Risate a crepapelle al Teatro Ambra con Enrico Brignano

di Alfredo SgarlatoAlbenga. Sconfina a novembre “Ottobre De Andrè” con una speciale fionda autunnale conferita a Enrico Brignano. Ad aprire la serata, presentata da Mario Mesiano, Vittorio De Scalzi, amico di Faber, più volte presente sul palco del Teatro Ambra, con alcune delle sue storiche canzoni. Imbracciata la chitarra omaggia l’amico con “Crȇuza de mä”, omaggia la sua (la nostra) Genova, e non può non cantare “Signore io sono Irish” e “Quella carezza della sera” in una delicata versione acustica,  con la sua voce inconfondibile, accompagnato al piano da Franco Fasano.

Dopo che il pubblico ha ascoltato e cantato in coro le indimenticabili canzoni di De Scalzi tocca a Enrico Brignano raccontarsi e divertire i presenti. La serata mescola intervista e spettacolo, Brignano prende spunto dalle canzoni per rievocare episodi della sua adolescenza; molti dei presenti hanno vissuto quelle esperienze, ma la vis comica dell’attore romano sa rendere leggendari un dj a mezzo servizio, un pranzo di matrimonio deludente, una mangiata colossale.

Brignano racconta gli inizi di una carriera ormai trentennale, veramente esilarante il ricordo del primo corso di teatro, che ovviamente non possiamo rendere qui, non potendo riprodurre sulla pagina le incredibili capacità di mimesi vocale dell’attore, né i suoi tempi comici. Enrico spiega anche le tecniche attoriali, ma fa notare come i tempi comici o la capacità di rileggere la realtà si hanno dentro o non si hanno, e lui li ha, e il pubblico ride continuamente, spesso in maniera irrefrenabile.

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Non è facile oggi far ridere qualsiasi pubblico, senza essere né volgari, né faciloni e scontati, ma neanche troppo sofisticati da arrivare solo a pochi eletti: Brignano ci riesce. Certamente ha anche grandi capacità tecniche, che mostra per esempio facendo il grammelot, la lingua inventata che i comici hanno usato per prendere in giro i potenti, dalle signorie al fascismo, partendo da tutti i dialetti.

Sul palco lo raggiungono Gino Rapa e Antonio Ricci e la conversazioni fila leggera, fino alla consegna da parte del Sindaco Giorgio Cangiano della fionda, mentre De Scalzi riceve il gioiello che riproduce il centro storico di Albenga. L’omaggio finale è al grandissimo Nino Manfredi, e a Rugantino, personaggio simbolo di Roma che i due attori hanno interpretato: tutti a cantare “Roma nun fa la stupida stasera” e poi “Bocca di Rosa”, a chiudere una serata divertentissima e una bella edizione di Ottobre De Andrè, premiata da grande affluenza di pubblico  e una generosa solidarietà verso la Comunità di San Benedetto al Porto e l’Ospedale Gaslini, cui sono destinati i fondi raccolti.

*Foto di Isabella Donà