Albenga, successo per Andrea Bacchetti

bacchetti

di Alfredo Sgarlato – Dopo l’ottimo esito dei concerti tenuti nella scorsa stagione invernale, l’Associazione Musicale Rossini organizza una seconda stagione ad Albenga, presso l’Auditorium San Carlo. Ad aprire Andrea Bacchetti, pianista che già l’anno scorso aveva dato saggio del proprio talento. Prima parte del concerto con tre suites inglesi di Bach. La suite è una composizione strumentale tipica del periodo barocco, composta da un preludio e una serie di danze provenienti da varie zone d’Europa (giga, sarabanda, courante…), ma ovviamente nella versione cameristica non veniva danzata, le danze erano prese in prestito come spunto per il compositore.

Bacchetti, che dal suo fisico minuto esprime una forza incontenibile, è pianista apollineo, che interpreta lo spirito geometrico di Bach alla perfezione. Al programma aggiunge a sorpresa altre due composizioni, il “Concerto italiano” e un’altra suite, a giudicare dalla mole di applausi la scelta è senz’altro gradita dal pubblico. Per questo recital Bacchetti sceglie un programma assolutamente classico, a Bach seguono Mozart, Beethoven, Schumann (cinque brani dall’ “Album della gioventù”, scritto per le figlie), tutti eseguiti con estro e dedizione. Quindi è il momento di Chopin, con lo struggente “Notturno n°1 op. 9”, malinconico nel suo minimalismo che a tratti anticipa Satie, e poi lo “Studio n°2 op. 25”.

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Finale con Rossini, che si crede normalmente solo compositore di opere, mentre invece negli ultimi anni di vita, quando il male di vivere lo autoescluse dalla mondanità, si dedicò alla musica da camera. La “Tarantelle pur Sang” è il brano scelto. Applausi scroscianti, Bacchetti è più volte richiamato sul palco, fino all’agognato bis, prima uno studio di Chopin sui tasti neri, giocoso e torrenziale, quasi Raveliano, poi, sorpresa, “Over the raimbow”, eseguita con grandissima gentilezza nel tocco, con preziosismi degni di un Errol Garner. Ancora interminabili applausi e ancora un bis, con una breve composizione di Villa Lobos, in cui Bacchetti scatena la sua tecnica incredibile.

Tutto esaurito, persone in piedi, e grandissimo successo per un pianista di valore internazionale che dà anche l’impressione di essere una persona simpatica. La bravura dell’artista e la passione del pubblico avrebbero meritato una sala più grande, e con un’acustica migliore, ma questo abbiamo, consoliamoci col talento dei musicisti che l’Associazione Rossini ci ha portato e ci porterà.