Legambiente Liguria e WWF sono stati convocati in Regione Liguria per le audizioni in commissione IV Territorio e Ambiente sul Piano Casa; le due organizzazioni presenteranno un documento congiunto dove si esprime la forte contrarietà al nuovo DDL proposto che modifica il vecchio Piano Casa varato nel 2009.
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«La nuova legge viene proposta in completa assenza di una analisi sui risultati ottenuti dal precedente piano – commenta Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria- che già avrebbe dovuto rilanciare il comparto edile e che ha evidentemente fallito. Un fallimento dovuto alla logica con cui si immagina la riqualificazione del patrimonio edilizio: continuando a puntare, in modo sbagliato, sugli aumenti volumetrici piuttosto che sulla qualificazione energetica e del comfort dei nostri edifici e delle nostre abitazioni».
«Gli articoli della nuova legge – continua Marco Piombo, delegato ligure del WWF Italia – ci preoccupano perché contengono forzature sugli strumenti urbanistici delle aree protette e dei Comuni. Riteniamo pertanto necessario che le norme a carattere straordinario di questo Piano Casa non finiscano per interferire con quelle di tutela paesaggistica, naturalistica e ambientale, sminuendone l’efficacia e la portata».
WWF e Legambiente Liguria fanno notare «i contenuti ideologici e speculativi contenuti nelle modificazioni del Piano Casa con la “sanatoria delle sanatorie” evidente con l’abrogazione all’art.5 comma 1 lettera b che riguarda, tra le altre, le “opere realizzate in assenza o in difformità dal titolo abilitativo edilizio e non conformi alle norme urbanistiche e alle prescrizioni degli strumenti urbanistici”, come possono essere ad esempio quelle costruite in zone riconosciute a dissesto idrogeologico, in aree ad elevata e molto elevata pericolosità idraulica e geomorfologica e in aree soggette ad inedificabilità assoluta. Per coloro che hanno commesso un reato, all’interno di queste aree e poi sanato grazie ai condoni edilizi, si prevede una premialità grazie all’introduzione dell’art.7 bis, valido sia per gli edifici residenziali e non, che prevede la possibilità di aumentare del 50% le volumetrie condonate dopo la demolizione e all’atto della ricostruzione».