Liguria, nuove norme per rifiuti: aumento della raccolta differenziata e del riciclaggio dei rifiuti, approvato il ddl

Dopo un lungo dibattito, con 16 voti favorevoli (Centro destra), 7 Palazzo Regione Liguria scritta  fp1 x00contrari (Pd e Rete a sinistra) e 6 astenuti (Mov.5Stelle) il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge “Misure per lo sviluppo della raccolta differenziata e del riciclaggio”. Sono stati approvati alcuni emendamenti presentati oggi da Andrea Costa (Gruppo misto-Ncd Area Popolare)  e da Francesco Battistini (Movimento 5 Stelle) e dal suo gruppo. Respinti invece emendamenti del Pd e di Rete a sinistra.


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Il testo contiene misure rivolte alla crescita della raccolta differenziata da parte delle amministrazioni locali alle quali è demandata l’organizzazione dei servizi territoriali  di raccolta rifiuti, ed il conseguente riciclaggio.

Tutti i Comuni devono predisporre e presentare il piano per l’incremento della raccolta differenziata ed il riciclaggio, entro il 31 marzo 2016, alla Regione e alla Provincia o Città metropolitana. I Piani in particolare devono indicare i sistemi di raccolta differenziata delle frazioni riciclabili, che consentano di raggiungere  risultati di riciclaggio, rispetto al rifiuto prodotto delle medesime frazioni, almeno  del 45 per cento  al 2016 e del 65 per cento al 2020 in termini di peso. Per il Comune di Genova la percentuale da raggiungere entro il 2016 è del 40 per cento e del 65 per  cento al 2020.

In virtù di un emendamento presentato da Andrea Costa, la percentuale relativa al 2016  si calcola nell’ultimo quadrimestre dell’anno e non da giugno, come era invece previsto dal testo licenziato dalla commissione

I programmi dei Comuni devono anche indicare  le azioni e gli interventi finalizzati al riciclaggio in loco della frazione organica prodotta tramite sistemi di compostaggio  domestico o di comunità. Si devono prevedere sistemi di tariffazione puntuale  a fronte del servizio  dei rifiuti urbani, parametrati alla quantità di rifiuto indifferenziato prodotto.

I Comuni che  non abbiano ottenuto i risultati di riciclaggio sopracitati,  sono tenuti al versamento di un contributo, pari a 25 euro per ogni tonnellata di rifiuto raccolto in modo indifferenziato,  e conferito a sistemi di smaltimento, a concorrenza del  quantitativo mancante rispetto alle sopracitate percentuali di riciclaggio. Le somme versate dai Comuni per il divario  rispetto ai risultati obiettivo di riciclaggio  sarà destinato a finanziare la realizzazione di programmi comunali per l’organizzazione dei servizi  di raccolta differenziata. 

 I Comuni che non verseranno il contributo, relativo al mancato raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio, nei due anni successivi non potranno partecipare  a bandi per ottenere contributi regionali in campo ambientale.

Va evidenziato che, al fine dell’organizzazione dei servizi di gestione integrata dei rifiuti, la Città Metropolitna e le Province possono individuare all’interno del territori di propria competenza, dei “bacini di affidamento” con caratteristiche di omogeneità territoriale ed un congruo numero di abitanti, tali da renderli sostenibili dal punto di vista della qualità del servizio e della sua economicità, designando, qualora ritenuto opportuno, un Comune capofila 

Per facilitare i Comuni nell’attuazione degli obiettivi prefissati, si prevede la possibilità della rimodulazione  dei contratti tra i Comuni ed i gestori del servizio di raccolta e smaltimento, per consentire l’inserimento di misure tese  a migliorare differenziata e riciclaggio, quali, ad esempio, la raccolta  porta  a porta.

Emendamenti – Gli emendamenti del Movimento  5 Stelle approvati dall’Assemblea, prevedono, tra l’altro,  che l’Osservatorio regionale dei rifiuti  raccolga, analizzi e certifichi i dati relativi alla Filiera dei Rifiuti, con riferimento alle fasi della raccolta, del recupero, del trattamento e smaltimento al fine di fornire informazioni trasparenti sul percorso dei rifiuti  Si prevedono ulteriori azioni per rafforzare le misure informative.

