Infanzia, psicologi: “servizi pubblici carenti”; on. Brambilla: “dare supporto ai minori disabili nella fase della crescita”

“Sull’autismo e sui disturbi specifici dell’apprendimento la nostra esperienza ci dice che in generale i servizi pubblici sono carenti, con una forte disomogeneità territoriale. In Abruzzo, per esempio, non abbiamo servizi di neuropsichiatria infantile. In generale tutto ciò che riguarda la riabilitazione cognitiva dei minori è affidato di fatto al privato convenzionato”. Lo ha detto Tancredi Di Iullo, presidente dell’Ordine degli psicologi della Regione Abruzzo, audito – insieme con Fulvio Giardina, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi –  dalla commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, sotto la presidenza dell’on. Michela Vittoria Brambilla, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla salute psicofisica dei minori.

“In una società avanzata – ricorda Di Iullo – tutto passa per la mente e quindi la psicologia non può essere relegata in secondo piano dal Servizio sanitario nazionale anche in termini di spesa. Invece sulla psicologia abbiamo subito forti tagli. Le legislazioni regionali sono diverse, perciò non è facile dare un giudizio globale, però l’impressione che abbiamo è di una forte disomogeneità nel trattamento dei disturbi psicologici dei giovani”.  Molti sono i problemi connessi all’età evolutiva cui si è fatto cenno durante l’audizione, dalla violenza sui minori, all’abuso di sostanze psicoattive e di alcool, di tabacco e di internet: “febbre” da videogiochi, rischi per la privacy sui social network e l’esplosione del bullismo. Ad una domanda specifica circa il differente impatto sui minorenni e sui maggiorenni degli atti di bullismo o cyberbullismo, e quindi sull’esigenza o meno di stabilire forme diverse di tutela, gli psicologi rispondono che i livelli di percezione e di reazione sono certamente diversi nelle varie fasi evolutive, dall’infanzia alla maturità, ma che, “non sempre l’età anagrafica corrisponde a quella piscologica”.

L’on. Brambilla ha richiamato l’attenzione su alcune delle “carenze” maggiormente sentite tra i minori disabili, “la carenza, in particolare, di assistenza psicologica, non solo quando la disabilità affligge la mente, ma anche quando affligge il corpo. Nell’età evolutiva – sottolinea l’ex ministro – è più difficile elaborare la sofferenza e trovare forme di compensazione del disagio. Proprio a questo punto ci sarebbe più bisogno di aiuto psicologico, che invece manca o è insufficiente. Non è possibile accettare il principio per cui ci sia disparità tra le cure e l’assistenza che ricevono i minori disabili, a seconda di quale sia la loro regione di residenza e quali siano le possibilità economiche delle loro famiglie. Investire sui minori vuole anche dire garantire a tutti le stesse possibilità di cura, le migliori cure. Mentre in questo paese la politica sceglie di tagliare anche sulla salute e soprattutto sulla parte che riguarda la psicologia”.

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