Tirreno Power. on. Giacobbe: “né i lavoratori, né gli enti locali siano lasciati soli”

Anna Giacobbe 01


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Savona / Roma. L’On. Anna Giacobbe (Pd) interviene in merito alla situazione della centrale Tirreno Power di Vado Ligure: «La manifestazione dei lavoratori di Tirreno Power e dei loro sindacati di questa mattina, con la proclamazione dello sciopero per il 10 maggio, richiamano tutti noi ad assumerci la nostra quota di responsabilità e di impegno per una soluzione non contingente, che guardi all’avvenire, al lavoro di quelle persone e allo sviluppo economico di quella zona».

«Gli impianti di Tp – prosegue la parlamentare savonese – sono ormai fermi, per la gran parte, da più di due anni. È la conseguenza dei comportamenti della proprietà e dell’azienda, che hanno rinunciato ad investire per realizzare interventi e livelli di emissioni tali da permettere la continuità dalla produzione. L’azione della magistratura non può essere utilizzata come alibi. Gli ammortizzatori sociali e gli esodi incentivati hanno permesso sino ad ora di contenere l’impatto negativo sull’occupazione dei dipendenti di Tp e ad attenuare (solo attenuare) la difficile condizione dei lavoratori dell’indotto. Molto lavoro è andato perduto, in ogni caso».

«TP ha una precisa responsabilità nei confronti del territorio, in cui nel passato ha realizzato profitti, e della comunità. Gli enti locali, nel corso degli anni, hanno fatto tutto quello che era nelle loro possibilità e competenze per tutelare i propri cittadini. I lavoratori di Tp e dell’indotto non devono essere lasciati soli; i Comuni di Vado e Quiliano non devono essere lasciati soli. La Regione Liguria ha precise competenze, sotto diversi profili, alle quali non si può sottrarre. Il 19 aprile il Presidente del Consiglio Renzi, intervenendo al Senato, ha parlato, anche in qualità di Ministro delle Attività Produttive ad interim, della politica energetica nazionale ed ha annunciato in esplicito la scelta che in Italia le centrali a carbone andranno chiuse, e ha usato l’espressione “ senza perdere un posto di lavoro”. Gli impianti a carbone della centrale di Vado Quiliano sono chiusi da oltre due anni: la responsabilità nazionale per l’ “uscita dal carbone”, con la definizione di tempi e modi, per creare alternative di lavoro e di crescita economica nei siti interessati, deve valere anche per il nostro territorio».

«Le verifiche sulla situazione ambientale e sulla salute dei cittadini, che gli enti locali rivendicano da tempo, non possono essere rinviate o eluse. Come hanno detto i sindaci di Vado e Quiliano, la Regione Liguria ed il Governo nazionale hanno il dovere e la possibilità di fare uscire la vicenda della centrale di Tp di Vado e Quiliano da una situazione di rischio e di incertezza, richiamando l’azienda alle proprie responsabilità. Stiamo lavorando alla predisposizione di una interrogazione parlamentare per sollecitare, anche con quello strumento, il Mise e la Presidenza del Consiglio a riaprire con urgenza un confronto impegnativo tra tutte le parti, istituzionali e sociali, inquadrando quella vicenda nelle scelte di politica energetica industriale ed ambientale e assicurando gli ammortizzatori sociali necessari», conclude l’on Giacobbe.