A Villa Groppallo la Mostra personale di Alexandre Mora

di Laura Sergi – Savona / Vado Ligure. Al Museo Civico di Villa Groppallo è attesa la Mostra personale di Alexandre Mora Sverzut, dal titolo ‘Mora in bianco e nero’: l’inaugurazione ci sarà venerdì 15 luglio, alle ore 20, con la partecipazione di Mr Puma, Sergio Pennavaria e Silvio Straneo, e proseguirà sino al 22 luglio (con orario: 19-22).

Verterà su una serie di dipinti in bianco e nero, numerosi i ritratti, con tecniche di olio su carta, cartone, tela e collage. L’artista è autodidatta (Sertaozinho, San Paolo del Brasile, 1976), e inizia il suo percorso negli anni ’90, mentre lavora nel mercato finanziario brasiliano. Nel 2007 il momento della svolta: dopo una spedizione in Patagonia, lascia la sua terra e decide di iniziare in Europa il suo anno sabbatico. Dapprima scopre i mari, lavorando nove mesi sulla Costa Concordia, poi giunge in Italia, e raccoglie basilico sulle colline liguri, poi ancora diventa sommozzatore professionista, e da qui a poco prende l’avvio quella che può essere definita la sua seconda fase artistica: quella europea.

Le sue opere divengono allora il frutto di tanti Paesi visitati (nei suoi innumerevoli viaggi, ne ha conosciuti ben trentadue), ma la centralità è sempre l’inconscio. D’altronde, egli stesso è appassionato di psicologia, sociologia e antropologia, ed esprime coi suoi tratti una tragica, angosciosa visione esistenziale, dove non mancano le critiche all’ipocrisia della società borghese. Quello che vuole Alexandre, e che gli riconoscono i suoi estimatori, è il voler raggiungere un’espressione capace di stimolare, impressionare, coinvolgere. La fatica dell’esistenza di ogni singolo in particolare emerge dai suoi nudi, contrassegnati sempre da un’indistinta sensazione di pietà.

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04 - san francescoCaratteristico il suo ‘San Francesco che balla’ con la chitarra in mano (un’esplosione di sentimenti ariosi, che ondeggiano tra la dolcezza, la semplicità e il candore), gli occhi ingenui e meravigliati delle sue matrioshke, la tela sulla fame che ‘graffia’ l’osservatore, la serenità di chi è intento a pescare (lontano dalle luci frenetiche, dal caos degli affollati centri urbani, dall’immancabile inquinamento), ed ecco infine il ritratto di Judith Török, che su di lui ha scritto bellissime parole a Cipressa recentemente, proprio il 12 giugno 2016, e che aprono l’opuscolo sull’artista.