Liguria: via libera all’aggiornamento del Piano di tutela delle acque

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Il Consiglio regionale con 16 voti a favore (centrodestra) e 14 contrari (Pd, Rete a Sinistra, Movimento 5 Stelle) ha approvato oggi la Proposta di deliberazione 24 sull’aggiornamento del Piano di tutela delle acque. Il Piano è lo strumento regionale che garantisce la sostenibilità dello sfruttamento di fiumi, laghi e acque sotterranee e realizza gli obiettivi di qualità fissati dall’Unione Europea:  proteggere tutte le forme di acqua, ripristinare gli ecosistemi sia interni ai corpi  d’acqua sia nel territorio circostante, ridurre l’inquinamento e garantire un uso sostenibile delle acque.

Il Piano si deve sviluppare in maniera integrata con i Piani di gestione delle Acque Distrettuali. L’aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque, adottato dalla Giunta nel dicembre 2014, corrisponde all’obbligo di aggiornamento dei piani di gestione delle acque distrettuali. Il decreto legislativo 152 del 2006 prevede aggiornamenti dei Piani di tutela delle Acque ogni sei anni, quello vigente è stato approvato dal Consiglio regionale nel 2009. Il monitoraggio degli ultimi 6 anni – 2009-2014 –  dei corpi idrici ha evidenziato nel complesso una situazione in miglioramento rispetto al quadro delineato nel piano precedente. Permangano tuttavia delle criticità su un certo numero di corpi idrici che non hanno ancora raggiunto lo stato di qualità ambientale buono. L’aggiornamento, inoltre, permette di rispettare le condizioni che consentono l’utilizzo dei fondi comunitari 2014-2020..

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Approvato in commissione e, quindi, ormai parte integrante del testo, un emendamento che consente ai frantoi liguri la possibilità di scaricare nella rete fognaria, previo adeguato pretrattamento e sentiti i gestori e le Autorità d’Ambito, le acque reflue di vegetazione, recependo così da subito una previsione nazionale contenuta nel Collegato ambientale, approvato nel dicembre scorso. La Regione ha definito un  percorso che porti alla piena e completa applicazione della misura, stabilendo fin dalla prima fase le possibilità di scarico – anche in deroga – l’adozione di linee guida e la richiesta ai gestori di effettuare interventi specifici per il trattamento dei reflui oleari.

In aula sono stati approvati due emendamenti di natura tecnica presentati da Andrea Costa (Gruppo Misto-Ncd Area Popolare), presidente della IV Commissione Territorio Ambiente  ed un emendamento di Claudio Muzio (Forza Italia) che consente l’autorizzazione di piccole derivazioni «ad uso elettrico che riattivano impianti con opere di presa dismesse ma ancora esistenti, già destinate alla produzione di energia idroelettrica prima del 1962, che hanno una portata massima derivabile inferiore al 50 per cento della portata media annuale».

Respinti alcuni emendamenti presentati del Pd, uno dei quali in particolare inseriva l’elenco dei  depuratori da realizzare e la loro localizzazione.

Andrea Costa (Gruppo Misto-Ncd Area Popolare), presidente della IV Commissione Territorio Ambiente nell’illustrare la relazione di maggioranza ha tra l’altro chiarito che il documento di aggiornamento al Piano delle Acque consente agli Enti locali di individuare un percorso che deve essere condiviso dal Territorio. Della Regione – ha ribadito – è il compito di fissare gli obiettivi. Costa ha anche sottolineato che durante il percorso in commissione, si è riusciti a dare una importante risposta ai frantoi liguri,  alle  prese con pesanti difficoltà legate allo scarico delle acque reflue di vegetazione. A differenza del provvedimento, l’emendamento proposto dalla Commissione, è stato approvato all’unanimità durante l’iter dei lavori.

Nell’illustrare il documento di aggiornamento,  Costa ha sottolineato che «il Piano risponde all’esigenza di predisporre misure idonee a gestire alcune criticità rilevate attraverso il monitoraggio dei corpi idrici, a fronte, tuttavia, di un complessivo miglioramento della situazione rispetto al 2009 – ha detto – E’ previsto un periodico aggiornamento delle pressioni antropiche e degli obiettivi quali-quantitativi fissati in base alle normative nazionali e comunitarie». Ha anche puntualizzato che l’iter del provvedimento  adottato dalla giunta nel dicembre 2014 e corredato del parere motivato redatto a seguito dello svolgimento della prevista fase di VAS,  «si è spostato quindi in sede  di IV Commissione  consiliare, all’interno della quale si è svolto un approfondito e proficuo dibattito, anche mediante lo svolgimento di consultazioni, che ha comportato alcune importanti modifiche finalizzate a dare soluzioni alle problematiche emerse». 

