“Inverno Musicale Albenganese”: la violoncellista Martina Romano interpreta Bach

Albenga. Giovedì 10 dicembre alle ore 21 secondo appuntamento di Martina Romano (2)“Inverno Musicale Albenganese”, rassegna organizzata dall’Associazione Musicale Rossini con la collaborazione del Comune di Albenga. All’Auditorium San Carlo (Palazzo Oddo) di Albenga la violoncellista savonese Martina Romano, diplomatasi nel 2012 con il massimo dei voti al Conservatorio Paganini di Genova e più volte impegnata con l’Orchestra Giovanile Cherubini diretta da Riccardo Muti, eseguirà tre delle Sei Suite per violoncello solo di Johann Sebastian Bach.


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Composte nel periodo 1717/1723 trascorso da Bach, in qualità di maestro di cappella alla corte di Köthen in Sassonia, furono eseguite per la prima volta dal Kammermusikus Christian Bernhard Linigke, primo violoncello dell’Orchestra di Corte. Rese celebri in epoca moderna da Pablo Casals, chiamato a confrontarsi con una scrittura di inedita difficoltà, sono considerate opere di straordinario virtuosismo e testimoniano l’instancabile spirito di ricerca che animò lungo tutta la vita l’attività compositiva del Maestro di Eisenach.

Nel concerto del 10 dicembre saranno eseguite tre delle sei suite: la n.1 in Sol Maggiore, BWV 1007; la n. 3 in Do Maggiore, BWV 1009 e la n. 5 in do minore, BWV 1011.

Biglietto di ingresso: € 10,00

Martina Romano – Ancora studentessa, Martina Romano ha vinto il primo premio in diversi concorsi internazionali indetti dalle Associazioni E.S.T.A., Jupiter e Musikstrasse. Nel 2013 ha ricevuto una borsa di studio destinata a giovani talenti emergenti da parte del Rotary Club Genova e una borsa di studio destinata agli studenti del Conservatorio Paganini da parte dell’ Opera Pia Conservatorio Fieschi.
Ha collaborato con numerose orchestre tra cui l’Orchestra del Festival Puccini di Torre del Lago, l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, l’Orchestra Sinfonica di Savona, l’Ensemble di violoncelli Dodecacellos ed ha più volte fatto parte dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini sotto la direzione di Riccardo Muti.

Le suite di Bach – Il termine suite, nell’ambito della musica barocca, comporta uno stretto legame con la danza; designa infatti un genere costituito, interamente o in larga misura, da una successione ordinata di danze stilizzate, vale a dire non più destinate al ballo.
Nelle Sei Suite per violoncello solo di Bach, l’esecutore è chiamato a confrontarsi con una scrittura di inedita difficoltà, frutto di una sfida ragionata allo spazio sonoro, dove il polifonista consumato non rinuncia affatto a se stesso ma, al contrario, evoca di continuo, lungo la linea orizzontale della melodia, la presenza di altre voci, di altri frammenti melodici, al di sopra e al di sotto di quella linea, e con essi istituisce un instancabile, sorprendente gioco di «illusionismo» spazio-temporale fatto di rimandi e sollecitazioni imitative. All’estro e alla fantasia che presiedono a questo imprevedibile e insieme sorvegliato meccanismo si contrappongono la regolarità e la sistematicità dell’impianto che lo contiene: tutti i sei lavori presentano infatti la stessa articolazione interna, aprendosi ciascuno con un prélude cui fanno seguito cinque numeri di danza: allemande, courante, sarabande (più intensamente espressiva e non a caso in posizione centrale) e, prima della brillante, conclusiva gigue, un menuet (nella prima coppia di Suites) che cede il posto, nelle successive due coppie, rispettivamente a una bourrée e ad una gavotte (come consuetudine, menuet, bourrée e gavotte appaiono ogni volta sdoppiati).