Donazioni all’Unità Coronarica del San Paolo di Savona

Savona. L’Associazione Amici della cardiologia del San Paolo di Savona ONLUS, presieduta dal Dott. Alfredo Gandolfo, grazie ai contributi derivanti dal 5 per mille, ha acquistato e donato alla S.C. Cardiologia del San Paolo, diretta dal dott. Pietro Bellone, sei moduli per la rilevazione invasiva della pressione sanguigna.


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Grazie a questi sistemi, sui monitor delle sei postazioni dell’Unità Coronarica, sarà possibile controllare in modo continuativo e in tempo reale la pressione arteriosa dei ricoverati; lo stesso segnale sarà trasmesso nella postazione di controllo centralizzato da dove il cardiologo o l’infermiere segue i parametri di tutti i pazienti.

“La pressione arteriosa (PA) può essere misurata sia con metodica non invasiva sia con metodica invasiva.

-Il sistema non invasivo è quello più conosciuto ed usato e richiede l’utilizzo di un bracciale pneumatico.

-Il monitoraggio invasivo – o cruento – prevede l’incannulamento di un’arteria tramite una cannula arteriosa collegata ad un set a circuito chiuso e al trasduttore di pressione, che comunica a sua volta con un monitor. Sul monitor viene visualizzata sia l’onda pressoria sia il suo valore numerico (pressione arteriosa sistolica, diastolica e media).” spiega il Dott. Bellone.

La cateterizzazione intra-arteriosa rappresenta il gold standard per la misurazione e il monitoraggio della pressione arteriosa ed è raccomandata nelle linee guida internazionali a tutti i pazienti in Terapia Intensiva per i quali è necessario un attento monitoraggio della Pressione arteriosa.

“Il monitoraggio invasivo della pressione arteriosa  trova indicazione soprattutto quando il paziente presenta instabilità del quadro clinico per stati ipotensivi gravi secondari ad infarto miocardico acuto, scompenso cardiaco refrattario, aritmie ventricolari complesse e ripetitive, shock cardiogeno ecc.” chiarisce il Dott. Bellone

E questo è proprio il caso dei pazienti ricoverati in Unità Coronarica, dove le criticità cardiache sono gravi e devono assolutamente essere monitorate momento per momento.

“Questa metodica rientra nella strategia del cosiddetto accesso arterioso, con un sistema a risparmio di sangue che permette di aggiungere anche la misurazione arteriosa senza aumentare il numero delle punture arteriose, riducendo così il consumo di sangue per il prelievo, con minori disagi per il paziente e con minori rischi di lesioni arteriose indotte” spiega ancora Bellone.

“Anche questa esperienza, come moltissime altre nella nostra regione, conferma il valore della solidarietà dei cittadini e l’impegno del volontariato, che nel campo della Sanità sanitario affiancano il sistema sanitario e permettono spesso di raggiungere obiettivi comuni di miglioramento e di qualità nella cura ed assistenza dei nostri pazienti” commentano dalla Direzione di ASL 2.