Luca Garibaldi (Pd) ha illustrato una relazione di minoranza in cui ha spiegato le perplessità sul provvedimento. Il consigliere ha fatto riferimento ad un emendamento, presentato dall’assessore competente sulla materia Giacomo Giampedrone, in Commissione che, «invece di aggiornare gli interventi previsti in materia di depurazione e recepire le ultime novità intervenute – ha spiegato – stravolge la stessa impostazione del Piano eliminando tutti i riferimenti agli interventi previsti per la depurazione in Liguria, mantenendo solo le misure collegate agli agglomerati e le priorità di intervento e queste misure, addirittura, costituiscono un riferimento vincolante della pianificazione territoriale a cui gli Ato si devono attenere. In tal modo la Regione non recepisce le decisioni assunte già dagli Enti competenti e apre una grande incertezza sulla situazione di impianti programmati». In particolare Garibaldi ha citato il Depuratore di Area centrale per la Valpolcevera, che prevede anche un impianto per il trattamento dei fanghi di tutti i depuratori genovesi, e il depuratore del Tigullio Orientale che secondo l’ultimo parere degli enti, va realizzato nell’area della Colmata di Chiavari. Secondo Garibaldi la mancata realizzazione dell’impianto genovese, per il quale sono stati stanziati 5 milioni di euro, esporrà la Regione a contenziosi con la società appaltatrice, nel secondo caso si profilano sanzioni per l’infrazione delle direttive europee in materia.

Garibaldi ha quindi annunciato la presentazione di due emendamenti: il primo prevede che siano citati nel Piano tutti gli interventi previsti con il dovuto aggiornamento e nel secondo si prevede il riutilizzo delle acque depurate per per utilizzi differenti da quello del consumo umano

Andrea Melis (Movimento 5 Stelle), relatore di minoranza, ha dato del piano un  «giudizio complessivo critico». Ha chiarito che a suo avviso  si tratta di una fotografia, tecnicamente parlando, molto interessante, ma politicamente non presuppone di fatto impegni specifici da parte della politica regionale, rendendolo un testo vuoto».  Ha puntualizzato: che «è stato tolto il cuore  del piano, eliminando gli interventi previsti», in materia di depurazione e trattamento dei reflui civili. Ha ribadito: «Il testo del Piano, proprio in virtù della dovuta integrazione con i piani d’ambito è stato erroneamente modificato, eliminando gli interventi previsti» Melis, esaminando il piano nei diversi aspetti, e correllandolo anche ai diversi strumenti normativi vigenti, ha ribadito che emerge «un quadro complessivo incompleto».

Gianni Pastorino (Rete a Sinistra) si è soffermato sulla decisione della giunta di non inserire nel Piano gli interventi programmati, con particolare riferimento al depuratore  dell’Area centrale genovese (Dac), atteso – a suo dire – soprattutto dagli abitanti della Valbisagno che da oltre vent’anni attendono la dismissione dell’impianto di trattamento dei reflui fognari situato alla Volpara. «Una decisione incomprensibile che ci riporta indietro di 24 anni. La popolazione della zona non lo merita». Non comprensibile, a suo avviso, anche la scelta di non prevedere nel documento il depuratore del Tigullio, ignorando, a suo avviso, le decisioni della Città Metropolitana. «Non si tratta di una scelta tecnica – ha detto –  ma temo sia politica»  

Giovanni Lunardon (Pd) ha condiviso le valutazioni fatte da Garibaldi e Pastorino ed ha accusato la maggioranza di fare politica e non amministrazione. A suo avviso, se non si arriverà alla realizzazione degli impianti di depurazione, con questo documento la Regione rischia un procedimento di infrazione «e qualcuno dovrà risponderne».

Claudio Muzio (FI) ha ribattuto dicendo che occorre dissipare un equivoco: «Non è vero che con questo piano abbiamo deciso che  gli interventi non si faranno e, se qualcuno sostiene il contrario, lancia un messaggio fasullo – ha detto – Il nostro è un documento complessivo, rispettoso dell’autonomia dei diversi Enti, che hanno un compito differente rispetto al nostro. Noi abbiamo un compito di pianificazione a largo respiro». Ha aggiunto che, per quanto riguarda la vicenda del depuratore comprensoriale del Tigullio, il percorso fin qui fatto dagli Enti è legittimo e nessuno lo ha annullato.  Muzio ha rimarcato che il Piano dà importanti risposte all’entroterra ed ha risolto alcune questioni. A questo proposito il consigliere ha ricordato la vicenda riguardante le acque reflue di vegetazione dei frantoi, a cui si è data risposta. Muzio ha, quindi, presentato il suo emendamento che consente la riattivazione di piccole centrali idroelettriche, importanti sotto il profilo energetico ed ambientale.

Sergio Rossetti (Pd) ha dichiarato che il Consiglio avrebbe dovuto prendere una decisione quantomeno politica, al contrario viene adottato un piano che non indica in modo puntuale dove sia meglio fare i nuovi impianti.

Per Raffella Paita (Pd) si corre il rischio di infrazione, con pesanti responsabilità da parte della Regione

L’assessore al ciclo delle acque Giacomo Giampedrone ha ribadito che il Piano lascia agli Ambiti territoriali, competenti in materia,   il compito di fare le scelte. Saranno loro a trasmettere i piani  d’Ambito ed i progetti preliminari. Rivolgendosi alla minoranza, per rigettare le accuse mosse al documento,  ha detto: «Siamo su due piani completamenti differenti». Alla Regione, dunque, spetta il parere tecnico sugli interventi, con la  valutazione dei Piani d’Ambito. Ritornando al documento in approvazione, l’assessore  ha ribadito: «La Regione affronta questo tema con serietà: crediamo di aver fatto un buon lavoro».