Liguria, approvate modifiche alla legge sulla caccia

Oggi in Consiglio regionale con 20 voti a favore (tutti i gruppi di maggioranza e Luca Garibaldi, Valter Ferrando, Yuri Michelucci e Raffaella Paita del Pd), 7 contrari (i consiglieri del Movimento 5Stelle e Gianni Pastorino di Rete a Sinistra) sono state approvate le modifiche alla legge regionale n.29 del 1 luglio 1994 “Norme regionali per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio” (Piana, Senarega, De Paoli, Pucciarelli e Puggioni della Lega Nord Liguria-Salvini; Vaccarezza e Muzio di Forza Italia; Costa del Gruppo misto-Ncd Area popolare, Lilli Lauro del gruppo Giovanni Toti Liguria, Ferrando e Michelucci del Pd).


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Le modifiche, che attraverso la proposta di legge vengono apportare alla legge regionale n. 29/1994, sono necessarie per recepire il testo novellato della legge nazionale sulla caccia n. 157/1992. Sono introdotti correttivi tenendo conto del nuovo ruolo delle Province e del relativo passaggio di competenze dalle Province alla Regione, che nell’ambito della legge regionale n. 15/2015 sono sfuggite al legislatore.

Si prevede che sia la Regione e non le Province ad indicare agli ATC (Ambiti territoriali di caccia) e CA (Comprensori alpini) il numero massimo entro in cui devono essere contenute le ammissioni provvisorie; vengono uniformati alla norma nazionale i contenuti del calendario venatorio mantenendo il riferimento all’indicazione del carniere stagionale; vengono armonizzati i contenuti dei commi 5 e 8 dell’articolo 34 l.r. 29/1994 e viene abrogato un adempimento che dovevano svolgere le Province quando avevano funzioni in materia di caccia. Viene definito, inoltre, il concetto di carrozzabilità delle strade per rendere più chiaro l’ambito di applicazione di precise disposizioni contenute nella norma regionale e nazionale in materia di esercizio dell’attività venatoria. Viene infine introdotta una sanzione (da 100 a 400 euro) per chiunque volontariamente compia azioni di sabotaggio all’esercizio venatorio, cagionando intenzionalmente l’interruzione della caccia o turbando il regolare svolgimento dell’attività venatoria.

Approvato un emendamento sottoscritto da Alessandro Piana (Lega Nord Liguria –Salvini), Claudio Muzio (FI), Luca Garibaldi e Valter Ferrando (Pd) che riduce le sanzioni, inizialmente previste nel testo giunto in aula, e stabilisce che tali sanzioni vanno applicate “a chi intenzionalmente cagiona l’interruzione o turba il regolare svolgimento dell’attività venatoria”. Respinti alcuni emendamenti presentati dai consiglieri del Movimento5Stelle.

Alessandro Piana (Lega Nord Liguria-Salvini), relatore di maggioranza, ha chiarito che la nuova norma è necessaria anche per recepire  il nuovo testo della legge nazionale sulla caccia in merito al divieto di foraggiamento  dei cinghiali, ad esclusione  di quello finalizzato al controllo della specie, e alle modalità  di annotazione dei capi sul tesserino venatorio regionale. Piana ha inoltre rimarcato che è stato utile apportare correttivi in merito al ruolo delle Province e al passaggio delle competenze  dalle Province  alla Regione. Il consigliere ha ricordato le diverse novità introdotte, sottolineando, tra l’altro che viene previsto che le commissioni regionali per il rilascio dell’abilitazione  venatoria possano essere più d’una  al fine di facilitare  lo svolgimento delle prove  d’esame su tutto il territorio regionale. Piana ha ribadito la correttezza del provvedimento e ha assicurato che non ci sarà un aumento della pressione venatoria in seguito all’applicazione delle nuove norme.

Marco De Ferrari (Mov5Stelle) nella sua lunga relazione di minoranza ha lamentato la mancanza di tempo dedicato alla discussione in commissione del provvedimento, che avrebbe permesso di ascoltare il parere delle associazioni coinvolte e ha ricordato che la richiesta di svolgere una serie di audizioni, avanzata dal suo gruppo sempre in commissione, non è stata accolta. Secondo De Ferrari la legge contrasta con alcuni principi costituzionali e invade competenze statali quindi rischia fortemente di essere impugnata. Il consigliere, infine, ha rilevato che le misure assunte finora per contenere la proliferazione di cinghiali non è stata efficace perché il numero di ungulati, al contrario, è cresciuto.