Pd, Rete a Sinistra e Pci: “al fianco degli autotrasportatori che protestano contro il pacchetto mobilità”

Savona / Genova. (effe) – “Aderiamo alla mobilitazione degli autotrasportatori indetta da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti contro la modifica dei tempi di guida e di riposo in discussione al Parlamento europeo” dichiarano Giovanni Lunardon (capogruppo Pd in Regione Liguria) e Gianni Pastorino (capogruppo Rete a Sinistra Regione Liguria) che questa mattina eravano presenti ai varchi portuali di San Benigno e di Ponte Etiopia, mentre il consigliere regionale Francesco Battistini era ai presidi della Spezia, “per portare la nostra solidarietà ai lavoratori in sciopero”.

Come spiegano i sindacati le modifiche contenute nel pacchetto mobilità, se approvate, avranno un effetto dirompente sulle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa degli operatori mobili e porteranno a un aumento esponenziale delle ore di guida e a una compressione delle ore di riposo, deteriorando le condizioni di vita e di lavoro dei conducenti e amplificando i rischi per la salute e la sicurezza per tutti.

Domani mattina i lavoratori saranno in Consiglio regionale e il Partito Democratico e Rete a Sinistra – Liberamente Liguria presenteranno “un ordine del giorno per impegnare l’aula a sostenere la loro battaglia”: “Pensiamo sia opportuno che la Liguria si schieri al fianco degli autotrasportatori. Il fronte sindacale ha già raggiunto una prima vittoria in Commissione Trasporti, ma la partita non è ancora chiusa. Bisogna lavorare tutti insieme per garantire la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini”.

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L’europarlamentare ligure del Pd Brando Benifei esprime “vicinanza e adesione agli autotrasportatori che si stanno mobilitando in queste ore, anche in Liguria, contro il Pacchetto Mobilità in discussione al Parlamento Europeo. Come legislatore sto seguendo scrupolosamente anche in queste ore la vicenda e condivido le preoccupazioni dei lavoratori: quelle misure sui tempi di guida e di riposo e sul distacco internazionale renderebbero peggiori le condizioni di lavoro, ridurrebbero la qualità della vita dei trasportatori e metterebbero a rischio la sicurezza del loro lavoro e delle strade”. “Già dalla Commissione Trasporti, la scorsa settimana, è arrivato un voto importante di contrarietà a quelle modifiche, che sono un pessimo accordo sottoscritto anche dal Ministro Toninelli. Il mio impegno per rappresentare le richieste dei lavoratori e dei sindacati è totale e continuerà per evitare che queste modifiche ingiuste vengano riproposte dopo la bocciatura” conclude Benifei.

Anche il Partito Comunista Italiano esprime “vicinanza e solidarietà ai lavoratori in sciopero e sarà al loro fianco in qualsiasi azione di protesta contro certe logiche di sfruttamento”; “l’unità delle lotte e di tutti i lavoratori del settore – afferma Matteo Bellegoni, segretario regionale Liguria del Partito Comunista Italiano – saranno decisive per sconfiggere la volontà di costruire politiche create, ancora una volta, ad arte in favore di aziende e poteri forti, in uno dei tanti comparti in cui le condizioni di lavoro sono sempre più estreme ed i lavoratori sono sottoposti a sempre più ricatti”.

Sindacati: “per miglioramento nella produttività si sceglie anche di peggiorare le condizioni di vita di lavoratrici e lavoratori”
Gli scioperi del 14 e 21 gennaio (conducenti di autobus) sono mobilitazioni sovranazionali coordinate dalla federazione Europea dei Lavoratori dei trasporti ETF, organizzate al fine di sensibilizzare il legislatore e ottenere il blocco del peggioramento delle attuali condizioni, attraverso la modifica dei testi in discussione nel parlamento europeo. Da tempo, si legge in una nota della segreteria Cgil Filt Liguria, “il sindacato si sta chiedendo come riorganizzarsi per adattarsi alle necessità dettate dal contesto, fatto di modifiche ai quadri regolatori sovranazionali che troppo spesso hanno conseguenze peggiorative sul mondo del lavoro. L’indirizzo scelto dal Parlamento Europeo a trazione PPE, per ciò che riguarda il mondo dei trasporti, ci ha continuamente confermato la scelta di muoversi verso la completa liberalizzazione di tutti i settori, senza costruire però le necessarie tutele per i lavoratori e, molto spesso, anche per la sicurezza degli utenti. Di fatto, quando si interviene sulle norme che regolano i tempi di lavoro e i tempi di riposo, aumentando i primi e riducendo i secondi per determinare un miglioramento nella produttività delle imprese, si sceglie anche di peggiorare le condizioni di vita di lavoratrici e lavoratori e, contestualmente di ridurre le tutele per la sicurezza”.

Non è semplice organizzare i lavoratori contro provvedimenti legislativi assunti in sede comunitaria, perché si tratta di forme di mobilitazione impegnative e non tradizionali. Ma questa è sicuramente la nuova frontiera del sindacato perché abbiamo la necessità di individuare interlocutori diretti in possesso delle leve necessarie a risolvere le vertenze. In vista delle prossime elezioni europee di maggio i partiti politici farebbero bene a ricordare che nelle aule delle istituzioni comunitarie non si decidono solo provvedimenti necessari ai consumatori e alle imprese, ma soprattutto si determina la qualità della vita di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, che si stanno lentamente organizzando per tornare finalmente a far sentire la loro voce nei luoghi dove vengono assunte le decisioni che li riguardano direttamente”.