Caccia e controllo del cinghiale, ambientalisti denunciano: “ancora disposizioni illegittime da parte della Regione Liguria”

«La deliberazione della giunta regionale ligure dello scorso 29 luglio sul controllo del cinghiale, proposta dall’assessore alla caccia S. Mai, contiene numerosi profili di illegittimità, ed è suscettibile di creare rischi per la pubblica incolumità». È quanto sostengono le sezioni liguri di WWF, Italia Nostra e Lega Abolizione Caccia.

Le associazioni ambientaliste, precisano in una nota, «hanno più volte fatto presente, invano, all’assessorato regionale che , in base alla legge venatoria statale 157/92, il controllo della fauna selvatica, con abbattimenti in periodi e zone di divieto, spetta in via esclusiva alle guardie venatorie delle province e della città metropolitana di Genova. La Regione Liguria si ostina invece a voler coinvolgere in queste delicate operazioni anche squadre di cacciatori, singoli cacciatori “di selezione”  nonché guardie volontarie di associazioni venatorie, che potrebbero in vari casi sparare, anche dopo il tramonto, in completa assenza sul posto di personale pubblico di vigilanza con funzioni di polizia giudiziaria».

«Sono palesi i rischi anche per la pubblica incolumità nelle campagne,  per l’incontrollabile presenza di soggetti “coadiutori” che potrebbero impiegare fucili e carabine anche in periodo estivo, quando i fruitori del territorio sono giustamente convinti che la normale stagione venatoria sia ancora chiusa. Eppure ancora lo scorso 26 febbraio il Governo ha impugnato presso la Corte Costituzionale una legge regionale della Liguria, a cui si lega la recente delibera, proprio sulla base del presupposto che la Regione non può forzosamente ampliare il numero dei soggetti abilitati agli abbattimenti faunistici, finalizzati alla tutela delle produzioni agricole, utilizzando guardie volontarie o cacciatori», concludono gli ambientalisti.

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