Freno a mano tirato per le carrozzerie liguri

La filiera dell’autoriparazione ligure apre il primo semestre dell’anno in leggero calo, -0,27%, contro il -1,12% a livello nazionale. Lo dice l’ultima analisi dell’Osservatorio Mpi Confartigianato Lombardia su dati Unioncamere-Infocamere. In Liguria il settore conta 2.291 imprese, di cui 1.848 artigiane, il 2,5% del totale in Italia. Un calo che riguarda dunque tutte le regioni italiane tranne due, Valle d’Aosta (+0,59%) e Friuli Venezia Giulia (+0,15%), le uniche a registrare dati in crescita.


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Le province liguri: alla Spezia (233 realtà) e a Savona (358) si registrano, rispettivamente, trend in calo dello 0,85% e dell’1,92%. In leggero aumento le microimprese genovesi del settore (941, +0,32%) e imperiesi (316, anche in questo caso +0,32%).

Nell’insieme delle imprese liguri attive nella manutenzione e riparazione delle auto, a reggere meno sono invece le carrozzerie: in questo caso il calo nell’ultimo anno è più pesante, pari all’1,03% (-1,84% il dato nazionale). Una diminuzione che ha riguardato 574 imprese artigiane liguri (sulle 714 totali), pari al 3,2% di tutte quelle italiane. La Liguria si posiziona dietro a Valle d’Aosta (+2,27%), Piemonte (+0,11%) e Molise, dove il settore non registra variazioni rispetto al primo semestre del 2015.

A livello provinciale, si segnalano i segnali positivi di Genova (+0,59%), che conta 343 carrozzerie, e Imperia (+1,49%, 68 unità artigiane in provincia). Cali particolarmente intensi si registrano invece alla Spezia (-6,49%) e a Savona (-4,21%), che contano, rispettivamente, 72 e 91 carrozzerie artigiane.

«Gli scenari di medio-lungo periodo ci dicono che si tratta di un trend destinato a persistere – commenta Giuseppe Pace, presidente Carrozzieri Confartigianato Liguria – Da un lato, per la continua crescita e perfezionamento dei fattori sicurezza e tecnologia delle automobili, aspetto che costringe gli addetti ai lavori a una continua formazione e informazione, in modo da rimanere al passo con i cambiamenti della propria professione e quindi di “restare a galla”. Dall’altro, incide ancora il fattore crisi: gli automobilisti in molti casi preferiscono non spendere in autoriparazione».
Basti pensare che secondo le statistiche Ania, Associazione nazionale imprese assicuratrici, il 40% dei sinistri liquidati non vengono riparati.