Disoccupazione: l’agricoltura è una risposta per i giovani

Li hanno chiamati bamboccioni ma in realtà il 56% di loro accetterebbe un posto da spazzino, il 51% punterebbe a un lavoro nella food delivery (consegna di cibo a domicilio) e un 50% farebbe il dog sitter. Sono i giovani italiani tra i 18 e i 34anni alla ricerca di un impiego, che ad oggi si trovano costretti a vivere con la paghetta dei genitori. Lo rende noto Coldiretti, su dati Eurostat, specificando che a Livello Nazionale la mancanza di lavoro costringe i giovani a restare a casa con i genitori fino a 30,1 anni, quattro in piu’ rispetto alla media europea di 26 anni.


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Le difficoltà economiche, con un mercato del lavoro altalenante dove si registra, a livello nazionale, un tasso di disoccupazione del 31,7% costringono sempre più giovani a rimandare i progetti di indipendenza ad un futuro che non sembra neanche troppo vicino. Una situazione di disagio sociale che non di rado spinge i nostri giovani a cercare lavoro all’estero. La Liguria non fa eccezione, con un tasso di disoccupazione maschile che si è attestato a 10,6%, mentre quello femminile addirittura all’11,7%. Molti però sono i giovani under 40 che hanno scelto di provare la strada del lavoro autonomo in agricoltura, aprendo una propria azienda o rilevando quella della famiglia. È così che nel 2017 è stata registrare in Liguria la presenza di quasi 900 imprese giovani (il 10% in più rispetto al 2016), numero che continua costantemente a crescere e che aiuta i ragazzi a non abbandonare il territorio.

“La Liguria – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gerolamo Calleri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – come il resto d’Italia vive le difficoltà proprie della ricerca di un lavoro stabile. A dare una boccata d’ossigeno ai giovani in una Regione a vocazione turistica come la nostra, è il lavoro stagionale, ma questo non basta per dare stabilità, sicurezza e possibilità di realizzazione. È per questo che molti hanno scelto di costruirsi un’indipendenza in agricoltura e nell’allevamento, scelta consapevole e non soluzione di ripiego in tempo di crisi: la terra ligure, tra le più care d’Europa, non facilita l’entrata dei giovani e proprio per questo i ragazzi che scelgono il lavoro agricolo sono determinati e convinti.

Come Coldiretti,  nonostante il ritorno all’agricoltura giovi al nostro territorio e alla nostra società, riteniamo che il nuovo Governo debba identificare come priorità da risolvere il mancato inserimento dei giovani nel mondo del lavoro: questa è una perdita di risorse insopportabile per un Paese vecchio come l’Italia che deve tornare a crescere in modo deciso. Non possiamo più permetterci che i ragazzi abbandonino i nostri territori.”