Liguria, approvato il nuovo Testo unico sul commercio

Regione Liguria. Passato oggi in Consiglio regionale con i 16 voti della maggioranza di centro destra della giunta Toti il nuovo Testo unico sul commercio (Disegno di legge 94: Modifiche alla legge regionale 2 gennaio 2007, n. 1); critico ma differenziato il voto dei gruppi di minoranza con il Pd e Rete a sinistra che hanno optato per l’astensione, mentre il M5S ha espresso un “no su tutta la linea”.

Stefania Pucciarelli (Lega Nord Liguria-Salvini), presidente della Commissione Attività produttive, nella relazione di maggioranza stamattina ha precisato che «è stata necessaria una rivisitazione  dell’atto di programmazione per rendere la pianificazione commerciale più rispondente alle esigenze legate alla fase economico sociale ed al mutato contesto territoriale». Stefania PucciarelliIl principio fondamentale che anima il testo – ha sottolineato – è quello della sostenibilità ambientale e della tutela del territorio. Pucciarelli ha spiegato che, in seguito alle osservazioni raccolte in sede istruttoria presso la competente commissione consiliare, sono stati apportati numerosi emendamenti. Sono stati cancellati gli Ambiti territoriali in cui insediare le Grandi Strutture di Vendita. È stata creata una apposita commissione regionale interna, che verifica preventivamente l’ammissibilità delle istanze presentate, specificando che al fine della localizzazione di Grandi Strutture di vendita i requisiti richiesti sono o l’utilizzo di edifici esistenti già utilizzati per attività commerciali o la presenza di una destinazione d’uso urbanistica compatibile con la localizzazione di queste strutture.

Pucciarelli ha poi sottolineato che, tra l’altro, è stata modificata la fascia di tutela della rete commerciale esistente portando sino ad una profondità massima di 1000 metri lineari, dal perimetro del centro storico urbano, all’interno della quale è consentito esclusivamente l’insediamento di esercizi di vicinato. Sono, inoltre, introdotti “fondi” destinati alla riqualificazione delle aree a rischio di tenuta della rete distributiva, (fissati in 40 euro per ogni metri quadrati di superficie di vendita nei casi di trasferimento di sede, ampliamento, concentrazione , accorpamento e in euro 50 per ogni metro quadrato di nuova apertura), fondi vincolati e destinati alla creazione ed al funzionamento dei CIV. Il consigliere ha concluso ricordando che il testo «è stato oggetto di dibattito e di un fruttuoso approfondimento in Commissione III anche in seguito al contributo di tutti i rappresentanti delle forze politiche presenti in questa Assemblea legislativa».

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Alle critiche dei gruppi di minoranza l’assessore al commercio Edoardo Rixi ha replicato spiegando che il Cal ha dato parere favorevole al provvedimento, formulando solo alcune osservazioni, e che ha riconosciuto che la norma è più equilibrata per quanto riguarda la tutela dell’ambiente e dei cittadini. L’assessore ha spiegato, inoltre, che la scelta di procedere all’approvazione della legge entro luglio è stata assunta accogliendo anche i timori delle associazioni di categoria, che temevano un prolungato vuoto normativo.

Edoardo Rixi 1G00Rixi ha sottolineato, fra l’altro, che il Piano paesistico regionale risale al 1991 e che la giunta ha recentemente approvato un accordo per elaborare un nuovo piano e ha rilevato che le indicazioni nazionali già oggi non prevedono più alcune definizioni relative alle aree di pregio, citate da alcuni consiglieri di minoranza. L’assessore, infine, ha ricostruito tutti i passaggi dalla prima alla seconda versione del disegno di legge in cui sono state accolte anche alcune delle obiezioni sollevate dall’opposizione, assicurando che non sono stati previsti criteri più larghi rispetto ai disegni urbanistici vigenti. L’assessore ha ribadito di aver detto, fin dall’inizio, che si trattava di un testo aperto alle proposte e da elaborare in seno alla commissione.

PD: “SUL COMMERCIO CI ASTENIAMO, DOPO LA FORZATA RETROMARCIA DI RIXI” – Il Gruppo del Partito Democratico ha deciso di astenersi sul voto finale alla Legge sul Commercio della Giunta regionale. «Una decisione maturata dopo
Giovanni Lunardon Pdche la maggioranza ha radicalmente modificato la prima versione della norma e ha poi ulteriormente emendato, accogliendo anche alcune nostre proposte, il testo finale. Insomma, siamo riusciti a costringere il centrodestra a migliorare la Legge sul Commercio» dichiarano i consiglieri del Gruppo Pd in Regione Liguria a seduta conclusa: «Tra i risultati che siamo riusciti a portare a casa spicca, prima di tutto, la retromarcia della Giunta sui siti in cui insediare la grande distribuzione. Dopo una serrata lotta politica in Commissione riamo riusciti a far sostituire i siti con i criteri, anche se avremmo voluto fossero più stringenti e meno convenzionali. Certo, siamo convinti che rimanga ancora troppa discrezionalità alla Giunta regionale e che i Comuni abbiano ancora troppo poca voce in capitolo».

