Terreni creativi settimo anno: una magnifica prima serata

di Alfredo Sgarlato – Albenga. “La crisi” è il sottotitolo per questa edizione, la settima, di Terreni creativi. Crisi economica in cui tutti ci dibattiamo ma, a quanto abbiamo visto ieri sera, assolutamente non crisi creativa. La prima serata si svolge all’Ortofrutticola.


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Il pre-festival è il monologo “Albania casa mia”, di e con Aleksandros Memetaj, e l’inizio non poteva essere migliore. Solo, in una scena spoglia, il giovane attore racconta la l’infanzia e l’adolescenza di un immigrato, con toni allegri e vocalità quieta. Poi la storia si sposta in Albania, il crollo della dittatura e la fuga di una famiglia con un bambino appena nato verso una nuova vita. Il tono dal divertente si fa sempre più drammatico, la gestualità sempre più forte, italiano, albanese e veneto si mescolano, il coinvolgimento dello spettatore sempre più intenso. Al termine il pubblico esplode in scroscianti battimani, richiamando più volte il bravissimo Memetaj al proscenio.

Intermezzo con Graziano Graziani, scrittore, critico teatrale, autore per Rai Radio3, che presenta il suo libro “Atlante delle micronazioni” (Quodlibet editore). Ne abbiamo una vicino a noi, Seborga, ma le storia che Graziani racconta con spigliatezza sono ben più stravaganti, dall’autoeletto imperatore degli U.S.A. Joshua Norton a statue e piattaforme marine dichiarate stati indipendenti da eccentrici artisti o imprenditori.

Dopo un’anteprima del “Giro del mondo in 80 giorni” che vedremo tra stasera e domani ecco il piatto forte della serata, 01 - Teatro dei Venti“Simurgh”, de il Teatro dei Venti. Accompagnati dal vivo da Luca Cacciatore e Igino L. Caselgrandi, a sax e batteria, che fondono jazz e atmosfere balcaniche, otto trampolieri con vistoso trucco tra i nativi americani e il glam rock, mettono in scena un mito persiano, la fondazione della città degli uccelli, con la guerra e la venuta del loro dio. L’apparizione degli artisti è inquietante, sembra di precipitare nei terrificanti romanzi di Serge Brussolo (non lo conoscete? Mettetevi subito a caccia!). La formidabile bravura tecnica degli acrobati suscita ammirazione, ma non c’è solo quello, il testo è complesso, attuale, ricco di significati profondi. Musica e movimenti ammaliano, come con Memetaj il pubblico è rapito e tributa agli artisti la meritata standing ovation.

Finale con il DJ Bruno Bolla che fa ballare i presenti con un bel set a base di afro beat e funky. Una di quelle serate da cui si esce ammirati e arricchiti, uno spettacolo come “Simurgh” non capita di vederlo spesso. Stasera secondo appuntamento con musica, teatro e cibo presso l’azienda Bio Vio.

  • Foto di © Paolo Moretti