Stati Generali della Sanità in Liguria, Pd: “debito e tasse in forte crescita e peggioramento delle performance”

Liste d’attesa che aumentano, debito e tasse in forte crescita e generale peggioramento delle performance: sono questi i dati più importanti emersi sabato mattina nel corso degli Stati Generali della Sanità convocati in Regione dal Gruppo del Partito Democratico ligure, che ha visto la partecipazione di amministratori locali (sindaci, assessori, consiglieri) da Sarzana a Ventimiglia.

Liste d’attesa – «Prendendo i dati ufficiali della Regione (fonte www.liguriainformasalute.it) abbiamo confrontato l’andamento dei tempi delle liste d’attesa programmate per 5 esami importanti, tra il settembre 2015 e il settembre 2016. Gli esami in questione sono la mammografia, l’ecografia alla mammella, l’ecografia all’addome, l’ecodoppler e l’elettrocardiogramma.
In tutti e 5 abbiamo riscontrato una diminuzione complessiva delle prestazioni e, per di più, nelle cosiddette prestazione programmate oltre i dodici mesi si evidenzia un aumento percentuale dell’attesa praticamente ovunque. Gli unici casi in cui questo aumento delle liste d’attesa non si verifica è al San Martino (ma solo per ecodoppler, ecografia all’addome e mammografia) e Asl 4 (solo per ecodoppler, ecografia all’addome, ecografia alla mammella ed elettrocardiogramma). Non abbiamo ancora i dati sulle liste d’attesa differite. Ma se il trend delle programmate è questo è presumibile che non ci siano stati miglioramenti evidenti su questa tipologia di liste.
In poche parole, tra il settembre 2015 e il settembre 2016, si registra un sostanziale aumento dell’attesa, con una diminuzione delle prestazioni».

Fuori dall’area d’eccellenza – «Secondo un’indagine della Demoscopica sull’indice di performance sanitarie delle Regioni italiane nel 2016, la Liguria si piazza soltanto al 12° posto (e quindi, per usare una formula calcistica, nella parte destra della classifica) ed esce fuori dall’area di eccellenza sanitaria italiana».

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Deficit – «La Giunta Toti ha aumentato le tasse, ma non è riuscita a contenere il deficit sanitario che in quest’anno e mezzo di governo è aumentato. Per prima cosa, infatti, il centrodestra ha rinunciato alla battaglia – che invece il centrosinistra aveva fatto, vincendola – per esentare dall’Irpef sanitaria tutti i liguri che guadagnano fino a 28 mila euro l’anno. Quindi Toti, togliendo questo sgravio fiscale, ha aumentato le tasse incamerando, con quest’intervento, 30 milioni di euro in più, a cui poi bisogna aggiungere l’aumento degli stanziamenti governativi sul capitolo sanitario (quest’anno si parla di 9 milioni di euro in più rispetto al 2015, anno in cui c’era già stato un incremento del fondo nazionale). Nonostante queste risorse aggiuntive, però, il deficit della sanità ligure è cresciuto e adesso si attesta intorno ai 100 milioni di euro».

Vendita dei farmaci e privatizzazioni – «Un’altra critica che muoviamo alla Giunta ligure riguarda lo stop alla vendita diretta dei farmaci salva vita nell’Asl 1 (dove si stavano ottenendo ottimi risultati) e sul resto del territorio ligure, dove questa sperimentazione era applicata in forme diverse, ma con l’obiettivo di arrivare alle stesse performance del territorio imperiese. Anche la Corte dei Conti ha criticato duramente questa decisione della Giunta Toti.

Il Pd inoltre è contrario alla privatizzazione della sanità ligure, ma non ai privati in senso assoluto. L’idea che ha il Partito Democratico è che il privato possa garantire presidi specialistici forti che riducano le fughe (come l’Ortopedia di Albenga). Ma non riteniamo giusto che il privato si sostituisca interamente al pubblico. La Giunta Toti sta indebolendo la sanità pubblica per aprire le porte ai privati, puntando a realizzare una sanità ligure a due velocità: una molto efficiente per i ricchi e un’altra con servizi minimi e inefficienti per i più poveri.

Ora basta aspettare che scrivano qualcosa sul libro bianco. Il Pd incontrerà operatori sanitari, organizzazioni sindacali e territori per denunciare questa situazione di collasso e aprire una grande mobilitazione regionale».