Ad Albissola la Pop Art protagonista da Signori

di Claudio Almanzi – Grande attesa, fra gli appassionati d’arte del Ponente savonese, per la mostra che si inaugurerà il 7 aprile, ad Albissola, alla Galleria Signori Arte, in Corso Bigliati, 28. Si tratta di “Milano-Albissola andata e ritorno: una finestra sull’Arte Pop” che vedrà esposte decine di importanti opere di alcuni fra i più rappresentativi artisti di quel periodo. Questo l’elenco dei maestri presenti: Franco Angeli, Eduardo Arrojo, Paolo Baratella, Aurelio Caminati, Fernando De Filippi, Enzo Gagliardino, Giancarlo Gianmariani, Gianni Celano Giannici, Carlo Giusto, Bruno Locci, Umberto Mariani, Plinio Mesciulam, Giorgio Moiso, Aldo Mondino, Giampaolo Parini, Mario Rossello, Sergio Sarri, Giuseppe Scaiola, Giangiacomo Spadari e Tino Stefanoni.


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“Nel titolo della mostra- ci spiega approfonditamente Armando D’Amaro, noto editor e critico d’arte- si parla di Arte e non di Art per scelta precisa: la Pop italiana troppo spesso, erroneamente e forse un po’ semplicisticamente, è stata considerata come una colonia d’oltremare americana. Ma così non fu: il vento dello straordinario movimento anticonformista che investì la nostra penisola da nord a sud era soffiato da giovani non soltanto insofferenti verso ‘valori’ sociali imposti e desiderosi di nuovi linguaggi che svecchiassero la compassata pittura nazionale, ma pure pervasi da ideali politici.

Questa corrente italiana ebbe come epicentro Roma e poi, con un’onda che sarebbe più corretto definire di post-Pop, Milano – trovando di riflesso humus anche in Riviera – ma mentre nella capitale il “Gruppo di Piazza del Popolo” (qui rappresentato dal solo Angeli con un’opera dal puro ‘pedigree’ ligure) citava prevalentemente icone consumistiche statunitensi, nel capoluogo lombardo i giovani artisti utilizzavano solo parzialmente gli stilemi della cultura di massa per realizzare opere anche esplicitamente sociali, come gli esponenti della “Figurazione critica” Spadari, De Filippi, Sarri, Baratella e Mariani, mentre a Torino Gagliardino (anche lui ‘arruolato’, come i precedenti, nella scuola di Calice) realizzava i suoi luoghi di restrizione e ad Albissola lo stesso accadeva, ad esempio, con Bruno Locci, sua la raffinata performance fotografica “la bandiera americana”, o con Mario Rossello e “Un chilometro di strada tra Albissola Mare e Savona”, una tela di trentacinque metri a denunciare la cementificazione selvaggia”.

D’ Amaro prosegue in questa sua dotta spiegazione sull’ importanza della Pop italiana: “I principi cardine di questo nuovo fare artistico sono stati le demistificazioni di Arrojo, gli iperrealismi di Caminati, le provocazioni di Mondino, le surrealtà di Gianmariani, le serialità di Stefanoni, i vivaci riferimenti al fumetto di Giusto, che favorirono una rivoluzione anche nel design e nella moda, che irruppero nelle nostre abitazioni con nuovi arredi in plastica sgargiante e abiti decisamente anticonformisti”.

La interessante mostra è stata voluta da chi allora non era nemmeno nato, Alessandro Signori, che con passione e pazienza è riuscito a mettere insieme oltre trenta freschissime e rappresentative opere di quel periodo: “La mostra sarà una occasione per toccare con mano – conclude D’Amaro- le effettive relazioni che ci sono state fra Milano ed Albisola. Questa singolare lieson ha consentito infatti ai protagonisti di quell’epoca, che da un luogo artistico per eccellenza come Albissola ad una metropoli vivace e reattiva come Milano, andavano e venivano, di ricreare la straordinaria atmosfera di quegli anni ruggenti. Il muoversi infatti tra i lavori esposti ci offre non solo un ritorno al passato, un rivivere le dense atmosfere e le speranze di quei decenni ancora vivi nell’immaginario collettivo, ma anche una attenta ed articolata lezione di artisti che hanno portato alla nascita ed alla crescita, ancor oggi in pieno sviluppo, di una via nazionale al Pop, parallela certamente ad analoghe esperienze maturate altrove, ma al tempo stesso dotata di linguaggi autonomi, concetti d’avanguardia ed esiti estetici di grande complessità e raffinatezza”.

La mostra, che sarà inaugurata il 7 aprile, alle ore 18, in corso Bigliati, 28, sarà visitabile, fino al 20 maggio, dal lunedì al sabato, dalle ore 10 alle 12 e 30 e dalle 16 alle 19 e 30, oppure su appuntamento.