Commercio e aperture festive, mobilitazioni in tutta Italia

Davide Guarini

Nel giorno di festa non c’è l’obbligo alla prestazione lavorativa. Lo ricordano i sindacati del commercio, turismo e servizi Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs alla vigilia della festività religiosa di Ognissanti del 1° novembre.


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Diverse le iniziative di mobilitazione indette a livello locale. Nel Lazio e in Puglia i sindacati hanno proclamato una giornata di sciopero “per restituire diritti e dignità sottratti in nome di una liberalizzazione che ha determinato abusi e tanto precariato” si legge nel volantino diramato nei negozi, nei supermercati, negli iper e nei centri commerciali. In Trentino, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Calabria, Sardegna e Sicilia le tre federazioni invitano i lavoratori ad astenersi dal lavoro considerato che “la prestazione nelle giornate di festa è solo su base volontaria e ogni lavoratore può esercitare il diritto al riposo e santificare la festa senza conseguenze”.

La mobilitazione è in linea con le proposte presentate nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati dai sindacati e dalle rispettive confederazioni Cgil Cisl Uil, ricevuti in audizione dalla X Commissione Attività Produttive nell’ambito dell’esame delle proposte di Legge sulla revisione della normativa sulle liberalizzazioni.

La ricetta suggerita dai sindacati contempla il divieto di apertura domenicale e festiva in linea di principio generale con deroghe fino ad un massimo di 12 domeniche all’anno –  stabilite dalle Regioni con apposito decreto dirigenziale da emanare di intesa con gli Enti Locali e sentito il parere delle associazioni imprenditoriali del commercio, dei consumatori e delle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale – oltre alla chiusura nelle 12 festività nazionali, civili e religiose del 1° gennaio, 6 gennaio, Pasqua e lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1° novembre, 8 dicembre, 25 e 26 dicembre.Leggi la proposta completa
Per il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini «si tratta di una proposta equilibrata, pienamente condivisa dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, che rimette al centro la concertazione tra parti sociali e la contrattazione tra aziende e sindacati restituendo la competenza della materia alle Regioni ed agli Enti Locali nel rispetto della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori».

«Il nostro auspicio – ha concluso il sindacalista – è che il Governo, nella ridefinizione del provvedimento normativo sugli orari di apertura dei negozi, tenga conto della mediazione da noi proposta che risponde ad una chiara e precisa esigenza dei lavoratori del settore, prevalentemente donne, che tenda dunque ad una maggiore conciliazione vita-lavoro e ad una flessibilità contrattata in cui la prestazione domenicale e festiva sia volontaria e retribuita ad hoc».