L’oliva taggiasca DOP deve essere solo ligure?

olive

L’oliva taggiasca, coltivazione simbolo del Ponente ligure non ha, ad oggi, ottenuto il riconoscimento della DOP: Coldiretti si schiera per vederle riconosciuto il marchio che la legherebbe indissolubilmente al territorio d’origine, garantendo la massima trasparenza e tracciabilità del prodotto. Lo rende noto Coldiretti Liguria, sottolineando l’importanza di ottenere questo riconoscimento per una delle grandi eccellenze della Liguria, che al momento non ha nessuna garanzia di tutela né per i produttori né tanto meno per i consumatori. Il nome Taggiasca, pur essendo chiaramente riferita all’oliva del nostro territorio, varietà tipica della Liguria denominazione toponomastica, è anche il nome della varietà della pianta, e secondo il MIPAAF, per questa coincidenza terminologica, non può fregiarsi del riconoscimento della DOP. Anzi, essendo il nome varietale di una pianta d’olivo, chiunque nel Mondo, può produrre e confezionare con il nome Taggiasca sia olive che olio extra vergine. Attualmente la DOP Riviera Ligure, nelle sottozone Riviera dei Fiori e Riviera del Ponente Savonese garantiscono effettivamente l’olio extravergine ligure ottenuto da varietà taggiasca coltivata in Liguria, mentre per l’oliva da mensa e l’olio extravergine “di taggiasca”, non essendo obbligatoria la certificazione DOP, si rimane in un limbo privo di certificazioni che può trarre in inganno il  consumatore sulla reale provenienza del prodotto acquistato e sulla sua qualità.

“L’oliva taggiasca – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato Confederale Bruno Rivarossa – è un’importante risorsa del comparto agricolo del nostro territorio e merita di essere protetta e tutelata sia nell’interesse dei consumatori, che hanno il diritto di avere a disposizione un prodotto di provenienza certa, sia per i produttori che, con il loro lavoro, hanno creato la notorietà di questo prodotto. È necessario, quindi, per una questione di trasparenza e tracciabilità alimentare che si intervenga in modo deciso per difendere l’intera filiera produttiva dell’oliva taggiasca: se si otterrà il riconoscimento della DOP il consumatore finale avrà la certezza che le olive e l’olio acquistato provengano esclusivamente dal territorio ligure”.

“È per questo – continua Rivarossa –  che Coldiretti, sta portando avanti la battaglia per il riconoscimento della DOP all’oliva taggiasca, anche attraverso il ricorso al TAR dello scorso maggio, appoggiando il Comitato Promotore dell’Oliva Taggiasca, composto da 1382 aziende produttrici che coltivano 2400 ettari di terreno, che corrispondono a più del 60% delle piante di taggiasca in coltura,  i quali hanno avvertito il pericolo di non legare questa pregiata oliva al territorio compromettendo il significato della sua notorietà. È una battaglia importante per il nostro territorio, i suoi prodotti e la nostra economia”.

Advertisements