 Uno degli emendamenti presentati da Andrea Costa e approvati dall’Assemblea,  reintroduce e puntualizza  il ruolo  della Consulte per il servizio idrico integrato e il servizio per la gestione dei rifiuti, delle quali fanno parte, tra gli altri, anche i componenti delle associazioni dei consumatori, dei sindacati  e delle associazioni ambientaliste. In particolare la Consulta per il servizio di gestione integrata dei rifiuti esprime, tra l’altro,  parere preventivo in ordine ai nuovi impianti previsti nel Piano d’Ambito. La Regione promuove, in collaborazione con le Consulte, forme ulteriori di partecipazione dei cittadini e delle Associazioni dei consumatori e degli utenti.  Costa ha risposto alle rimostranze dell’opposizione consiliare, secondo le quali sarebbe troppo “ristretta” la competenza delle Consulte, rimarcando che di fatto il Pd non le aveva mai costituite e insediate, mentre ora si fissa un preciso e puntuale  ruolo. Un altro emendamento sottoscritto da Costa, come detto, prevede che la percentuale di riciclaggio dei rifiuti prevista per  i Comuni si calcoli  nell’ultimo quadrimestre del 2016 e non da giugno, come era invece previsto dal testo licenziato dalla commissione. Costa ha rilevato che questa istanza è emersa dalla diverse audizioni, anche da parte de Comuni ei gestori.   

Tra gli emendamenti del Pd  respinti dall’aula, uno in particolare chiedeva di eliminare il contributo di 25 euro a tonnellata raccolta in modo indifferenziato, previsto per quei Comuni che non raggiungono gli obiettivi di differenziata.

Un emendamento di Rete a sinistra, respinto dal Consiglio, chiedeva di ridurre a 15 euro il contributo a tonnellata. Tra gli emendamenti del Pd bocciati anche alcuni che chiedevano il richiamo al Collegato sull’ambiente in approvazione alla Camera ed il relativo impiego dei proventi derivanti dall’ecotassa.

Il dibattito in Consiglio

Andrea Melis (Cinque stelle) ha spiegato che il suo movimento vuole realizzare una economia circolare in cui tutto venga riutilizzato e i rifiuti siano zero o perlomeno si arrivi  a soluzioni che ci avvicinino a una produzione zero di rifiuti. Melis ha ricordato che mentre l’Austria già è arrivata riciclare il 63% e la Germania il 62% dei rifiuti, la Liguria è ferma al 35% di raccolta differenziata e neppure si sa quanto di questa venga davvero riciclata. In questo la Liguria è lontanissima dagli obiettivi fissati dall’Unione europea. Secondo Melis «il provvedimento che la giunta ha proposto ha luci e ombre, si pone obiettivi ambiziosi, ma difetta nell’individuare le giuste soluzioni». Per questo i 5 Stelle «non se la sentono di votare a favore ma danno una “fiducia a tempo” per verificare che i risultati che la legge fissa vengano davvero raggiunti». Melis ha ricordato che i 5 Stelle hanno presentato diversi emendamenti migliorativi in commissione e in Consiglio alcuni dei quali approvati, «ma non accetteremo mai inceneritori e neppure la riconversione di centrali a carbone come Vado o Genova in inceneritori». Ovviamente per la situazione attuale ci sono delle responsabilità: «Oltre 10 anni di non scelte nel campo dei rifiuti. Oggi qualsiasi iniziativa è complessa e difficile: anche la scelta di fissare degli obiettivi e poi stabilire delle di sanzioni è assai discutibile perché in assenza di investimenti esse potrebbero ricadere sui cittadini. Rivedere invece tutta la filiera del rifiuto porterebbe grandi opportunità occupazionali. Recentemente gli operai Ilva si sono messi a disposizione per far avanzare la raccolta differenziata a Genova: è una proposta da accogliere».

Giovanni Pastorino (Rete a sinistra) ha detto che il disegno di legge si inserisce in un quadro piuttosto complesso: «Come ha scritto la commissione parlamentare, la realtà della Liguria è anacronistica ed emergenziale: a fronte di non scelte amministrative si è determinato un magma fra politica e aziende che blocca ogni tipo di sviluppo occupazionale e industriale. Il disegno di legge stabilisce una crescita del 13% dei rifiuti raccolti in modo differenziato e stabilisce un sistema di sanzioni che lascia perplessi». Secondo Pastorino occorre diversificare gli obiettivi a seconda della dimensione dei vari Comuni altrimenti si rischia di stabilire dei bersagli impossibili da raggiungere. «Inoltre è discutibile passare da un obiettivo di percentuale di differenziata a quello di percentuale di riciclo. Quest’ultimo infatti è difficilmente quantificabile. Ma l’elemento che più lascia perplessi è l’assenza di investimenti sull’impiantistica: lo stanziamento di un milione è talmente esiguo da non potere essere considerato un vero finanziamento». Al termine del lungo dibattito in aula Pastorino ha annunciato, dopo avere ribadito le pesanti responsabilità amministrative del Pd nel passato, che avrebbe votato contro al provvedimento: «Oggi in questa aula la discussione politica è stata presa a calci dall’atteggiamento con cui la maggioranza ha condotto il dibattito e quindi voterò contro, non solo nel merito, ma anche per il metodo».

