Alassio Salute, presidio a rischio di chiusura

interrogativi luminosi

Alassio. Il grido di allarme arriva dal Sindaco di Alassio Marco Melgrati e dal direttore e fondatore di Alassio Salute, Francesco Bogliolo: il 31 dicembre su indicazione dell’Assessorato della Regione verrà infatti a decadere il contratto a tre tra Alassio Salute, Comune di Alassio e Asl Savonese che da 15 anni permette al centro di fornire fondamentali servizi sanitari alla persona e alla comunità 12 ore al giorno 7 giorni su 7.

“Anche Alassio Salute è finito nel progetto di smantellamento dei centri salute – spiega lo stesso Bogliolo – e dal 1° gennaio l’Assessorato alla Sanità della Regione Liguria non ha più voluto rinnovare quello che può essere considerato un vero e proprio fiore all’occhiello del progetto: un polo della sanità territoriale aperto 12 h giorno 7 gg su 7, tutto l’anno. Hanno deciso che non serve più”.

Alassio Salute è sicuramente un’esperienza e un progetto che per oltre 15 ha funzionato egregiamente fornendo servizi fondamentali alla comunità e alla persona e producendo anche un risparmio in termini di costi di gestione: “Lavorare in gruppo come abbiamo lavorato noi ad Alassio – commenta Bogliolo – comporta un indubbio vantaggio anche in campo di economia sanitaria: sono dati incontrovertibili forniti dall’Asl stessa. Per altri motivi si è deciso che questa cosa non s’ha da fare più. Viene chiusa senza peraltro proporre un’alternativa”.

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Stando così le cose, dal 1° gennaio Alassio Salute dovrà diminuire sensibilmente i servizi sanitari e, naturalmente anche l’orario di apertura al pubblico più che dimezzato: 6 ore al giorno 5 giorni su 7. “Alassio Salute è un progetto che sentiamo profondamente nostro. Nato con Marco Melgrati e con noi – continua Bogliolo – ci siamo confrontati, anche con i medici coinvolti nel progetto e abbiamo deciso che per ancora due mesi, a nostre spese, cercheremo di mantenere servizi e orari il più possibile vicini all’attuale assetto. In questo lasso di tempo cercheremo di costruire un altro percorso che permetta di salvare il progetto e il servizio. Nella giornata di ieri ci siamo seduti al tavolo della Regione, per un confronto diretto con l’Assessorato che ha manifestato l’impegno a cercare una soluzione nei primi giorni del 2019. Noi ci siamo impegnati per i prossimi 60 giorni investendo solo risorse proprie a mantenere il servizio per evitare grosso disagio all’utenza, residente e turistica, ​anche in un periodo ad alto rischio di morbilità a causa delle influenze. Ma oltre i due mesi non sarà più possibile. Ci auguriamo che in questo lasso di tempo l’Assessorato alla Sanità della Regione comprenda le conseguenze e anziché staccare la spina, rilanci con una proposta più moderna di quella varata 15 anni fa. Noi saremmo più che disponibili a rilanciare, non lo siamo a fare un passo indietro”.

“Siamo fiduciosi che il Presidente della Regione si faccia carico di questo problema – commenta Marco Melgrati che del progetto, quindici anni fa era stato il promotore e primo sostenitore – Non possiamo pensare che i centri salute chiudano e che i cittadini debbano far chilometri per servizi di prima necessità. Parliamo di servizi al cittadino che non possono essere forniti diversamente. Parliamo di strutture create in risposta a una precisa necessità che arriva da considerazioni logistiche, di flussi turistici, di popolazione anziana, e di mancanza di ospedali. Strutture che funzionano e che sono diventate punto di riferimento della popolazione e che non possano venire a mancare. Confido che la Regione valuti soluzioni alternative e che nel frattempo conceda una proroga. Si tratta in ultima analisi di denaro pubblico destinato alla sanità e ai servizi sanitari al cittadino e che da questa finalità non può essere distolto”.