In Regione sciaratto e schermaglie per l’incontro lavoratori Gsl dell’ospedale di Albenga

Sciaratto e schermaglie oggi in Consiglio regionale. Dopo le votazioni Luigi De Vincenzidei primi punti all’ordine del giorno, il presidente del Consiglio regionale Francesco Bruzzone ha sottoposto all’approvazione dell’Assemblea la richiesta di sospendere la seduta, presentata da Luigi De Vincenzi (PD), per consentire l’incontro dei rappresentanti di Giunta e Consiglio con una delegazione di lavoratori del Gsl (Gruppo sanitario ligure), la società che gestisce il reparto di ortopedia dell’ospedale di Albenga sulla base di una convenzione con la Regione che scade fra pochi giorni.
Lilli Lauro (Giovanni Toti Liguria) a nome della maggioranza ha espresso parere contrario.
Il Consiglio ha messo ai voti la proposta di De Vincenzi, che è stata respinta con 16 voti contrari (maggioranza) e 14 voti favorevoli (minoranza). Proteste sono state espresse da Raffaella Paita, più volte richiamata dal presidente Bruzzone, e da tutto il gruppo del Pd e da Gianni Pastorino (Rete a sinistra). Subito dopo i consiglieri del Mov5stelle hanno gettato in aula alcuni mattoni in polistirolo in segno di protesta contro il disegno di legge 26 “Modifiche alla legge regionale 49 del 2009 (Piano Casa), che era l’argomento successivo all’ordine del giorno.

A quel punto la seduta è stata sospesa dal presidente Bruzzone. Alla ripresa dei lavori il presidente della giunta Giovanni Toti ha preso la parola rivolgendosi ai consiglieri e ai lavoratori della Gsl, che sedevano nei posti riservati al pubblico e protestavano vivacemente contro la mancata sospensione dei lavori e il mancato incontro con l’assessore alla sanità Sonia Viale.
«Mi impegno a incontrare questi lavoratori entro il 23 dicembre ma, per rispetto dei lavoratori stessi e di questa istituzione, sappiate che la giunta non intende più incontrare nessuna delegazione all’interno delle sedute del Consiglio». E ha aggiunto: «I capigruppo hanno tutta la settimana e hanno il diritto e dovere di tenere assemblee pubbliche, incontri e audizioni, come meglio ritengono per prendere visione e conoscenza di tutti i problemi di questa regione. Non lo faranno, per quanto mi riguarda, all’interno dei lavori del Consiglio regionale convocato il martedì e, se decideranno di farlo nella loro autonomia e il Consiglio deciderà di farlo, la Giunta non parteciperà a quegli incontri. La Giunta – ha assicurato – incontrerà le delegazioni dei lavoratori secondo il calendario che riterrà più opportuno e d’accordo con le delegazioni sindacali in quanto amministrazione».

Il presidente ha ribadito, quindi, che in futuro prima di eventuali incontri con delegazioni dovranno essere stati affrontati tutti gli argomenti inseriti nell’ordine del giorno della seduta e ha richiamato al rispetto dei diritti dei lavoratori ma anche dell’istituzione del Consiglio regionale: «I Capigruppo hanno facoltà di prendere appuntamento con i lavoratori e incontrarli quando meglio ritengono – ha ribadito – anzi, credo che farebbero bene a farlo, ma non all’interno del Consiglio regionale convocato con un ordine del giorno importante che interessa un milione e mezzo di liguri».

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Nel pomeriggio, a margine del Consiglio regionale, si è comunque svolto l’incontro con una delegazione di lavoratori del Gsl, il Gruppo sanitario ligure che dal 2011, in convenzione con Regione Liguria, gestisce il centro ortopedico dell’ospedale di Albenga. La riunione era stata richiesta in mattinata da una delegazione di operatori, che rappresentano circa 70 addetti della società, allarmati per una recente delibera con cui la giunta regionale intende interrompere la convenzione perché non sarebbero stati raggiunti i parametri di prestazione richiesti.

All’incontro, coordinato dal vicepresidente del Consiglio Sergio Rossetti, hanno partecipato Raffaella Paita, Giovanni Lunardon, Luigi De Vincenzi e Valter Ferrando del Pd, Alice Salvatore e Marco De Ferrari del Mov.5Stelle, Matteo Rosso di Fratelli d’Italia, Lilli Lauro di Giovanni Toti Liguria e Gianni Pastorino di Rete a Sinistra.
Al termine della riunione i consiglieri del Pd hanno deciso di elaborare un ordine del giorno, che verrà presentato in una delle prossime sedute del Consiglio regionale, in cui verrà chiesto alla giunta se le sale operatorie del reparto ortopedico di Albenga riapriranno, dopo la chiusura programmata fra il 22 dicembre e il 6 gennaio, di istituire un tavolo tecnico che incroci i dati sulle prestazioni in possesso dell’Agenzia sanitaria regionale con quelli in possesso di Gsl e, infine, se la giunta intende confermare la missione specialistica dell’ospedale di Albenga.

“Sospendere cautelativamente la delibera di indirizzo della giunta Toti sulla revoca del contratto di Gsl all’Ospedale di Albenga, avviare un tavolo tecnico con tutti i soggetti interessati, garantire l’occupazione e chiarire la mission del presidio sanitario”. Sono dunque, in sintesi, le richieste fatte dal Gruppo del Partito Democratico: “Non possiamo perdere altro tempo – spiega il consigliere del Pd Luigi De Vincenzi – Il 7 gennaio prossimo il servizio potrebbe essere interrotto, con un grave danno per l’occupazione. La decisione della giunta è stata presa senza pensare a cosa sarebbe accaduto in seguito e adesso ci troviamo in una situazione molto complessa”. Il servizio svolto, ricorda De Vincenzi, “è in regime di accreditamento ed è funzionale anche al mantenimento di molte delle funzioni pubbliche dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Albenga e di attività collaterali esterne al presidio in questione, specialmente nel campo riabilitativo. Senza contare, poi, che all’interno lavorano non meno di cento persone”.
Proprio per questo l’ordine del giorno del Pd chiede che la giunta dia delle risposte a questi lavoratori, chiarendo anche “quale mission si vuole attribuire – spiega De Vincenzi – all’Ospedale di Albenga nel quadro del sistema sanitario del Ponente, cercando di garantire un futuro al presidio sanitario stesso. La sospensione cautelativa delle delibera serve proprio a dare il tempo di analizzare meglio i dati, senza mettere in pericolo i posti di lavoro”.