Sergio Rossetti (Pd) ha detto: «Vista la carenza di finanziamenti sono estremamente preoccupato per il  futuro dei livelli occupazionali di tutte le aziende che operano nel capo della raccolta e del trattamento dei rifiuti: se non si faranno investimenti, il problema del potenziamento della differenziata non sarà risolto e si determinerà un processo sanzionatorio che si scaricherà sul portafoglio dei cittadini e obbligherà le aziende a ridurre il personale dipendente». Rossetti ha quindi lamentato il mancato recepimento di molti dei rilievi mossi dal Cal, sottolineando che gli emendamenti presentati dal Pd rappresentano proprio quanto suggerito dal Consiglio della Autonomie locali. Rossetti ha quindi lamentato la mancanza di un processo partecipativo nell’elaborazione della legge: «La maggioranza si è comportata come un uomo solo al comando, in modo granitico con un atteggiamento negativo al confronto e questa legge – ha concluso – è sbagliata perché non aiuta le Autonomie locali».

Anche Marco De Ferrari (5 Stelle) ha detto che il progetto rifiuti zero rappresenta un trampolino per salvare il pianeta dal disastro ambientale.

Luigi Garibaldi (PD) ha detto che il provvedimento sceglie un obiettivo giusto: l’aumento della differenziata ma non individua gli strumenti che garantiscano di raggiungerlo. Secondo l’esponente del Pd il disegno di legge ha delle lacune molto importanti anche sul piano normativo. Secondo Garibaldi, anche se le criticità maggiori sono state ridotte, non è una buona legge: di fatto si alza l’asticella della differenziata senza mettere in condizione aziende e amministrazioni di farlo e l’unico strumento che si mette in campo è quello della delle sanzioni che diverranno presto una tassa occulta. «Il presidente Toti aumenta le imposte chiamandole multe per i Comuni inadempienti. Inoltre, anche sul piano strettamente giuridico – ha detto – la legge contiene tali inesattezze da avere alte probabilità di venire impugnata dal governo. Le proposte avanzata dal Pd sono costruttive: fissare degli scaglioni nella differenziata e dare una prevalenza agli investimenti in campo impiantistico: senza impianti non si arriva a nessun risultato».

Francesco Battistini (Mov 5 Stelle) ha detto che il sistema delle discariche assolutamente prevalente in Liguria rappresenta una strategia da Terzo mondo. «Gli spazi non sono infiniti e in Liguria sono già stati rovinati luoghi bellissimi come Pitelli, che è stata trasformata nella collina dei veleni. L’impiantistica è assente e, dove c’è, è fallimentare. Battistini ha denunciato l’inefficienza dell’impianto di Saliceti a Vezzano che ha costi di smaltimento del prodotto enormi e ha auspicato  che tutta la filiera dei rifiuti diventi trasparente sia per incoraggiare i cittadini a fare la differenziata che per evitare sprechi e infiltrazioni malavitose».

Secondo Raffaella Paita (capogruppo Pd), «Oggi viene votata l’istituzione di una nuova tassa mascherata da sanzioni e si avvia una politica che ha gli occhi bendati verso il futuro. Visto che Scarpino non funziona, si è creato un ammanco per  3-4 milioni di euro e contemporaneamente i costi dello smaltimento fuori regione sono saliti a 25 euro a tonnellata. Il presidente Toti e l’assessore all’Ambiente Giampedrone non spiegano come, senza fare investimenti, riusciranno a raggiungere gli obiettivi ambiziosi che si sono dati». Paita ha riconosciuto che i problemi in Liguria nascono da lontano: da un frazionamento delle strutture aziendali dalla scelta di creare 4 Ato provinciali. «Nell’ultimo scorcio della passata legislatura col Piano dei rifiuti e la creazione dell’Ato unico regionale si è avuto una inversione di rotta a cui questa legge avrebbe dovuto dar gambe. Ma questo non avviene. Ben presto ci renderemo conto che questo provvedimento ha nulla a che fare con l’aumento della raccolta differenziata. Inoltre manca  una politica per mettere in sicurezza le discariche e dare stabilità economica Azienda Amiu».

