva generata dai traffici in transito dal sistema dei porti liguri, elemento che non compare più nel nuovo testo deliberato nei giorni scorsi dalla Giunta”.

“La Cgil avrebbe preferito che la discussione sui contenuti della proposta di autonomia differenziata si fosse svolta prima, essendo passato più di un anno dall’ultimo incontro. Nonostante il ritardo e i limiti sopra esposti, nella riunione è stata registrata la volontà di non considerare concluso il confronto e nel poco tempo previsto la Cgil conferma la propria disponibilità, nell’auspicio che la Regione voglia utilizzare questa opportunità per intervenire nel merito e cambiare la proposta, per farla diventare una reale occasione di promozione dello sviluppo e di tutela dei diritti dei cittadini”.

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