Commemorazione Guido Rossa, presidente Toti: “Genova simbolo della democrazia e di una città che non si arrende”

Genova / Regione Liguria.  “Oggi è una giornata particolare, piove, come pioveva quel giorno del gennaio 1979, in cui in Piazza De Ferrari c’erano 250mila persone che hanno dato l’ultimo saluto a Guido Rossa. L’ultima volta in cui i genovesi si sono riuniti in quella piazza è stato il 14 ottobre, per commemorare le vittime del ponte Morandi. Una giornata con un sole tiepido, diversa dall’altra, ma con lo stesso spirito e la voglia di sconfiggere il passato e ricostruire il futuro”. Lo ha detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, oggi allo stabilimento Ilva di Genova Cornigliano, in occasione della commemorazione per i 40 anni dall’uccisione di Guido Rossa.

“È la quinta volta che il presidente Mattarella viene qui in Liguria, sia nei momenti belli, come per l’inaugurazione della Casa di Sandro Pertini, sia nei momenti bui, come per il funerale delle 43 vittime del crollo di ponte Morandi – ha continuato Toti – Oggi è una giornata molto triste, in cui però il passato, il presente e il futuro si incrociano. Il presente comincia ad emendare il passato e a costruire un futuro migliore. Quando è stato ucciso Guido Rossa i terroristi pensavano di avere vinto, invece cominciavano a perdere la loro battaglia”.

“L’ultima volta – ha aggiunto il presidente Toti – in cui i genovesi si sono visti in piazza De Ferrari, il 14 ottobre, si è manifestata la stessa voglia di sconfiggere il passato, diverso per gli accadimenti, ma ugualmente orribile, per il carico forte che si è portato dietro di morte e distruzione. In quella piazza si è stretto un patto sociale, che ci fa essere parte della grande storia del nostro paese e del futuro dell’Italia. Un patto di cui oggi il nostro Paese ha estremo bisogno ed è un patto che celebriamo in questo stabilimento che rappresenta un pezzo di storia. Non è un caso infatti se oggi il presidente Mattarella sia qui, come non è un caso che anche il Santo Padre sia passato di qui, perché siamo in uno stabilimento che rappresenta il passato, ma ci auguriamo anche il futuro del nostro paese”.

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“È un patto sociale – ha sottolineato Toti – che ha rinsaldato i suoi bulloni quando è stato ucciso Guido Rossa, che fa parte della storia industriale di questo paese e del futuro dell’Italia e mentre parliamo il futuro lo stiamo costruendo. Due giorni fa sono arrivati i primi coil, le prime bobine di ferro, in questo stabilimento che ha tanto lottato per la sua sopravvivenza; mentre parliamo degli operai stanno lavorando sulla cima di quel che resta di ponte Morandi. Un ponte che è diventato, suo malgrado il simbolo di due sponde che si uniscono, di quel patto sociale che ha visto tutti quanti rimboccarsi le maniche per dare un futuro a questa città e a questo Paese”.

“Proprio le bobine di ferro e gli operai che lavorano sul ponte – ha concluso Toti – sono la migliore dimostrazione che Genova è una città che sa reagire, conscia del suo ruolo e in quelle rocchette di ferro e in quegli operai c’è il simbolo migliore di quel lavoro alla base della nostra democrazia e segnale chiaro della voglia di lottare di Genova, contro tutti i nemici della libertà, per costruire il proprio futuro e contribuire al futuro del Paese”.