Luca Garibaldi (Popolari per la Liguria) ha chiesto la sospensiva per evitare il rischio di rinvio del provvedimento da parte del governo. Angelo Vaccarezza (capogruppo Forza Italia) si è espresso negativamente e Giovanni Lunardon (Pd) a favore. La proposta è stata respinta con 16 voti contrari 7 astenuti (Cinque Stelle e Rete a Sinistra e 7 favorevoli (Pd).

L’assessore all’ambiente Giacomo Giampedrone ha letto la relazione della commissione bicamerale sui rifiuti dove la gestione del settore da parte delle precedenti amministrazioni liguri viene definita “arcaica” rimarcando l’assenza di strutture avanzate per la gestione dei rifiuti che non sono mai state realizzate e i livelli diffusi di illeicità. Nella relazione si aggiunge che sarebbe bastata una pianificazione normale con la realizzazione di centri di compostaggio e definisce “non brillante” la situazione complessiva in Liguria. Infatti secondo Ispra nel 2013 la filiera dei rifiuti ha i costi di gestione e smaltimento fra i più alti d’Italia. Giampedrone ha aggiunto: «Se discutessimo su un obiettivo virtuoso e su risultati sul territorio già evidenziati, la minoranza potrebbe dire cosa vuole fare, ma non è così: in Liguria stiamo discutendo di una realtà che ci vede agli ultimi posti in questo settore e che non può continuare all’infinito, perché non è ammessa dall’Europa e non è sostenibile sul piano economico. Noi vogliamo cambiare le cose con passi piccoli ma determinati e uscire dal baratro del 35% di raccolta differenziata a cui siamo relegati a fronte di 42 milioni di euro investiti per interventi sulla raccolta differenziata dal 1997». Giampedrone ha aggiunto «esiste uno spartiacque fra chi vota contro e chi si astiene su un’operazione che ribalta il campo per raggiungere obbiettivi che dovevamo aggiungere nel 2012». L’assessore ha quindi definito la legge una buona legge che va nella direzione giusta per «ridurre il monte rifiuti prodotti e ridurre così i costi – oggi di 220 euro a tonnellata – sopportato dai cittadini. Bisogna smetterla di prenderci in giro perché chi gioca a ritardare l’approvazione della legge finisce per mantenere una situazione insostenibile. Non ci sono altri  mezzi che stabilire degli obiettivi e dei tempi per realizzarli. Parliamo di riuso e recupero perché questo è l’obiettivo che l’Europa ci fissa per il 2020. Riducendo il monte rifiuti da smaltire diminuirà anche il costo: non mettiamo tasse, ma sanzioni per chi non rispetta gli obiettivi e alla fine tutti ne trarranno un beneficio»

Alessandro Piana (Lega Nord Liguria- Salvini) ha dichiarato: «La giunta precedente, a maggioranza Pd, non ha affrontato il problema dei rifiuti e oggi al Pd evidentemente ha dato fastidio che la nuova giunta in modo repentino abbia portato in aula un provvedimento così importante. Ci aspettavamo oggi in aula dalla minoranza un atteggiamento più costruttivo».

Claudio Muzio (FI) ha difeso con calore il disegno di legge: «Questo provvedimento rappresenta una svolta ed è una scelta coraggiosa. Sono convinto che i cittadini andranno comunque a pagare meno ma i sindaci dovranno comunque fare la loro parte. Questa legge, infatti, è uno stimolo proprio per i sindaci perché il vero problema fino ad ora è stata l’inerzia. Resto convinto che dunque, nonostante il contributo di 25 euro per tonnellata, i cittadini pagheranno meno».

Angelo Vaccarezza (FI) ha accusato la minoranza, rivolgendosi in particolare il Pd: «Avete ripetuto per ore 25 mila volte la stessa cosa, forse per fare passare il pomeriggio. E da quanto avete detto in aula oggi – ha aggiunto – ho capito che le opinioni del Pd sono quelle del Cal. Questa manovra, invece, non è una tassa e le risorse verranno reinvestite per dare un servizio migliore ai cittadini. Voi – ha aggiunto rivolgendosi a Paita – ci avete lasciati una bella eredità: avete speso quando eravate in giunta ben 42 milioni per poi non lasciarci nulla e noi, quindi, adesso abbiamo la necessità di fare le cose presto e bene».

Laura Lauro (Giovanni Toti Liguria) ha dichiarato che il provvedimento avrà effetti positivi sul settore perché aumenta anche i controlli dei Comuni e ha aggiunto: «Questa nuova giunta sta lavorando bene e interviene in un vuoto amministrativo di cui voi – ha detto rivolgendosi ai banchi del Pd – siete i responsabili».