Dissesto idrogeologico, Confagricoltura Liguria: oltre una frana su quattro colpisce terreni agricoli

Luca De Michelis

Savona / Genova. “Il dissesto idrogeologico – sottolinea in una sua nota Confagricoltura Liguria – è in crescita, rispetto alla precedente rilevazione del 2015: i Comuni italiani a rischio frane e alluvioni sono passati dall’88% al 91, la superficie territoriale a rischio frane e alluvioni è cresciuta del 2,9%”. I dati sono forniti dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). “Le frane registrate in Italia – sottolinea il presidente ligure di Confagricoltura, Luca De Michelis – rappresentano circa i due terzi delle frane registrate in Europa. Le frane e le alluvioni, oltre a costituire un grave rischio per l’incolumità dei cittadini italiani (1.850 morti, 2000 feriti, 318 mila senzatetto negli ultimi cinquant’anni), appesantiscono la finanza pubblica di un notevole onere per la riparazione dei danni (3 miliardi solo per le alluvioni dell’autunno 2018), che costa da tre a quattro volte più della prevenzione”.

Confagricoltura Liguria ricorda che nel dibattito politico sugli investimenti in “grandi opere” (particolarmente vivace in questo periodo), domina la realizzazione di nuove infrastrutture stradali e ferroviarie per il trasferimento veloce di persone e merci; i danni a tali infrastrutture per effetto del dissesto idrogeologico si tratta con attenzione molto inferiore. “È tuttavia – prosegue De Michelis – ampiamente dimostrato che riparare i danni di frane e alluvioni costa da tre a quattro volte più degli investimenti necessari per la prevenzione!”
Per effetto dei mutamenti climatici, dell’abbandono di molti terreni agricoli e della maggiore impermeabilizzazione del suolo (urbanizzazione), gli effetti distruttivi conseguenti al dissesto idrogeologico del territorio (frane, alluvioni) tendono ad aggravarsi, in un contesto generale già precedentemente critico per l’insufficienza degli interventi di prevenzione. “Secondo – precisa il direttore ligure di Confagricoltura, Andrea Sampietro – una stima del Ministero dell’Ambiente (2014), le zone agricole sono, dopo strade e ferrovie, maggiormente colpite dai danni da frane provocati dall’intensità delle precipitazioni meteoriche. Sono conseguentemente, fra le vittime, molti gli agricoltori, sorpresi da temporali e fenomeni alluvionali mentre cercavano di mettere in sicurezza gli animali e i beni strumentali delle proprie aziende (sul posto o in strada per raggiungere l’azienda)”.

“All’aggravarsi del dissesto idrogeologico contribuisce – interviene De Michelis – la crescita dell’urbanizzazione e quindi del suolo denaturalizzato e ‘impermeabilizzato’, ovvero del cosiddetto consumo di suolo. Dalla metà degli anni ’50, l’incremento del suolo urbanizzato è stato pressoché costante, attestandosi intorno a +164% nel 2017, con la superficie nazionale interessata che è passata dal 2,9% al 7,6%. E anche qui in Liguria qualche Comune vorrebbe sostituire terreni agricoli con parcheggi”.
Le conseguenze di frane e alluvioni sono più gravi anche per la riduzione della superficie territoriale destinata all’uso agricolo, conseguente in parte all’urbanizzazione, e in parte all’abbandono della coltivazione delle zone meno produttive, rimaste senza il presidio degli agricoltori e delle relative sistemazioni idraulico-agrarie del suolo. “Il ruolo di ‘custodia del territorio’ degli agricoltori va riconosciuto, ricordato, incentivato. Oltre il 58 % del territorio ligure è a rischio frane. Ed in una regione come la Liguria che del territorio fa ricchezza turistica, agricola ed agroalimentare questo dato, chiude Confagricoltura Liguria, deve giustamente allarmare. E non si deve dimenticare che tale dissesto è e sarà “nemico” delle “grandi opere”, qui come altrove indispensabili per il Paese”.

Advertisements