Albenga Jazz Festival 2018 prima serata

di Alfredo Sgarlato – Prima serata della settima edizione dell’Albenga Jazz Festival, organizzato dall’Associazione Le Rapalline in Jazz con la collaborazione del Comune di Albenga, della Fondazione Oddi e dell’Associazione Tra le Torri. Dopo il saluto delle autorità sale sul palco il Claudio Chiara String Quartet & Rhythm. Un originale doppio quartetto che oltre al sax alto del leader propone un quartetto d’archi, Alice Costamagna e Umberto Fantini violini, Maurizio Redegoso Kharitian viola, Giuseppe Massaria Violoncello, oltre ai tre ritmi Gianluca Tagliazucchi piano, Aldo Zunino contrabbasso e Enzo Zirilli batteria, sezione ritmica tra le più valide proposte dalla feconda scena genovese.


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Non mancano incisioni jazz con orchestra d’archi, celeberrime quelle di Charlie Parker, molto più raro l’inserimento di un quartetto da camera. Non è facile scrivere per gli archi partiture jazz, musica nata su altri strumenti, ma Chiara riesce nell’intento, sia con brani propri che con arrangiamenti di brani altrui. Si apre con un tema del grande band leader Thad Jones, siamo nei territori del bop, gli archi interagiscono coi ritmi e il sax come fossero un’unica voce, l’amalgama è molto riuscito. Le composizioni di Thad Jones fanno la parte del leone, il gruppo esegue anche “Canto triste” di Edu Lobo, tema tutt’altro che triste ma dolcemente ritmato, e lo standard “Where or when”, cavallo di battaglia di Ella Fitzegerald, Sinatra e a ruota tutti i grandi cantanti. Una ballad di un altro fondamentale Jones, Quincy, chiude la serata.

Valide le composizioni originali del sassofonista, in cui l’interplay tra gli strumenti dà il massimo, gli archi agiscono sia da sezione orchestrale, che come un quinto solista, solo il violoncellista prende un a solo. Bello il bis “Altre persone”, che parte da un ostinato pianistico molto gradevole. Notevoli i solo del sassofonista Chiara, molto agile sui temi veloci e meditativo su quelli più piani, e del pianista Tagliazucchi, molto brillante, con frasi e arpeggi ritmati. Anche Zunino prende due gustosi a solo e Zirilli è un ottimo batterista.

Il pubblico gradisce la proposta degli otto interpreti e sottolinea con applausi gli a solo, gli stacchi e le variazioni melodiche all’interno dei brani. La musica del gruppo è gradevole, non si tratta di jazz sperimentale che avrebbe svuotato la piazza, melodie e ritmi sono fascinosi, gli arrangiamenti di Chiara evitano la stucchevolezza che a volte hanno gli archi nel jazz, risultando freschi e ariosi, quello che ci voleva in una serata così calda.

Il jazz può essere definito hot o cool, caldo o fresco, scaldare i cuori e rinfrescare le membra è l’effetto che può fare in una sera d’estate in una bellissima piazza circondata da edifici storici, e stasera sarà di nuovo così col trio di Rachel Gould e Luigi Tessarollo.

*Foto di Giovanna Cirotto