Terreni Creativi 2018 seconda serata

di Alfredo Sgarlato – Albenga. Secondo appuntamento con Terreni Creativi 2018 presso l’azienda BioVio di regione Massaretti. L’inizio della serata è molto particolare: l’attore Marco Cacciola accoglie il pubblico, si presenta, spiega la genesi dello spettacolo, intitolato “Farsi silenzio”, e invita ad indossare una cuffia. Gran parte del lavoro si ascolta attraverso di questa, e la voce di Cacciola si accompagna a rumori ambientali, conversazioni al bar, voci di persone incontrate. L’autore/ attore ci racconta un viaggio, alla ricerca del significato del Sacro, da parte di un ateo, che si confronta con artisti, bambini, anziani, bariste cinesi. A volte si ferma, ci invita ad ascoltare il silenzio, o a seguirlo fuori dalla sala a contemplare lo spazio circostante (omaggiando Cage). Una meditazione molto profonda, ma raccontata con leggerezza, anche con divertimento.

Sacro e viaggio sono temi ricorrenti per tutta la serata. Dopo la ricerca di Marco Cacciola la dissacrazione di Quotidiana.com con la seconda parte di “Episodi di assenza 1- Scienza vs Religione (precipitevolissimevolmente)”. Continua lo scontro tra materiali alti e bassi, teologia e cultura pop, sacro e profano che il quintetto aveva iniziato la sera precedente, con battute fulminanti e riflessioni mai banali. Esilarante la serietà impassibile con cui gli attori si cimentano in buffi balletti.

Novità di quest’anno è la proiezione di un film accanto agli spettacoli teatrali e musicali, comunque un film diretto da un uomo di teatro, Pippo Delbono. L’autore vuole rispettare il desiderio della madre che metta in scena il vangelo, e Delbono, reduce da una malattia agli occhi, riflette sulla visione, sul come affrontare il vangelo oggi, e pensa che Gesù camminava sull’acqua, oggi nell’acqua muore chi fugge da guerre, povertà, dittature (poi c’è chi dice che non è vero, perché invece dell’acqua si beve qualsiasi cosa). Il “Vangelo” di Delbono è girato in gran parte con l’i-phone, le immagini sono a volte sgranate a volte plasticamente composte (l’operatore è Fabrice Aragno, collaboratore di Godard), gli interpreti sono rifugiati, mostrati con pudore e partecipazione. Terminata la visione Oliviero Ponte di Pino intervista Pippo Delbono.

Dopo chi viaggia in cerca di risposte e chi fugge dall’orrore si chiude con chi da paesi lontani ci porta la propria cultura: Makadem, musicista dal Kenia. Polistrumentista, suona il “nyatiti”, una cetra, e la kalimba, e canta con voce dolce e potente. Ritmi ipnotici, suoni arcani, testi in swahili e inglese, viene paragonato a Fela Kuti, ma il paragone va preso più per il carisma sul palco che per lo stile, che è molto diverso. Una bella conclusione di una serata che ha mostrato come ci sia ancora, nel teatro contemporaneo, chi affronta i grandi temi, e sa comunicare. Serata finale stasera all’Ortofrutticola.

*Foto cortesia dell’ufficio stampa di Kronoteatro