Liguria: Garantire a tutti i lavoratori coinvolti i benefici della legge sull’amianto

Ordine del giorno unanime dopo incontro nell’aula del Consiglio casco e guanti lavororegionale. Al termine di un incontro con le organizzazioni sindacali Cgil e Cisl e i lavoratori ancora esclusi dai benefici normativi per chi è stato esposto all’amianto il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno predisposto da Giovanni Battista Pastorino (Rete a sinistra) e concordato con tutti i capigruppo che “impegna il presidente e la giunta regionali ad intervenire tempestivamente nei confronti del Ministero del lavoro e della direzione generale dell’Inps per la piena applicazione delle normative previste dalle legge di stabilità per il 2015”.

Come spiegato nel documento, “la legge di stabilità per il 2015 (art.1 comma 112 della legger 190/2014) ha restituito la certificazione di esposizione all’amianto e quindi i conseguenti diritti previdenziali a 700 lavoratori a cui erano stati precedentemente revocati dall’Inail. Consultando i dati dei patronati, “risulta che nel corso del 2015 solo 350 lavoratori hanno potuto usufruire di tale legge e quindi dei benefici previdenziali”. L’ordine del giorno aggiunge: “la legge di stabilità recita che le certificazioni devono essere restituite a tutti i lavoratori salvo nel caso di sentenze passate in giudicato con dolo accertato dell’interessato”. Il documento spiega che a tutt’oggi non esiste alcuna sentenza del genere e quindi “non si comprende la non applicazione da parte dell’Inps di tale normativa”. Inoltre sottolinea che questa situazione determina “incongruenze e iniquità nei confronti di lavoratori appartenenti alle stesse aziende, agli stessi reparti di lavoro e svolgenti identiche mansioni”.

Nella discussione seguita all’illustrazione in aula da parte dei rappresentanti sindacali, erano intervenuti Giovanni Pastorino (Rete a sinistra), Alice Salvatore (Movimento 5 Stelle), Raffaella Paita (Pd), Matteo Rosso (Fratelli d’Italia-An)  e, eccezionalmente dai banchi dei consiglieri il presidente del Consiglio Francesco Bruzzone.  (Lega). Quest’ultimo, riprendendo la denuncia dei sindacalisti, ha sottolineato l’atteggiamento diverso tenuto dall’Inail e poi dall’Inps nei confronti dei lavoratori pugliesi e di quelli liguri.

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Il presidente della giunta Giovanni Toti ha sottolineato: «La questione che abbiamo di fronte nasce da una politica che non è stata sufficientemente sensibile ai problemi dei lavoratori e da una burocrazia che fa due pesi e due misure». Toti ha detto che «la porta del Consiglio e quella della Giunta resteranno sempre aperte per i lavoratori». E ha assicurato la pressione della Regione Liguria su istituzioni nazionali come Inps e Ministero del Lavoro: «In questo caso sono le leggi nazionali ad avere un’influenza maggiore, ma ci batteremo perché ogni ombra di partigianeria venga cancellata e la giustizia venga amministrata in modo uguale per tutti. Vi assicuro che continueremo a parlare la stessa lingua in Liguria e a Roma».

I sindacalisti avevano riportato dati impressionanti sulle vittime dell’esposizione all’amianto, cifre riportate nell’ordine del giorno approvato dal Consiglio: 2475 casi di mesotelioma in Liguria – oltre 60% fra lavoratori genovesi – registrati dal 1994. 178 decessi fra lavoratori provenienti da Ansaldo, 171 da Ilva. A questi si aggiungono 381 casi di malattie professionali derivanti dall’esposizione all’amianto e 350 vittime “civili” fra le mogli e i parenti che “hanno lavato e pulito i vestiti contaminati da amianto”.

Come hanno ricordato i sindacati, le indagini per verificare se esistono casi di dolo fra i lavoratori che hanno chiesto e ottenuto i benefici della legge sull’amianto durano da 9 anni e non hanno ancora portato ad alcuna sentenza. In alcuni casi i lavoratori che erano stati chiamati a restituire la pensione hanno tentato il suicidio.