«Tra gli altri risultati raggiunti spiccano la decisione di estendere da 800 a 1000 metri la distanza dalle aree di pregio prima della quale non è possibile insediare la grande distribuzione e la decisione di presentare nei prossimi mesi una proposta per estendere il contributo di solidarietà che il ddl prevede a carico delle grandi superfici di vendita in favore dei Civ, anche alla media superficie di vendita. Una misura quest’ultima che, grazie a un ordine del giorno, potrebbe essere estesa anche ai consorzi commerciali. Inoltre non sarà possibile insediare la grande distribuzione all’interno di un’area in cui è presente un Centro integrato di via. Riteniamo importante infine l’impegno della Giunta, su nostra sollecitazione, di creare una fascia di rispetto inibita alla grande distribuzione e ai grandi centri commerciali che vada anche oltre la perimetrazione dei Civ e si avvicini il più possibile ai 500 metri proposti nel nostro emendamento».

GIANNI PASTORINO (RETE A SINISTRA): “TESTO STRAVOLTO, MA SI POTEVA FARE DI PIÙ. CI ASTENIAMO” – «Le modifiche alla legge sul commercio, che riaprono le porte alla grande distribuzione, hanno avuto un iter particolarmente complesso e condizionato almeno all’inizio da elementi ideologici particolarmente negativi. La Giunta, infatti, ha Gianni Pastorinodovuto fare retromarcia dopo le critiche pesanti evidenziate dagli enti locali e dalle associazioni di categoria, quindi ha modificato completamente l’impostazione di partenza. Se da una parte è un fatto positivo impostare la programmazione regionale con la determinazione di criteri, piuttosto che attraverso l’individuazione dei nuovi siti per la grande distribuzione, dall’altra questo cambio di paradigma avvenuto nel giro di 20 giorni dimostra quanto meno uno stato confusionale della giunta di centrodestra», ha dichiarato il consigliere regionale di Rete a Sinistra Gianni Pastorino, a margine delle votazioni sulle modifiche al “Testo unico in materia di commercio”, approvato quest’oggi in consiglio regionale.

«Oggi siamo di fronte a un testo stravolto e che ha cambiato pelle; per fortuna, aggiungiamo. Certamente le critiche espresse dagli enti locali e dalle associazioni di categoria sono state particolarmente pesanti e incisive: in questo senso, bene aver inserito criteri di contribuzione economica per l’utilizzo del territorio, qualche passo avanti per la salvaguardia dei centri storici e qualche garanzia in più per il piccolo commercio. Manca purtroppo un ragionamento più generale sulle questioni del lavoro nella grande distribuzione: un tema che prima o poi la Regione dovrà affrontare».

«Ma certamente il testo approvato oggi poteva essere molto migliore, grazie ad alcune modifiche ulteriori che noi abbiamo presentato unitamente ad altri gruppi consiliari. Accogliere gli emendamenti avrebbe dato la misura di un lavoro condiviso, un segnale di grande rigore molto positivo; perché qui si tratta del modello di sviluppo che vogliamo per il nostro territorio. Invece, come al solito, ha prevalso una logica a colpi di maggioranza, che non ha permesso un confronto più ampio sul testo. In conclusione ci siamo astenuti: il provvedimento sta in piedi, ma si poteva fare molto di più».

M5S: “ENNESIMO REGALO A LOBBY GRANDE DISTRIBUZIONE CHE CALPESTA L’AMBIENTE E ANNIENTA LE PICCOLE IMPRESE” – «Un no su tutta la linea alla Grande distribuzione organizzata e al Testo Unico del 02 - Alice Salvatore 3Commercio, che della GDO è simbolo ed emblema, e che, nonostante alcuni miglioramenti, si prepara a condannare definitivamente a morte il piccolo commercio in Liguria, degradando i quartieri, depauperando la qualità della vita e dei prodotti, annientando salute e diritti dei lavoratori». Lo dicono i portavoce del MoVimento 5 Stelle in Regione Liguria, che oggi in Aula hanno espresso voto contrario al DDL 94 firmato da Rixi e Toti, presentando una serie di emendamenti correttivi, tutti respinti dalla Giunta.

«La qualità della vita delle persone è più importante della libera concorrenza – attacca Alice Salvatore – Il territorio e l’ambiente vengono prima di tutto. Per questo non è accettabile dato l’alto consumo di suolo già perpetrato in Liguria, un Testo sul commercio che preveda nuovi grandi insediamenti commerciali, anche in aree fortemente urbanizzate, visti gli effetti devastanti di questi sulla qualità della vita».

Andrea Melis spiega il motivo del voto contrario al decreto sul commercio. «La logica dei criteri è potenzialmente condivisibile, bisogna poi però valutare i criteri nel merito – ragiona il portavoce M5S – Con tutti i nostri emendamenti in Aula abbiamo provato ad alzare l’asticella del provvedimento, ma ci sono stati tutti respinti. Preso atto di questo, non abbiamo potuto far altro che votare contro».

«Il mercato della grande distribuzione ormai è saturo – chiude Marco De Ferrari, relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle sul testo – perché non si generano posti di lavoro, ma si ‘precarizza’ ancora di più il lavoro privato, con personale dipendente trattato come un mero strumento di lavoro e non come persona. Le liberalizzazioni di Monti hanno offerto su un piatto d’argento la possibilità alla GDO di agire sulla pelle dei lavoratori dipendenti e del piccolo commercio di vicinato».