Liguria, una mozione di censura contro l’assessore all’agricoltura Stefano Mai

Nella foto: Stefano Mai, assessore regionale all’Agricoltura e allo Sviluppo dell’Entroterra

Il Consiglio regionale ha iniziato il dibattito sulla mozione di censura, firmata dai consiglieri Fabio Tosi, Alice Salvatore, Gabriele Pisani, Andrea Melis, e Marco de Ferrari del Movimento5Stelle, Juri Michelucci, Giovanni Lunardon, Luca Garibaldi, Valter Ferrando e Giovanni Barbagallo del Pd e Gianni Pastorino di Rete a sinistra&liberaMENTE Liguria), in cui si esprimeva censura nei confronti dell’assessore Stefano Mai relativamente alla seduta del 5 maggio 2017 in cui è stata discussa la mozione proposta dal Movimento 5 Stelle sulle 45 discariche abusive nel Parco di Montemarcello Magra.

Nel dibattito sono intervenuti Fabio Tosi e Marco de Ferrari del Movimento 5Stelle, Francesco Battistini (Rete a Sinistra&liberaMENTE Liguria), Luca Garibaldi e Giovanni Lunardon del PD e Giovanni De Paoli e Alessandro Piana della Lega Nord Liguria-Salvini.

Fabio Tosi (Mov5Stelle) ha letto il testo della mozione di censura e ha aggiunto: «Questa mozione di censura è un atto di richiamo. È risaputo che l’assessore all’agricoltura è commissariato dal presidente del Consiglio che, con altri, tracciano le linee guida soprattutto sulla caccia». Nel merito della mozione sul parco di Montemarcello affrontata nella precedente seduta, Tosi ha ribadito che le modifiche al testo presentate erano «fuffa» e ha denunciato: «Non c’è sintonia fra determinati assessorati e la maggioranza».

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Francesco Battistini (Rete a Sinistra-Libera-MENTE Liguria), nel ripercorrere i fatti avvenuti nella precedente seduta nel dibattito sulla mozione relativa alla bonifiche delle discariche sul Magra, ha sottolineato che era stata concordata una modifica del documento:  «Nonostante l’accordo, la maggioranza non ha ascoltato l’assessore ed ha votato contro alla mozione».

Ha aggiunto: «È la prima volta che accade in due anni un fatto di questo tipo: quando c’è l’accordo tra proponente e assessore di solito non ci sono problemi» ha detto, evidenziando che anche ieri, durante i lavori in commissione, c’è stato lo scontro «Lega contro Lega», in merito ad una proposta di legge relativa alla modifica di una legge per il  recupero della rete escursionistica ed i bike park : «Il gruppo ha fatto una proposta, l’assessore ha chiesto il ritiro proponendo di inglobarla nel suo disegno di legge».

Luca Garibaldi (PD) ha criticato più in generale la gestione dell’assessorato da parte di Mai : «Questo assessorato in questi anni ha visto un non governo della situazione su un tema strategico come i parchi, che viene gestito con superficialità». Secondo il consigliere, Mai non avrebbe una linea politica chiara e definita. Garibaldi ha criticato, inoltre, il fatto che nella seduta precedente l’assessore avesse chiesto di trattare la mozione subito perché nella tarda mattinata doveva abbandonare la seduta per altri impegni istituzionali, obbligando – secondo Garibaldi – una trattazione affrettata dell’argomento.

Giovanni De Paoli (Lega Nord Liguria-Salvini) ha rilevato che, se le discariche nel parco sono abusive, le responsabilità sono in capo alla Regione «ma, se sono autorizzate, le responsabilità politiche e penali sono degli enti sul territorio, cioè della Provincia, dei Comuni e dei sindaci», che fanno parte della comunità del parco.

Marco De Ferrari (Movimento 5 Stelle) ha ribadito che l’assessorato all’agricoltura  in molte occasioni  «non  ha voluto ascoltare niente e nessuno» e ha ricordato, a tal proposito, il caso della polizia provinciale: «Di fatto il corpo è stato pesantemente depotenziato». De Ferrari si è poi soffermato sulla proposta di soppressione del parco di Montemarcello Magra, avanzata dal consigliere di maggioranza Andrea Costa: «Se ci sono 43 discariche in quel territorio – ha rilevato – la responsabilità non è del parco, ma della gestione che la vecchia politica ha sempre fatto dei parchi».

Alessandro Piana (Lega Nord Liguria – Salvini) ripercorrendo quanto avvenuto lo scorso 5 maggio, ha ricordato che l’assessore quella mattina aveva un importante impegno istituzionale  e per questa ragione aveva chiesto l’inversione dell’ordine del giorno, con il chiaro intento, quindi, di dibattere ad inizio seduta i documenti che lo riguardavano. Per quanto riguarda le modifiche alla mozione, che secondo Battistini ed altri consiglieri  sarebbero state concordate con l’assessore, Piana ha ricordato che se ci sono delle correzioni in corso d’opera sulle mozioni occorre seguire un preciso iter e, innanzitutto, presentare emendamenti scritti per poi votarli in una seduta successiva.  «È chiaro che quel testo, quindi, non si poteva votare» ha ribadito, sottolineando che si è, quindi passati ad approvare un nuovo testo. Piana ha rimarcato la piena fiducia nei confronti dell’assessore Mai e il chiaro intento del gruppo di respingere la mozione di censura.

Giovanni Lunardon (PD) ha parlato di «gaffe istituzionale dell’assessore» rilevando altri errori che sarebbero stati compiuti in passato da Mai: «Questa è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La Liguria, infatti, aveva già sbagliato a compilare le schede per il rimborso dei danni alluvionali polverizzando così 16 milioni di euro».Lunardon ha citato, inoltre, i ritardi nei bandi per assegnare le risorse già disponibili dei Piani di sviluppo rurale. Il consigliere ha concluso rivolgendosi direttamente a Mai: «Lei è in perenne disallineamento con la sua maggioranza e, se ritiene di non avere il supporto della sua coalizione, rimanga pure al suo posto ma passi le sue deleghe alla competente commissione consiliare».

Dopo questi primi interventi Alice Salvatore (Mov5Stelle) ha preso la parola rilevando che la seduta non era trasmessa in diretta streaming e televisiva e, con la consigliera Raffaella Paita (PD), ha chiesto la sospensione del dibattito che riguardava la mozione di censura all’assessore.

La richiesta è stata accolta dal presidente del Consiglio regionale Francesco Bruzzone, il quale ha precisato di non avere chiesto la sospensione della diretta, e ha convocato l’Ufficio di presidenza integrato dai capigruppo e gli uffici per chiarire la vicenda. L’Upi ha deciso all’unanimità che la mozione verrà ripresentata e discussa nella prossima seduta del Consiglio.
Subito dopo la ripresa dei lavori, il presidente Bruzzone ha annunciato che la diretta televisiva era stata ripristinata e ha spiegato in aula: «La mancanza della diretta è stata causata da un mero disguido fra gli interlocutori tecnici» e ha garantito che verrà comunque fornita ai consiglieri una dettagliata relazione tecnica sull’accaduto.