Andora, Gian Piero Alloisio ricorda l’amico Giorgio Gaber

Andora. Nell’ambito della Rassegna Letteraria “Sguardi Laterali incontri con gli autori su temi inconsueti” martedì 14 agosto 2018 ospite dell’incontro Gian Piero Alloisio, autore e drammaturgo racconta attraverso aneddoti divertenti e commoventi la sua amicizia con Gaber e l’uomo Gaber in famiglia, in camerino, Gaber come persona.

In conversazione con Christine Enrile e il giornalista Claudio Porchia l’autore attraverso il racconto del suo libro “Il mio amico Giorgio Gaber – Tributo affettuoso ad un uomo non superficiale” svelerà al pubblico fatti mai pubblicati.

«Dopo gli anni di Radio Alice ci furono i cosiddetti anni di piombo e io», ricorda Gian Piero Alloisio, «mentre Francesco De Gregori cantava che i suoi amici erano tutti in galera, per non finire tra gli amici di De Gregori, mi rifugiai in via Frescobaldi a Milano, a casa di Giorgio Gaber.»
Quando arriva a Milano, Alloisio è un giovane autore promettente, può vantare collaborazioni con Guccini, album, concerti, e uno spettacolo teatrale. Sottobraccio tiene un nuovo testo: Ultimi viaggi di Gulliver. Gaber, che per tutti è già il Signor G., rimane colpito da quel ragazzo dal pensiero veloce, ne intravede il talento, definisce l’opera «una tesi di laurea in drammaturgia», un possibile esempio di teatro-canzone collettivo “in stile Gaber”.
Lo spettacolo debutta ad agosto del 1981 al Teatro Carcano di Porta Romana, a Milano, e nonostante le difficoltà che hanno scandito le prove, si rivela un successo. Sul tabellone, sotto il titolo, appaiono i nomi degli autori: oltre ad Alloisio e Gaber, che si occupa anche della regia, figurano Sandro Luporini e Francesco Guccini.
Inizia così una collaborazione che si svilupperà per oltre un decennio, in una Milano dal doppio volto: da un lato la città forgiata dal boom economico, tutta locali scintillanti, champagne, starlette e ricchi imprenditori venuti fuori dal nulla; dall’altra il rifugio di un’intera generazione di intellettuali, cantanti, attori: Dario Fo e Franca Rame continuano a misurare il perbenismo degli italiani nelle loro commedie, Gabriele Salvatores comincia ad affermarsi come regista, sul palco del Derby Enzo Jannacci si alterna con una nuova classe di giovani comici capitanata da Diego Abatantuono.
Gaber con «i capelli vaporosi» e il suo incedere dinoccolato è uno dei fuochi intorno a cui si radunano i giovani. Maestro generoso e artista severo, Gaber li accoglie, li incita, li guida, a volte perde le staffe. Alloisio, protagonista e testimone di quella stagione unica, di ricordo in ricordo, ci fa conoscere Gaber “come persona”: al ristorante con gli amici, mentre scherza con Battiato o Calasso; alle prese con il testo di una canzone, o l’intonazione di un monologo; o mentre dirige, come regista, la moglie Ombretta. E di nuovo sul palco, stoico e beffardo, nonostante la malattia avesse già iniziato a manifestarsi.

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