Dal teatro al libro: Max Manfredi presenta il suo “Faustus” alla Ubik di Savona

Savona / Genova. (effe) – Dal teatro alla pagina scritta: venerdì 21 dicembre alle ore 18 il musicista e scrittore Max Manfredi sarà con l’editore Fabrizio Calzia alla Libreria Ubik di Savona per presentare il suo ultimo libro, “Faustus” (Galata edizioni, collana Destini incrociati, 2018), che riprende lo spettacolo teatrale andato in scena l’anno scorso al Teatro Garage di Genova e altrove.

Nato a Genova “in epoca lontana” e “laureatosi cantautore a metà degli anni ’80 del secolo che fu”, Max Manfredi (il musicista definito da Fabrizio De André “il più bravo di tutti”, autore di sei dischi e cinque libri) condensa e realizza nel suo “Faustus”, parole dell’autore, “un lavoro almeno trentennale di ricerca e di scrittura”, integrando – e anche disintegrando – “con una partitura elastica fatta di suoni, di musiche, di versi poetici, di calembour teatrali” i testi classici di Marlowe e di Johann Spiess, la sua Historia von D. Johannes Fausten datata 1587 che fu uno dei primi libri stampati in Europa.

Scrittura drammaturgica, breve, concentrata, essenziale (il volume non arriva alle 100 pagine), il tema di Faustus nel libro di Manfredi  “viene ridotto al minimo, purgato degli intermezzi spuri e comici”, anzi, ridotto a un dialogo fra l’uomo, che non voleva essere un uomo, e il dèmone, che non vorrebbe essere un dèmone. Un testo che in certo modo ricorda il teatro dell’assurdo ma soprattutto, è stato detto, “non fa che sottolineare e ribadire l’assurdo del teatro, e la sua necessità intransitiva e musicale”.

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“Sublime o antisublime?” si legge in un passo della “Lettera a Max” di Franco Arato che accompagna questo ultimo libro del musicista e scrittore Massimo “Max” Manfredi: “A me pare che nella zuffa tra quei due per te vinca sempre il primo. Sì, si può scherzare sul professorino anglo-tedesco, sui suoi sogni di carriera e di giovinezza, sui suoi incauti esperimenti chimico-diabolici; e tuttavia tu ti sei davvero seduto ‘inquieto dinanzi al sipario del suo cuore’ (parole della chiusa). Ci hai creduto. E se non ci avessi creduto non avresti scritto, non saresti salito sul palco a illuderti, a (sublimemente) illudere il tuo pubblico”.