Appello per una Giornata nazionale contro la violenza maschile, Pd primo firmatario

È stata presentata questa mattina in Regione Liguria, presso il Gruppo consiliare del Partito Democratico, la conferenza stampa per la sottoscrizione di un appello per l’istituzione di una giornata italiana contro la violenza maschile. Un’iniziativa nazionale che parte proprio da Genova, visto che a lanciarla è stata l’associazione genovese Rete degli uomini contro la tratta, la prostituzione e la violenza sulle donne.


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I primi firmatari di quest’appello, per il Gruppo Pd in Regione, sono i consiglieri liguri del Partito Democratico Pippo Rossetti e Raffaella Paita. Genova e Palermo sono le due città italiane più colpite dal fenomeno della tratta delle donne e sfruttamento e violenza sono da sempre due facce della stessa medaglia. “L’auspicio è che quest’appello per una giornata contro la violenza maschile venga raccolto da più parti in tutto il Paese: un tassello importante verso il raggiungimento di quest’obiettivo è senza dubbio il primo Piano nazionale contro la tratta varato a maggio dal Governo, che consente di tornare a finanziare progetti importanti di lotta allo sfruttamento della prostituzione dopo anni di risorse bloccate”.

Oltre ai consiglieri del Pd, questa mattina, a presentare l’iniziativa c’erano anche Isoke Aikpitany, presidente dell’associazione Vittime della tratta ed ex vittime della tratta, Claudio Magnabosco, presidente dell’associazione Rete degli uomini contro la tratta, la prostituzione e la violenza sulle donne e Arturo Sica, psicoterapeuta e presidente dell’associazione White Dove.

Rossetti ha fornito alcuni dati importanti e drammatici sulla tratta delle donne. “In Europa, secondo le stime 2013-2014, sono 16000 le vittime della tratta e la maggior parte di loro (il 67%) subisce uno sfruttamento di tipo sessuale. Ma nel 2015 il numero delle donne vittime della tratta, secondo i dati della Commissione europea, è aumentato del 300 per cento. Il Governo italiano, a maggio, ha presentato un Piano nazionale contro la tratta grazie al quale le Regioni potranno ottenere risorse per finanziare progetti a favore delle vittime dello sfruttamento della prostituzione. Anche perché a partire dal 2010 le risorse stanziate dallo Stato agli enti locali per questo tipo di progetti sono crollate drasticamente, portando, per esempio, a una riduzione degli alloggi protetti. Il 18 ottobre alla Camera dei Deputati la presidente Boldrini e la vicepresidente Sereni organizzeranno una giornata con 600 donne vittime della tratta; Genova sarà presente”.

“Come consiglieri regionali – gli ha fatto eco Paita – abbiamo il dovere di promuovere ogni azione che possa portare in Liguria più risorse possibili per finanziare questi progetti, magari elaborando anche una pianificazione regionale. Oltre a questo però serve anche un lavoro culturale importante nelle scuole, per parlare della violenza maschile. Il Pd è onorato di ospitare l’iniziativa di oggi”.

Magnabosco ha sottolineato come “Genova sia al centro di questo appello per una giornata nazionale contro la violenza maschile, perché è dai maschi che si deve partire se si parla di femminicidio e di tratta delle donne. Gli uomini devono interessarsi delle responsabilità maschili di questi fenomeni. In Italia sono circa 9 milioni i clienti delle prostitute ed è importante come l’appello che lanciamo oggi parte anche da un’associazione di ex clienti”.

Sica, in qualità di psicoterapeuta, ha ricordato proprio “il lavoro fatto con uomini violenti”, sottolineando l’importanza della prevenzione. Isoke Aikpitany, infine, ha raccontato come spesso sia “difficile dare un volto alle donne vittime di violenza. Alcune di loro, infatti, sono state violentata, uccise e sepolte nel deserto nel corso del viaggio disperato alla volta dell’Europa, perché anche i grandi flussi migratori sono diventati un serbatoio per gli sfruttatori. Se la violenza su donne che hanno diritti è qualcosa di agghiacciante, per tutte coloro che diritti non ne hanno, come avviene per chi scappa da guerre, fame e carestia, la situazione, se possibile, è ancora peggiore. Chi esercita la violenza contro queste donne ha anche la sicurezza di restare impunito”.